Archivi tag: Movimento 5 Stelle

Elezioni in Lombardia e Lazio: gli eletti tra i famosi

(upday.com, 15 febbraio 2023)

Entrano i due Vittorio (Feltri e Sgarbi), restano fuori il virologo Fabrizio Pregliasco e l’ex assessore al Welfare Giulio Gallera, rimpiazzato a gennaio del 2021 da Letizia Moratti. Questo il destino dei candidati più noti alle elezioni regionali in Lombardia e Lazio. Il direttore editoriale di Libero Vittorio Feltri dovrebbe presiedere la prima seduta del Consiglio regionale lombardo. A 79 anni, è il più vecchio consigliere dopo l’elezione nelle liste di Fratelli d’Italia per rappresentare la provincia di Milano.

Ansa

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Post-democrazia: nella società digitale siamo più sudditi che cittadini

di Alfonso Celotto (huffingtonpost.it, 3 gennaio 2023)

Per secoli, forse per millenni, siamo stati sudditi. Cioè sottomessi al potere di un Monarca superiore alle leggi perché regna per grazia di Dio, prima ancora che per volontà per la nazione. Come diceva Polibio, i Re nascono per comandare. Noi per obbedire, perché «senza obbedienza il diritto del potere sarebbe vano, e di conseguenza lo Stato non sarebbe affatto costituito» (sono parole di Hobbes, De Cive, VI, 13).

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Donatella Bianchi candidata dal MoVimento 5 Stelle alla presidenza del Lazio

di Marina de Ghantuz Cubbe (repubblica.it, 28 dicembre 2022)

«Vola vola l’olandesina, sopra i prati e sulla collina e ad ognuno porterà qualche momento di felicità», cantava nel 1979 Donatella Bianchi, oggi candidata nel Lazio per il MoVimento 5 Stelle e al tempo volto esordiente della televisione. Un lungo percorso che l’ha portata alla conduzione di Linea blu su Rai 1: nata a La Spezia 59 anni fa, del mare ha fatto non solo il format del sabato pomeriggio, ma una battaglia personale per tutelarlo e valorizzarlo.

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Sovranisti su Marte: l’appello agli alieni dei fan di Bolsonaro

di Francesco Cundari (linkiesta.it, 23 novembre 2022)

Per buona parte degli ultimi trent’anni la sinistra si è divisa intorno alla questione della cosiddetta demonizzazione di Silvio Berlusconi e del suo elettorato. Da un lato c’era chi sosteneva che delegittimare e squalificare moralmente metà degli italiani non avrebbe reso più facile vincere le elezioni, dall’altro chi riteneva al contrario che solo una contrapposizione durissima e intransigente avrebbe potuto salvare l’anima (e anche i consensi) della sinistra.

Unsplash

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Il populismo di Elon Musk

di Alessandro Balbo (linkiesta.it, 22 novembre 2022)

«Vox Populi, Vox Dei». Voce di popolo, voce di Dio. La sentenza con cui Elon Musk ha decretato la riammissione di Donald Trump su Twitter dopo aver pubblicato un sondaggio sulla piattaforma, ora di sua proprietà, richiama concetti di natura biblica e medioevale, ma si fa anche manifesto della peggiore forma di populismo della nostra epoca.

Ap / LaPresse

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Grillo pensa più al teatro che alla politica

(ilfoglio.it, 8 novembre 2022)

Riecco Beppe Grillo, ma questa volta non si tratta di politica o almeno non nell’accezione pentastellata degli ultimi anni. L’Elevato annuncia il ritorno a teatro con un post dal suo profilo Instagram: «Io sono il peggiore», è il titolo del tour che inizia il 15 febbraio 2023 ad Orvieto. Sarà «lo spettacolo delle rivelazioni, dove tutti sono coinvolti e nessuno è escluso», si legge nella nota diffusa dallo staff del fondatore del Movimento 5 Stelle.

