«Questo è un discorso, mi scusi dottor Mieli, sottoculturale, che non mi aspetterei da lei, che stimo tantissimo, di cui conosco l’erudizione, di cui seguo gli spettacoli in televisione». È da poco iniziato Otto e mezzo di mercoledì scorso, quando una signora che nessuno di noi aveva mai notato, tale Elena Basile, decide di fare la televisione.
Sanremo è una forma di welfare comunicativo. Ogni anno garantisce due mesi di carro di visibilità su cui salire per avere il proprio titolo di giornale. Tre anni fa ne approfittarono le femministe dell’Instagram, quando Amadeus disse che la fidanzata di Valentino Rossi stava un passo indietro: poteva non approfittarne Matteo Salvini?
di Ruggiero Montenegro (ilfoglio.it, 25 febbraio 2021)
Riecco Alessandro Di Battista. Mezzo rivoluzionario e mezzo giornalista, un po’ turista e un po’ scissionista, poi professore di giornalismo e da ieri anche docente di comunicazione politica. È questa l’ultima impresa del Che Guevara grillino, che pochi giorni dopo aver annunciato di abbandonare il Movimento, in dissenso con la scelta di sostenere Mario Draghi, sale in cattedra per spiegare le dinamiche social della politica, come si sta in tv e nei talk show. “Arrabbiarsi nella comunicazione funziona, innervosirsi mai. Bisogna trasformare lo stress in energia, quando andavo da Floris funzionava così”. L’occasione per il prof. Dibba è stata un corso di comunicazione politica organizzato da Marco Venturini, un consulente che in questi anni ha lavorato con Nicola Morra e con altri esponenti del M5S per preparare le ospitate tv e il public speaking dei grillini, come si legge sul curriculum che si trova anche sul sito del Miur.