In un giorno imprecisato di inizio anni Ottanta il signor Hiroshi Ueda, oscuro impiegato dell’allora potentissima azienda giapponese di elettronica e fotocamere Minolta, portò la famiglia in vacanza a Parigi. Andarono al Louvre, naturalmente, e lì Ueda domandò a un ragazzo di passaggio il favore di scattargli una foto ricordo con la moglie e i due figli.
di Arianna Francesca Brasca (huffingtonpost.it, 1° luglio 2022)
La legittimazione della guerra in Ucraina per il Cremlino non viene dalla politica, ma è il frutto di un lungo processo di sostituzione simbolica. Dalla semantica dello sviluppo e della vita, si fa strada quella della distruzione e della morte, la logica del camerata fatta Stato, o “necropolitica”, come sottolinea Svetlana Stephenson di Novaya Gazeta Europa, rifacendosi al filosofo Achille Mbembe. I primi anni dell’era Putin vedono la ripresa economica dal disastro del disfacimento dell’Urss, il fiorire della cultura e una garanzia di stabilità. Il clima inizia a cambiare con le proteste del 2011-13, che portano il nome di Rivoluzione Bianca, un evento sociopolitico nato durante le elezioni parlamentari del 2011, contro i presunti brogli elettorali e le irregolarità avvenute durante le votazioni e contro il futuro rieletto Putin.
Il virus ha dato all’apocalisse un profilo domestico, ha sostenuto la scrittrice Laurie Penny qualche giorno fa: è diversa da come l’avevamo pensata, ha l’immagine di una casa e l’immagine del proprio corpo dentro quella casa. Il corpo, il proprio e quello degli altri, sono al centro di questa pandemia: corpi protetti o nascosti dietro una serie indefinita di mediazioni, corpi morti che scompaiono e che non si vedranno mai più, corpi che hanno contato di più e corpi che hanno contato ancor meno di prima.Continua la lettura di Il futuro dei corpi→
di Nicola Mirenzi (huffingtonpost.it, 22 marzo 2020)
Quando finirà «il contagio del Coronavirus potrebbe produrre degli effetti sovranisti, rafforzando il discorso di quanti sostengono che i confini servono, anzi vanno rinvigoriti, per contenere i pericoli a cui ci espone la spinta globale del mondo». Docente di Filosofia teoretica presso la Scuola Normale Superiore, Roberto Esposito è uno di quegli studiosi che ha raccontato la realtà che stiamo vivendo oggi con un anticipo impressionante rispetto all’attualità.Continua la lettura di La biopolitica e il Coronavirus: intervista a Roberto Esposito→