di Antonio Carioti (corriere.it, 28 febbraio 2025)
Cent’anni fa Benito Mussolini, intento alla costruzione della dittatura dopo aver superato la crisi del delitto Matteotti, impose l’uso del “saluto romano” nelle amministrazioni civili: era il 27 novembre 1925. Un segno evidente della volontà di fascistizzare l’apparato dello Stato, mettendolo al servizio di una parte che si proclamava unica vera rappresentante della nazione e, in quanto tale, legittimata a dominare la società intera.
di Francesco Cundari (linkiesta.it, 22 gennaio 2025)
Sinceramente non riesco ad appassionarmi al dibattito sulla natura del gesto fatto da Elon Musk nel giorno dell’insediamento di Donald Trump. Ho visto che qualcuno ha scomodato addirittura degli storici per certificarlo come un perfetto saluto nazista, mentre altri hanno sottolineato le parole che lo accompagnavano, «Il mio cuore è con voi», a corroborare l’idea che l’intenzione fosse ben diversa: non un inquietante omaggio a Hitler, ma una grande cuoricinata alla folla, in cui peraltro di sicuro non mancavano i nazisti della prima ora.
di Fulvio Abbate (huffingtonpost.it, 31 maggio 2024)
Ignoriamo se Vannacci, generale a due stelle, candidato della Lega di Salvini alle elezioni europee, sappia il fatto suo, di sicuro però arriva buon ultimo nel citare velatamente, intento apologetico-sentimentale, la Decima Mas al comando del principe, infine golpista, Junio Valerio Borghese. La X Flottiglia Mas, sia detto per i digiuni di storia militare legata al fascismo terminale, è stata un’unità di fanteria di Marina della Repubblica Sociale Italiana di Mussolini, nei fatti affiancata ai reparti tedeschi occupanti.
Alla fine di luglio, per festeggiare il decimo anniversario dalla fondazione dell’Economic Freedom Fighters (Eff), partito politico del Sudafrica filo-marxista e anticapitalista, il suo fondatore Julius Malema e migliaia di sostenitori riuniti nello stadio di Johannesburg hanno cantato alcuni versi di una vecchia canzone anti-apartheid: Kill the boer, kill the farmer, cioè “Uccidi il boero”, la parola che in Olandese e in Afrikaans significa “contadino” e che, in generale, indica una popolazione sudafricana che discende dai colonizzatori olandesi.
Il centenario della Marcia su Roma, Fratelli d’Italia con la fiamma nel simbolo, la trilogia M di Antonio Scurati, Dante pensatore di destra secondo il ministro Sangiuliano, il pestaggio al Liceo Michelangiolo di Firenze, Ignazio La Russa su Via Rasella, la cancel culture anglosassone hanno riacceso la discussione sull’eredità dei regimi coloniali degli ultimi due secoli fino a mettere in discussione non tanto le statue di schiavisti, monarchi e intellettuali (come il montanelloide dei giardini di Porta Venezia) ma persino quella dedicata a Gandhi – razzista!
Nel 1977 l’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano, il Fronte della Gioventù, organizzò un festival con musica dal vivo, radio libere e dibattiti su temi sociali e politici. In un campo della località Montesarchio, in provincia di Benevento, si radunarono centinaia di giovani di destra (tra cui il futuro sindaco di Roma Gianni Alemanno) dormendo in tenda, parlando di condizione femminile e teatro d’avanguardia e ascoltando band come gli Amici del Vento e la Compagnia dell’Anello. Tra le altre cose i militanti presenti tentarono di formare una grossa croce celtica umana, simbolo che era presente in molte bandiere e striscioni al campo. Questo festival era chiamato “Campo Hobbit”, dal nome delle creature fantastiche inventate dallo scrittore inglese J.R.R. Tolkien, capostipite della narrativa fantasy moderna e autore della conosciutissima saga del Signore degli Anelli, pubblicata tra il 1954 e il 1955.
di Valerio Moggia (linkiesta.it, 16 settembre 2022)
Pochi si sono sorpresi davanti ai disordini scatenati dai tifosi della Dinamo Zagabria, in trasferta mercoledì a Milano per la Champions League: ovunque vadano succede qualcosa del genere. Milano li aveva già conosciuti nel novembre del 2019, quando erano venuti a sfidare l’Atalanta in Champions. Il copione è sempre lo stesso: maglie nere, aggressioni e saluti nazisti. Sono questi i tratti distintivi dei Bad Blue Boys (Bbb), il gruppo ultras formatosi a Zagabria nel 1986 e divenuto abbastanza celebre per i disordini del Maksimir del 13 maggio 1990, la partita che secondo il (falso) mito diede avvio alla guerra nei Balcani. Già all’epoca i Bbb erano un gruppo di tifosi d’ideologia nazionalista nostalgici degli ustascia, ritenuti molto vicini al partito Hdz di Franjo Tudjman, da cui poi si sono progressivamente distaccati – un po’ perché Tudjman appoggiava i vertici del club, che intendevano cambiare nome alla Dinamo, e un po’ perché negli anni il partito è passato su posizioni più moderate.
di Christian Rocca (linkiesta.it, 11 ottobre 2021)
I fascisti e gli imbecilli ci sono, ci sono sempre stati, adorano farsi notare, anche se raramente sono stati così visibili e rumorosi come nell’era dell’ingegnerizzazione algoritmica della stupidità di massa. I fascisti e gli imbecilli si fanno sentire sia in remoto sia in presenza, all’assalto della Cgil, nei cortei no mask, no vax, no green pass e contro la casta, ma anche in televisione e in tre delle quattro forze politiche maggiori del Paese. In termini di adesione ai principi fascisti e dell’imbecillità, non c’è alcuna differenza tra le piazze grilline e quelle dei forconi, tra i seguaci del generale Pappalardo e i neo, ex, post camerati della Meloni, tra i baluba di Pontida e i patrioti del Barone Nero, tra i vaffanculo di Casaleggio e i gilet gialli di Di Maio, tra i seguaci di Orbán e quelli di Vox, tra i mozzorecchi di Bonafede e i giustizialisti quotidiani, tra i talk show complici dell’incenerimento del dibattito pubblico e gli intellettuali e i politici illusi di poter romanizzare i barbari.
di Michele Caltagirone (it.blastingnews.com, 13 febbraio 2018)
«Io non ho creato il fascismo, ma l’ho tratto dall’inconscio degli italiani». Lo disse Benito Mussolini nell’ultima intervista, rilasciata al giornalista Ivanoe Fossati. Era il marzo del 1945, poco più di un mese prima di Piazzale Loreto.Continua la lettura di Matteo Salvini, il piccolo borghese e la nuova destra→