Archivi tag: moda vestimentaria

Melania Trump come Claire Underwood: la foto ufficiale ricorda “House of Cards”

di Viviana Mazza (corriere.it, 28 gennaio 2025)

Melania Trump, appena insediata alla Casa Bianca, ha subito fatto aprire un dibattito on line col suo look “disruptive”, di rottura, rispetto alle passate first lady (per il cappello che le copriva gli occhi). Ora la foto ufficiale, in tailleur pantalone [Dolce & Gabbana], di fronte a una grande finestra con l’obelisco del National Mall alle sue spalle, le mani appoggiate con la punta delle dita sul tavolo, ha subito ricordato a molti Claire Underwood, la first lady di House of Cards (che diventa alla fine 47esima presidente degli Stati Uniti).

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Ivanka Trump abbigliata come Audrey Hepburn al Liberty Ball

Ph. Carlos Barria / Reuters – Paramount / Kobal / Shutterstock

di Alessandra Baldini (ansa.it, 23 gennaio 2025)

Ivanka Trump ne clona l’abito da sera per il Liberty Ball e Audrey Hepburn si rivolta nella tomba? La pensa così Sean Ferrer, per nulla sorpreso, ma anche sconcertato, da quando ha visto la figlia di Donald Trump vestita come sua madre nel film del 1954 Sabrina. La diva di Vacanze romane – ha suggerito Ferrer – sarebbe più vicina alle posizioni della vescova episcopale Mariann Budde, che martedì ha chiesto a Trump «misericordia» per gay e migranti che a quelle del nuovo inquilino della Casa Bianca.

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Da Melania a Usha Vance, a Washington la moda è politica

Ph. Angelina Katsanis / Pool – Afp via Getty Images

di Chiara Beghelli (ilsole24ore.com, 20 gennaio 2025)

Spazzate le vie le voci che la volevano sostanzialmente separata dal marito Donald («La mia priorità è essere madre, essere First Lady ed essere moglie», ha detto circa una settimana fa), Melania Trump si appresta a tornare Flotus – First Lady of the United States. Misurata nelle parole e nei gesti, pressoché impeccabile, alle spalle del marito che salutava gli ospiti della cena pre-giuramento organizzata alla National Gallery of Art di Washington, sembrava una sorta di sacerdotessa della fede Maga.

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Mark Zuckerberg è diventato il fashion designer di sé stesso

Meta

di Chiara Da Col (vanityfair.it, 15 gennaio 2025)

Che Mark Zuckerberg fosse un uomo dalle mille risorse – e sorprese, viste le recenti notizie – era cosa nota, ma che nascondesse anche un talento da fashion designer, be’, quello forse ci era sfuggito. Il presidente di Meta ha infatti dichiarato di realizzare da solo le t-shirt che ultimamente sta sfoggiando durante gli eventi pubblici.

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Il nuovo look di Donald Trump

Edel Rodriguez

(agi.it, 19 gennaio 2025)

Niente più “Orange Men” – l’uomo arancione –, come i suoi detrattori avevano soprannominato Donald Trump per il biondo platino dei capelli e l’incarnato eccessivamente dorato, frutto, si dice, di troppo spray autoabbronzante. Il futuro presidente degli Stati Uniti ha adottato da qualche giorno un look molto più sobrio.

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Il grande coming out del 1984

di Giacomo Papi e Francesco Vezzoli (ilpost.it, 28 dicembre 2024)

Questo testo nasce da una lunga conversazione. I virgolettati sono da attribuire a Vezzoli, il resto a entrambi.

Era il migliore dei tempi, era il peggiore dei tempi, era l’epoca della fede, era l’epoca dell’incredulità, il comunismo moriva, il consumismo esplodeva, e tutto si trasformava in un marchio. Erano gli anni dell’Aids, erano gli anni della liberazione. Era il 1984, l’anno del grande coming out. Come se rispondessero a un richiamo della Storia, molti musicisti e gruppi che ruotavano intorno alla club culture di Londra dichiararono simultaneamente e con orgoglio la propria omosessualità.

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Prima delle elezioni Trump aveva già vinto nella moda

Ph. Thibault Camus / Ap

(ilpost.it, 22 novembre 2024)

I segnali della vittoria di Donald Trump alle presidenziali statunitensi non c’erano solo nei sondaggi ma anche nella moda, come hanno scritto subito dopo il risultato molte esperte sui social. Le tendenze su come vestirsi che hanno avuto successo negli ultimi due o tre anni negli Stati Uniti si richiamano soprattutto alla visione del mondo dei Repubblicani, cosa che riflette lo spostamento generale della nazione verso quei valori e aiuta a spiegarne, in parte, la vittoria.

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Usa 2024: il look di Melania Trump è un inno al power dressing

Getty Images

di Alessandra D’Acunto (repubblica.it, 6 novembre 2024)

Autorevolezza, rigore, nessun dettaglio fuori posto. Il tailleur gonna indossato da Melania Trump la notte delle elezioni, al Convention Center di West Palm Beach, nella Florida roccaforte repubblicana, è granitico, anche nel colore. Come lo è stato l’atteggiamento della ex, e ora di nuovo, First Lady d’America, prima che ci fosse la certezza che Donald Trump aveva centrato l’obiettivo diventando il 47esimo presidente degli Stati Uniti.

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Il Britpop è tornato improvvisamente di moda

Ph. Christopher Furlong / Getty Images

di Elia Pelizzari (esquire.com, 2 settembre 2024)

Usciva nel 1997 il disco che avrebbe rivoluzionato la musica pop/rock. Parlo di Ok Computer dei Radiohead: un album cupo, distorto, calmo, un progetto che rispecchia lo spirito della band. Dodici canzoni in cui Thom Yorke, il cantante, monta e costruisce un preludio sconsolato su ciò che saranno gli anni Duemila con l’avvento sempre più deciso della tecnologia. I Radiohead portano una wave nuova nel panorama del rock britannico e per i media Ok Computer avrebbe anche sancito, tra le varie cose, la fine del Britpop.

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Il ritorno dell’estetica country

Paramount

di Giuliana Matarrese (linkiesta.it, 31 maggio 2024)

Lo diciamo da subito, non è merito di Pharrell Williams o di Beyoncé se oggi parliamo di westerncore. I due imprenditori e artisti sono solo l’ultimo anello, quello più visibile, di una catena che vede le sue origini non certo in una sfilata o in un album neanche troppo country a dir la verità – per ammissione della stessa Beyoncé – ma in un susseguirsi di cause, serie tv e album musicali che vedono il loro inizio circa cinque anni fa. È stato allora, nel 2018, che Paramount Network ha mandato in onda la prima puntata di Yellowstone, serie tv nella quale Kevin Costner interpreta il ruvido John Dutton, tycoon e multimilionario proprietario di lande sterminate nel Montana, con annesso ranch.

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