Archivi tag: Nelson Mandela

Naomi Campbell non è Ferragni

Ph. Louise Delmotte / Ap

di Guia Soncini (linkiesta.it, 30 settembre 2024)

Per spiegare perché l’inciampo di Naomi Campbell è probabile non divenga il declino di Chiara Ferragni, è necessario partire da Boris Johnson. Anzi no, da Kate Middleton. Anzi no, da Teri Hatcher. Nell’aprile del 2006, Desperate Housewives è alla fine della seconda stagione, ed è il prodotto televisivo del momento in un modo che è difficile da far capire a chi sappia leggere il mondo solo con gli strumenti di due decenni dopo, quando di prodotti televisivi del momento ce ne sono una cinquantina l’anno.

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Il ritorno della kefiah

di Vincenzo Ligresti (ilpost.it, 4 aprile 2024)

Dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas si è rivista anche in Occidente – in giro, nelle manifestazioni, nelle fotografie sui giornali – la kefiah, il copricapo tradizionale utilizzato nel mondo arabo, in cotone e con una fantasia a scacchi, diventata nel tempo simbolo del nazionalismo e della causa palestinese. La kefiah è indossata fuori dalla Palestina almeno dagli anni Sessanta: inizialmente aveva un messaggio politico che si è svuotato nel tempo, fino a diventare un accessorio come un altro proposto da marchi di moda nelle loro collezioni.

Ph. Ron Edmonds / Ap

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“Uccidi il boero”, la canzone contro l’apartheid di cui si discute in Sudafrica

(ilpost.it, 4 agosto 2023)

Alla fine di luglio, per festeggiare il decimo anniversario dalla fondazione dell’Economic Freedom Fighters (Eff), partito politico del Sudafrica filo-marxista e anticapitalista, il suo fondatore Julius Malema e migliaia di sostenitori riuniti nello stadio di Johannesburg hanno cantato alcuni versi di una vecchia canzone anti-apartheid: Kill the boer, kill the farmer, cioè “Uccidi il boero”, la parola che in Olandese e in Afrikaans significa “contadino” e che, in generale, indica una popolazione sudafricana che discende dai colonizzatori olandesi.

Ph. Alaister Russell

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Addio a Harry Belafonte, mito della musica e dei diritti civili

(ansa.it, 26 aprile 2023)

Addio a un mito della musica e dei diritti civili: Harry Belafonte, che negli anni Cinquanta aveva sfondato le classifiche pop ma anche le barriere della razza, diventando una forza nel movimento per i diritti degli afroamericani, è morto a 96 anni nella sua casa dell’Upper West Side di Manhattan. Nato a Harlem da genitori originari di Martinica e di Giamaica, amico da giovane di Martin Luther King e da vecchio grande oppositore di Donald Trump, Belafonte portò alla ribalta la musica caribica con canzoni come Day-O (The Banana Boat Song) e Jamaica Farewell.

pbs.org

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Asimbonanga: cosa vuol dire l’ultima parola nella canzone di Leo Gassmann

di Debora Faravelli (notizie.it, 5 febbraio 2020)

Ha debuttato sul palco di Sanremo tra le nuove proposte sfidandosi con Fadi e proponendo al pubblico il brano Vai bene così. La giuria demoscopica ha deciso di premiare Leo Gassmann, che potrà partecipare alla finale insieme a Tecla.Leo_Gassmann_Vai_bene_cosi Continua la lettura di Asimbonanga: cosa vuol dire l’ultima parola nella canzone di Leo Gassmann

Il primo capitano nero del Sudafrica di rugby

di Pietro Cabrio (ilpost.it, 17 settembre 2019)

La storia contemporanea del Sudafrica è stata scandita anche dal rugby, il suo sport nazionale. Nel Novecento, durante i quarant’anni di apartheid – la sistematica discriminazione e segregazione dei neri – la nazionale di rugby sudafricana fu il vanto dei boeri, la minoranza bianca, ricca e segregazionista del Paese. Quando invece il regime dell’apartheid venne abolito e dichiarato crimine contro l’umanità, la stessa nazionale divenne inaspettatamente il primo grande simbolo popolare del nuovo Sudafrica unito.

Getty Images
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Bono: «Sui rifugiati la settimana della svolta. Merkel nuovo simbolo morale dell’Europa»

Intervista al leader degli U2: «L’Unione è un concetto freddo, che impariamo a scuola, ma dentro non ci sono cuore e sangue. L’accoglienza che abbiamo visto resterà nella storia e non verrà dimenticata»

di Mario Calabresi e Massimo Russo (lastampa.it, 7 settembre 2015)

Alla fine del primo concerto europeo, quello di Torino che ha inaugurato il tour degli U2, Bono aveva fatto un tweet provocatorio: «Cosa volete? Un’Europa con il suo cuore e i suoi confini chiusi alla misericordia o un’Europa dal cuore aperto?». Non si sarebbe mai aspettato che la risposta arrivasse in così poco tempo come racconta in questa intervista esclusiva a La Stampa: Continua la lettura di Bono: «Sui rifugiati la settimana della svolta. Merkel nuovo simbolo morale dell’Europa»