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L’exploit del Partito della Birra alle elezioni presidenziali in Austria

di Alessandro Vinci (corriere.it, 10 ottobre 2022)

Alcuni sondaggi gli accordavano non più del 5% delle preferenze. Alla fine ha raggiunto addirittura l’8,4%. Se la rielezione alla presidenza austriaca di Alexander Van der Bellen veniva data per scontata, all’indomani delle consultazioni nel Paese d’Oltralpe a sorprendere è il risultato dell’outsider Dominik Wlazny, in arte Marco Pogo. Il motivo è presto detto: si tratta del leader del Partito della Birra, fondato nel 2015 come semplice «progetto satirico» né di destra né di sinistra.

Ph. Max Hammel

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Il vero problema degli scienziati che si candidano in politica

di Enrico Bucci (ilfoglio.it, 18 agosto 2022)

Durante le prossime elezioni, assisteremo a un fenomeno nuovo, o perlomeno a un fatto che si verifica a una scala prima non osservata: la presenza di candidati scelti fra le fila della comunità scientifica, in opposizione a una congerie più vasta del solito di candidati provenienti dall’area di chi invece alla scienza si oppone, e vorrebbe sostituirvi la propria credenza preferita (o, per meglio dire, il proprio insieme di cospirazioni alternative). Non mi occuperò di questi ultimi, che hanno rotto gli argini della decenza dai tempi in cui il MoVimento 5 Stelle ha imbarcato i sostenitori espliciti di ogni sorta di sciocchezze, purché fossero una manifestazione di opposizione a quanto fatto dai loro predecessori; non me ne occuperò, anche se, senza dubbio, pure in questo caso si osserva nel momento attuale un fenomeno che agisce su scale ben diverse da quelle sin qui viste, con intere liste fondate in aperta contrapposizione alle “verità ufficiali”, al “sistema”, e in supporto di ogni sorta di castroneria utile a scaldare gli animi.

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Per capire il destino dei 5 Stelle bastavano gli outfit

di Giulio Silvano (ilfoglio.it, 12 luglio 2022)

Dove son finiti i tempi in cui la sinistra si criticava perché troppo elegante, gli anni in cui Fausto Bertinotti veniva lapidato per un maglioncino di cachemire (che si difese dicendo “era usato!” e poi iniziarono a regalargliene, anche le operaie, per solidarietà o sberleffo). I tempi in cui lo spin doctor di François Mitterrand, Jacques Séguéla, consigliava al futuro presidente di mettersi degli abiti un po’ più stropicciati, un po’ più consunti, per avere il favore del popolo in campagna elettorale, riservando l’eleganza formale (che gli donava eccome) solo a certe occasioni, come le nozze di Carlo e Diana. Con il nuovo turn-out elettorale in Francia, i membri del nuovo gruppo Nupes sono arrivati al Palais Bourbon un po’ troppo casual, tanto che il sociologo Mathieu Bock-Côté ha detto: “Non ci si presenta in maniche di camicia all’Assemblée Nationale”, così come “non ci si presenta in bermuda e infradito a un colloquio di lavoro”.

Ph. Alessandro Di Meo / Ansa

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Giarrusso su Giarrusso

di Luciano Capone (ilfoglio.it, 25 maggio 2022)

Voltagabbana, traditori, cazzari, scilipotini, ladri di voti. Sono solo alcuni degli epiteti con cui Dino detto iena Giarrusso definiva i suoi colleghi di Partito che avevano deciso di lasciare il M5S perché in dissenso con la linea politica, senza però dimettersi. Che è poi esattamente ciò che ha appena fatto Giarrusso: «Annuncio che lascerò il MoVimento 5 Stelle» ha detto alla trasmissione Coffee Break su La 7. «Già so la delusione di tantissime persone che mi scrivono e mi chiedono di non mollare e so che farò la gioia di tanti che nel MoVimento mi hanno sempre combattuto». L’europarlamentare, da tempo in dissidio con la linea di Giuseppe Conte, esce dal M5S per fondare un movimento alternativo con gli altri “voltagabbana”, “traditori”, “cazzari” e “ladri di voti” come lui. Perché anche Giarrusso, proprio come i suoi predecessori, non ha intenzione di lasciare il seggio a Bruxelles e tutti i relativi “privilegi” (li chiamavano così, no?) come imporrebbero le sacre regole del MoVimento che si era impegnato a rispettare.

Dino Giarrusso via Twitter

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