Archivi tag: moda vestimentaria

La Misericordia di Ponsacco non è stata misericordiosa con Salvini

di Enzo Boldi (giornalettismo.com, 22 settembre 2020)

A parlare di strumentalizzazione politica – da cui si dissocia – è la stessa associazione che da oltre un secolo dà assistenza alle persone malate più povere. Quella maglia indossata (e sfoggiata davanti alle telecamere che attendevano il suo arrivo al seggio) da Matteo Salvini recandosi alle urne elettorali per votare al referendum è diventata un vero e proprio caso. Con un comunicato social – in cui non si cita mai espressamente il leader della Lega – la Misericordia di Ponsacco ha espresso tutto il proprio malcontento.

Il Tirreno
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Su certi capi di Patagonia c’è un’etichetta che invita a votare contro “gli stronzi”

(ilpost.it, 17 settembre 2020)

Da alcuni giorni circola molto sui social network la foto dell’etichetta di un capo di abbigliamento del marchio Patagonia dove, al posto delle classiche istruzioni per il lavaggio, è presente la scritta “Vote the assholes out” (“Vota e caccia quegli stronzi”). La scritta, la cui autenticità è stata confermata dalla portavoce di Patagonia Corley Kenna a Mashable, fa riferimento alle prossime elezioni negli Stati Uniti e rientra nelle campagne di Patagonia contro il cambiamento climatico.

@CoreyCiorciari via Twitter
@CoreyCiorciari via Twitter

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Jill Biden e lo stivale che invita al voto

di Eva Grippa (d.repubblica.it, 15 settembre 2020)

La chiamano diplomazia della moda e consiste nell’uso di abiti o accessori per inviare messaggi politici o sociali. E la scelta di Jill Biden fa scuola, sul tema. La moglie del vicepresidente in carica Joe Biden, candidato democratico alle elezioni per la Casa Bianca, è stata fotografata con indosso uno stivale nero con la scritta VOTE, ovvero VOTA!, mentre con il marito lasciava l’edificio statale a Wilmington, Delaware, dopo aver votato per le primarie.

Ph. Jim Watson / Getty Images
Ph. Jim Watson / Getty Images

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Trucco, parrucco e parrucconi: c’è Elly Schlein in copertina

di Guia Soncini (linkiesta.it, 7 settembre 2020)

Nelle due settimane tra il 21 agosto e oggi c’è tutta la distanza che separa la leadership di chi maneggia i media come fossero plastilina e il tentativo di leadership di chi pensa che basti pensare e dire cose giuste, tutto l’abisso che divide una camicia di jeans da una camicia di jeans. Il 21 agosto, sul canale YouTube di Vogue viene caricato un video di diciotto minuti. È una lunghezza spropositata. Chi ha tempo per diciotto minuti? Una storia di Instagram sono quindici secondi, ormai è quella la nostra soglia d’attenzione.EllySchlein_Espresso Continua la lettura di Trucco, parrucco e parrucconi: c’è Elly Schlein in copertina

I capi d’abbigliamento iconici diventati simbolo di libertà

di Essia Sahli (vanityfair.it, 7 giugno 2020)

La moda è una delle forme espressive umane, singola e collettiva al tempo stesso, che forse meglio incarna i continui cambiamenti storici. Questo perché spesso e volentieri è stata la comparsa di alcuni capi d’abbigliamento, in una data epoca, ad aver premuto l’acceleratore sulla sovversione di paradigmi e canoni, così come sulle restrizioni e le costrizioni sociali. Nel libro Il senso della moda, Roland Barthes rifletteva su questo fiuto della moda, spesso infallibile, e in particolare su che rapporto ha con la Storia.

Getty Images
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Le leggi del lusso

di Claudio Giunta (ilfoglio.it, 1° giugno 2020)

Nel Canto XXIII del Purgatorio, nel girone dei golosi, Dante incontra l’amico di gioventù Forese Donati – tanto magro e consunto da essere irriconoscibile – e con lui si mette a parlare di Firenze: la città che Forese aveva lasciato meno di cinque anni prima, morendo, e che Dante lascerà nel 1301, esule, e nella quale non farà mai più ritorno. Quando parla della Firenze dei suoi anni, Dante ha sempre – nella Commedia, nella Monarchia, nelle lettere – parole amarissime, ma in genere se la prende con i papi e gli imperatori e i loro aiutanti.Muzzarelli_regole_del_lusso Continua la lettura di Le leggi del lusso

La borsa e la vita: quello che le reali stringono tra le mani

di Giorgia Olivieri (vanityfair.it, 31 marzo 2020)

Più che una borsa, un enigma da risolvere. Ma cosa ci sarà mai in quegli oggetti del desiderio sfoggiati da principesse, duchesse e regine? Chiedere non sarebbe buona creanza, ma tutto ciò che appare tra le mani delle donne delle famiglie reali sparse per il pianeta desta sempre e comunque un enorme interesse. Uno scudo, un vezzo, un mezzo per comunicare: le borse regali tutto sono tranne quelle appendici piene zeppe di roba, trascinate ogni giorno in lungo e in largo da donne reali come molte.1_crown_bags Continua la lettura di La borsa e la vita: quello che le reali stringono tra le mani

Ferragni agli Uffizi e i peggiori intellettuali del mondo

di Guia Soncini (linkiesta.it, 20 luglio 2020)

Hanno tutti torto. Nel caso che ci ha intrattenuti nel weekend, quello in cui la cultura alta (qualunque cosa essa sia) si sente offesa da Chiara Ferragni fotografata davanti a un Botticelli in una pausa d’un servizio di Vogue Hong Kong scattato agli Uffizi, hanno tutti torto, come d’altra parte sempre accade nelle polemiche social, una categoria filosofica che è sempre una gara a chi è più scemo o sa peggio sostenere le proprie ragioni.ChiaraFerragni_Uffizi Continua la lettura di Ferragni agli Uffizi e i peggiori intellettuali del mondo

L’apocalisse in passerella: la moda aveva previsto tutto?

di Serena Tibaldi (d.repubblica.it, 11 maggio 2020)

Tutto ci saremmo aspettati solo qualche mese fa, ma non che, tra gli scenari futuri visti in passerella, quello che si sarebbe avvicinato di più alla realtà sarebbe stato l’ideale proposto da Marine Serre. Non per mancanza di stima, ma perché la visione della ventinovenne francese, che in tre anni è diventata uno dei nomi da seguire del panorama internazionale (ha vinto pure l’Lvmh Prize, e ha firmato un contratto di collaborazione con Nike), pareva essere solo un esercizio di stile, tra l’estetica da rave-party, i richiami alla cultura islamica e l’insistenza su una visione assai cupa del futuro.Balenciaga_a-i_2020 Continua la lettura di L’apocalisse in passerella: la moda aveva previsto tutto?

Il virus e il tricolore

di Antonio Del Giudice (blitzquotidiano.it, 27 maggio 2020)

Maschere e Coronavirus. Avendo io una storia di pugliese girovago per l’Italia, da Milano a Palermo, mi sorprendo tutte le volte che guardo la bandiera nazionale. Il tricolore mi parla dell’unità d’Italia e per me finisce lì. Sono d’accordo, cum grano salis, con chi giudica il nostro popolo migliore delle sue classi dirigenti. Ma mi fermerei ai periodi calamitosi: guerre, terremoti, alluvioni, Coronavirus.

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