Archivi tag: Neil Young

Via da Spotify le canzoni di Neil Young. Ma non è finita…

di Gabriele Fazio (agi.it, 27 gennaio 2022)

“O me o Joe Rogan su Spotify, non entrambi” aveva minacciato Neil Young nei giorni scorsi con una lettera, condivisa poi sui social (ed eliminata poco dopo), indirizzata al proprio manager. Impossibile la convivenza sulla stessa piattaforma della sua musica con The Joe Rogan Experience, uno dei più seguiti podcast del palinsesto statunitense su Spotify che, secondo il cantautore canadese dal passaporto a stelle e strisce, avrebbe diffuso notizie false riguardo l’emergenza sanitaria, appoggiando tesi smaccatamente no vax. Il podcast al momento è ancora disponibile, di Neil Young su Spotify è rimasto solo un disco, il live Paris 1989, l’EP Neil Young At Live Aid e il brano Campfire, composto per la colonna sonora del film Bright, al quale si è prestato in featuring con Shelley FKA DRAM.

Ph. Michael Tran / FilmMagic

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I rabbiosi anni Ottanta di Joni Mitchell

di Daniele Cassandro (internazionale.it, 19 ottobre 2020)

La Joni Mitchell degli anni Ottanta non è mai stata amata. Giornalisti musicali e fan erano rimasti affezionati a capolavori come Blue o Hejira e, in quegli anni turbolenti, se li stringevano addosso come la coperta di Linus. Per questo la generazione che aveva trenta o quarant’anni nel 1985 accolse con imbarazzo un album di pop elettronico e sperimentale come Dog eat dog. Perché tutti quei sintetizzatori? Perché quei testi spigolosi e arrabbiati? Soprattutto, che fine ha fatto la chitarra acustica? Per la maggior parte di loro Joni Mitchell doveva essere ancora, e per sempre, la musa hippy di Woodstock e nessuno era disposto a vederla trasformarsi in un incrocio tra la Laurie Anderson di Big science e il Neil Young sintetico di Trans.JoniMitchell_Dog_eat_dog Continua la lettura di I rabbiosi anni Ottanta di Joni Mitchell

Si può impedire a un politico di usare una canzone?

(ilpost.it, 13 agosto 2020)

Il 5 agosto il cantante e musicista canadese Neil Young ha fatto causa a Donald Trump presso un tribunale federale statunitense, accusandolo di violazione del copyright per aver usato due sue canzoni – Rockin’ in the free world e Devil’s sidewalk – durante il comizio di giugno a Tulsa, in Oklahoma. Young – che da qualche mese è diventato cittadino statunitense proprio allo scopo di votare alle presidenziali di novembre – ha detto di non poter permettere che la sua musica sia usata «come colonna sonora di una campagna divisiva e antiamericana, basata sull’odio e l’ignoranza».FB_Neil_Young Continua la lettura di Si può impedire a un politico di usare una canzone?

Cercando un leader nel 2020: Neil Young fa a pezzi Donald Trump

(rockol.it, 30 luglio 2020)

Il cantautore canadese (ancora) contro il presidente degli Stati Uniti. Dal 2016, l’anno in cui Donald Trump s’insediò alla Casa Bianca, avendo la meglio alle presidenziali sulla candidata democratica Hillary Clinton, Neil Young è sempre stato molto critico nei confronti dell’operato del tycoon. Contro Trump si è scagliato anche recentemente, facendo sapere di essere intenzionato a fargli causa dopo che per l’ennesima volta il presidente americano ha utilizzato una sua canzone, Rockin’ in the free world, in uno dei suoi comizi, senza chiedergli il permesso.neil_young_american Continua la lettura di Cercando un leader nel 2020: Neil Young fa a pezzi Donald Trump

Linkin Park contro Trump che usa “In the end”

(rockol.it, 19 luglio 2020)

L’uso e l’abuso di canzoni rock da parte di Donald Trump e del suo staff è pratica ormai tristemente nota. E altrettanto note sono le reazioni degli artisti, che si scagliano contro il presidente quasi sempre senza successo: Trump e i suoi continuano imperterriti. Questa volta però, i Linkin Park hanno battuto Trump sul suo terreno: i social media.ChesterBennington-DonaldTrump Continua la lettura di Linkin Park contro Trump che usa “In the end”

La famiglia di Tom Petty diffida Trump

(ansa.it, 22 giugno 2020)

La famiglia del defunto musicista americano Tom Petty ha diffidato formalmente Donald Trump dall’usare nella sua campagna elettorale il brano I won’t back down, come ha fatto lo scorso 20 giugno nel comizio di Tulsa, in Oklahoma. Una campagna – hanno scritto su Twitter Adria, Annakim, Dana e Jane Petty – che «si è lasciata alle spalle troppi americani e il buon senso». «Siamo fermamente contro il razzismo» spiegano «e ogni tipo di discriminazione. Tom Petty non avrebbe mai voluto che una sua canzone fosse usata per una campagna d’odio».Petty_vs_Trump Continua la lettura di La famiglia di Tom Petty diffida Trump

I Village People chiedono a Trump di non usare le loro canzoni

(huffingtonpost.it, 6 giugno 2020)

Niente più Macho Man per Donald Trump. I Village People hanno chiesto al presidente degli Stati Uniti di non suonare più le loro canzoni ai suoi comizi. Il tycoon ha attinto spesso ai successi musicali della band per esaltare i momenti topici dei suoi incontri. La richiesta parte da Victor Willis, tra i celebri volti della band degli anni Settanta. I Village People avevano dato inizialmente via libera al presidente, ma la decisione è mutata in seguito ai fatti seguiti alla morte dell’afroamericano George Floyd.VillagePeople Continua la lettura di I Village People chiedono a Trump di non usare le loro canzoni

La lista dei cantanti anti-Trump? Sempre più lunga e agguerrita

di Giusi Fasano («7», suppl. al Corriere della Sera», 8 novembre 2018)

La diffida è arrivata pochi giorni fa all’ufficio legale della Casa Bianca. Mittente: l’avvocato del cantante americano Pharrell Williams. Che se la prende direttamente con Donald Trump. «Il giorno dell’omicidio di 11 persone per mano di un “nazionalista” folle», scrive, «il Presidente ha usato la canzone Happy (Felice) in un evento politico in Indiana. Non c’era nulla di “felice” nella tragedia inflitta al nostro Paese e nessuna autorizzazione era stata concessa per l’uso di questa canzone per questo scopo».pharrell-vs-trump Continua la lettura di La lista dei cantanti anti-Trump? Sempre più lunga e agguerrita

Usa, Adele vieta a Trump di usare le sue hit: «La mia musica non è per la politica»

(repubblica.it, 1° febbraio 2016)

«La musica di Adele non deve essere utilizzata a fini elettorali». L’annuncio arriva dal portavoce della cantante britannica ed è rivolto a Donald Trump, candidato alle primarie repubblicane Usa. Continua la lettura di Usa, Adele vieta a Trump di usare le sue hit: «La mia musica non è per la politica»