Archivi tag: opinione pubblica

La prima volta della Georgia agli Europei è una questione (anche) politica

Ph. Levan Verdzeuli / Getty Images

di Alessandro Frau (agi.it, 7 giugno 2024)

Khvicha Kvaratskhelia sa che dovrà caricarsi sulle spalle tutte le speranze della Georgia a Euro 2024. La Nazionale, guidata dal francese Willy Sagnol, partecipa per la prima volta a un grande torneo internazionale e la stella del Napoli, reduce da una stagione difficilissima con la casacca azzurra, avrà addosso tutti i riflettori e le attenzioni di tifosi e addetti ai lavori. Anche per le sue posizioni politiche.

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Il film che cambiò la percezione sulla guerra nucleare

(ilpost.it, 20 novembre 2023)

La sera di domenica 20 novembre 1983 oltre 100 milioni di persone negli Stati Uniti, circa 38,5 milioni di famiglie, guardarono sul canale Abc un film per la tv di cui si parlava da settimane: The Day After. Immaginava la rapida evoluzione delle tensioni tra Stati Uniti e Unione Sovietica in una terza guerra mondiale dalla prospettiva della popolazione di due città rurali statunitensi, basi di lancio di missili balistici intercontinentali.

Abc

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Cantanti e artisti hanno avuto un ruolo nella guerra in Ucraina

di Davide Maria De Luca e Filippo Menci (ilpost.it, 12 novembre 2023)

Taras Topolia, cantante del popolare gruppo ucraino Antytila, ha scoperto che l’invasione era cominciata grazie a una telefonata del suo tastierista, Serhii Vusyk. «Ho chiuso la chiamata e ho aperto Facebook. C’era solo una serie di post identici con immagini nere e una scritta: “È cominciata. È cominciata. È cominciata”». Era la mattina del 24 febbraio e i primi missili russi sono arrivati poco dopo.

Culture vs war

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“Drive in”, manifesto degli anni Ottanta e della tv commerciale

(ilpost.it, 4 ottobre 2023)

Il 4 ottobre 1983, quarant’anni fa, dagli studi Dear di Roma andò in onda la prima puntata di Drive in, programma comico di Italia 1 che in cinque stagioni sarebbe diventato uno dei simboli degli anni Ottanta e della televisione commerciale. Ideato da Antonio Ricci, Drive in fu uno dei primi programmi costruiti intorno a una serie di sketch comici e brevi stacchi musicali. Ebbe sin dagli esordi un grande successo di pubblico, contribuendo a una stagione in cui le reti Mediaset (allora Fininvest) avrebbero consolidato la loro posizione, diventando rivali “alla pari” dei programmi Rai.

Mediaset

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Breve storia delle foto segnaletiche

(ilpost.it, 25 agosto 2023)

L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è consegnato giovedì alle autorità della Georgia, dove è stato incriminato con l’accusa di aver tentato di sovvertire i risultati ufficiali delle elezioni presidenziali del 2020. Il suo arresto è stato accompagnato da una foto segnaletica, la prima a un ex presidente degli Stati Uniti che sia mai stata fatta, e che immediatamente è diventata un’immagine storica. Nella legge statunitense questo tipo di foto è noto come mugshot, e consiste in una coppia di immagini in cui tradizionalmente la persona arrestata appare di fronte e poi di profilo.

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Trump sta usando la sua foto segnaletica a proprio vantaggio

(ilpost.it, 26 agosto 2023)

Venerdì il sito ufficiale della campagna elettorale di Donald Trump per le presidenziali americane del 2024 ha cominciato a vendere accessori e oggetti con stampata la foto segnaletica scattata durante la messa in stato di fermo dell’ex presidente nella contea di Fulton, in Georgia. Si possono comprare magliette a 34 dollari, poster a 28, tazze a 25 e uno sticker per l’automobile a 12 dollari.

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Meghan Markle, le femministe contro: «È una narcisista estrema, come Donald Trump, Kanye West ed Elon Musk»

di Eva Grippa (repubblica.it, 25 luglio 2023)

Tempi duri per Meghan Markle, che stavolta si trova a dover affrontare le critiche della platea che in passato l’ha sostenuta nel suo percorso, difendendola perfino dalle accuse dei detrattori. Si tratta delle femministe, che cinque anni dopo il matrimonio dell’ex attrice birazziale di Suits con il principe Harry si pongono seri dubbi sulla sua autenticità. Le critiche, in realtà, non sono così recenti, ma sommate alle recenti notizie in merito a un dirigente di Spotify che avrebbe definito la coppia «truffatori del cazzo», compongono un quadro da cui Meghan esce parecchio male.

Getty Images

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Il caos alimentato dai social è niente rispetto a quello che arriverà con l’Intelligenza Artificiale

di Antonio Preiti (linkiesta.it, 15 luglio 2023)

Adesso siamo tutti convinti che i social media determinino le opinioni politiche, e di conseguenza influenzino il voto. Non era così all’inizio, quando un tipico atteggiamento, un po’ supponente, si condensava nel mantra: «… e poi c’è la vita vera». Abbiamo (hanno) scoperto che nell’ambito della vita vera ci sono i social media. Accadeva allora (sembra un tempo remoto, ma siamo a dieci anni fa, o poco più) che la tecnologia permettesse una precisione nella comunicazione politica prima impensata e impensabile.

Shutterstock

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L’elogio di Habermas ai media digitali

di Alberto Ferrigolo (agi.it, 23 settembre 2022)

I media digitali sono un pericolo per la società? Se lo chiede nel suo nuovo libro Jürgen Habermas, il filosofo tedesco tra i principali esponenti della Scuola di Francoforte, che guarda con preoccupazione ad un nuovo “cambiamento strutturale nella sfera pubblica”, come riferisce il settimanale Die Zeit. La tesi è questa: per Habermas il nuovo cambiamento strutturale è il risultato di una “dissoluzione dei confini narrativi”.

Ph. Jet Budelman / De Beeldunie

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Informazione tossica, colonialismo digitale e profitti mostruosi

di Annamaria Testa (internazionale.it, 19 ottobre 2021)

Ogni nostra decisione sul futuro, piccola o grande, riguardante i prossimi trenta minuti o i prossimi trent’anni, si basa su quello che noi sappiamo adesso. E quello che noi adesso sappiamo, o crediamo di sapere, rispecchia l’assieme delle informazioni che, nel corso delle nostre vite e fino a questo momento, ci hanno raggiunto e colpito. E che, convincendoci della loro rilevanza, hanno incessantemente contribuito a formare, a modificare (o a deformare) la nostra visione di noi stessi e delle cose. Dunque, poter disporre di informazioni di qualità è fondamentale perché sia i singoli sia i governi decidano bene e, per dirla con Steven Pinker, in modo razionale e responsabile: tale, cioè, da “salvare il mondo”.

Artur Debat / Getty Images

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