Archivi tag: Orson Welles

“Quarto potere” torna in sala in un anno di grandi elezioni

di Michele Cassano (ansa.it, 13 marzo 2024)

“Lo sa, signor Bernstein? Se non fossi stato molto ricco, forse sarei potuto diventare un grand’uomo”. È una delle innumerevoli frasi cult pronunciate da Charles Foster Kane quella scelta a conclusione del trailer di Quarto potere, che torna nelle sale italiane dal 24 marzo. A più di ottant’anni dalla sua uscita il capolavoro di Orson Welles potrà essere ammirato in sala in lingua originale, con sottotitoli in Italiano, e consentirà di ascoltare la vera voce del protagonista, interpretato dallo stesso regista.

I Wonder Classics

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Antico

di Giovanni De Mauro (internazionale.it, 13 aprile 2023)

Il 30 ottobre del 1938 la rete radiofonica statunitense Cbs trasmise un programma di Orson Welles in cui si annunciava lo sbarco sulla Terra di extraterrestri ostili. Nel luglio del 1984 tre ragazzi di Livorno scolpirono delle finte teste nello stile dell’artista Amedeo Modigliani, morto nel 1920, e le fecero ritrovare in un canale, ingannando alcuni grandi critici d’arte italiani. Nell’aprile del 1983 il settimanale tedesco Stern dichiarò di essere entrato in possesso dei diari segreti di Adolf Hitler: sessanta volumi che si rivelarono falsi.

Ph. Alison Jackson / alisonjackson.com

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Capire “Il senso della vita”

di Giacomo Papi (ilpost.it, 31 marzo 2023)

Il film del gruppo comico britannico Monty Python The Meaning of Life (Monty Python – Il senso della vita) compie quarant’anni. E compie quarant’anni anche il bambino che nel primo episodio del film – Il miracolo della nascita – viene al mondo nella sala “spaventa-feti” di un ospedale invaso da macchinari astrusi e medici che giocano a carte e applaudono i magheggi finanziari dell’amministratore dell’ospedale, dimenticandosi della partoriente perché troppo impegnati a cercare “la macchina che fa ping”.

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Con “Signs” Shyamalan ci ha raccontato le conseguenze dell’11 settembre

di Giulio Zoppello (wired.it, 2 agosto 2022)

Parlare di Signs di M. Night Shyamalan significa riabbracciare il film di uno dei registi più divisivi che si ricordino nel panorama cinematografico moderno. Le sue opere sono sempre state indicate o come dei passi falsi clamorosi, oppure salutate come una ventata di novità, fantasia e originalità. Shyamalan ha saputo illuminare più di una volta il grande schermo con opere di grande bellezza e profondità. Signs è senza ombra di dubbio uno degli sci-fi migliori del XXI secolo, ma più ancora una metafora assolutamente perfetta per parlarci del trauma dell’11 settembre e, soprattutto, di come l’America ne è uscita. E, si badi bene, che tale processo, come sappiamo, non ha avuto un risultato positivo e fu proprio lui, vent’anni fa, ad anticiparlo tra le righe di questa narrazione affascinante.

The Walt Disney Company

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Avevamo già conosciuto il trumpismo: al cinema, in tv o da qualche altra parte

di Guia Soncini (linkiesta.it, 20 novembre 2020)

È verità universalmente riconosciuta che l’unico modo per dire qualcosa di rilevante sul presente sia fare un film in costume. È anche per questo che da settimane tutti scrivono di Mank, il film di David Fincher che il pubblico non vedrà fino al 4 dicembre, allorché arriverà su Netflix. Certo, ci sono molte ragioni per parlarne. È Fincher, che quando fa un film è sempre un evento. È Fincher che ricostruisce la storia di Quarto potere, il film che quelli che ne capiscono ritengono il più bello della storia del cinema. È Fincher che lo fa non focalizzandosi su Orson Welles – il Wunderkind (è la parola che usa Mank) cui a ventiquattro anni quelli che ci mettevano i soldi diedero qualcosa che altri registi a volte non ottengono in una vita: l’autorità assoluta sul progetto, il potere decisionale, l’esenzione dalle discussioni coi finanziatori – ma su Herman Mankiewicz, lo sceneggiatore quarantatreenne che scrive il film del bambino prodigio.

Ph. Jose Luis Magana / Ap
Ph. Jose Luis Magana / Ap

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Il film sul potere che ha incantato Trump

di Aldo Grasso («Io Donna», suppl. al «Corriere della Sera», 8 aprile 2017)

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che il suo film preferito è Citizen Kane (Quarto Potere, 1941), il capolavoro di Orson Welles. Ma non è questa la notizia. Ci sono molte persone illustri che amano questo film che ormai ha quasi 80 anni.rosebud Continua la lettura di Il film sul potere che ha incantato Trump