Sono passati appena quattro giorni dall’attentato a Donald Trump, e in Rete cominciano già a circolare i primi oggetti che celebrano l’ex presidente degli Stati Uniti. Proprio in queste ultime ore, infatti, sono andate già sold out le sneakers FIGHT FIGHT FIGHT, ispirate alla resistenza di Trump.
Il volto insanguinato, il pugno alzato al cielo, dove sventola la bandiera statunitense. L’iconica immagine di Donald Trump, mentre si allontana dal palco della Pennsylvania dopo la sparatoria, a poche ore dall’attentato era già comparsa su magliette vendute nei siti di e-commerce cinesi. Piattaforme note, come Taobao e JD.com, le rendevano disponibili in diverse taglie e colorazioni.
Durante il Festival di Sanremo, lo scorso febbraio, la squadra di calcio del Napoli ha messo in vendita una maglietta dedicata al rapper Geolier, nato nel rione Gescal, alla periferia Nord della città, e arrivato secondo in gara: aveva lo sfondo bianco o nero, costava 39 euro e andò rapidamente esaurita sul sito del Napoli (ora è di nuovo in vendita). È decisamente inusuale che una squadra di calcio dedichi una maglietta celebrativa a un cantante della sua città e che lo faccia in modo così tempestivo, sfruttandone al volo la popolarità.
Venerdì il sito ufficiale della campagna elettorale di Donald Trump per le presidenziali americane del 2024 ha cominciato a vendere accessori e oggetti con stampata la foto segnaletica scattata durante la messa in stato di fermo dell’ex presidente nella contea di Fulton, in Georgia. Si possono comprare magliette a 34 dollari, poster a 28, tazze a 25 e uno sticker per l’automobile a 12 dollari.
La guerra in Ucraina si sta combattendo soprattutto sul fronte orientale, nel Donbass, dove la popolazione è allo stremo e l’esercito ucraino sta opponendo una strenua resistenza agli attacchi della Federazione Russa. Nella regione di Kyiv intere città, come Buča, Irpin’, Gostomel, Borodyanka, hanno subìto gravissimi danni e numerose perdite umane per i bombardamenti russi e per le esecuzioni sommarie in mezzo alla strada di civili inermi. E a Kyiv le sirene delle allerte aeree continuano a suonare, anche se con meno frequenza rispetto al recente passato. Anche solo un mese fa. Tutto questo dovrebbe portare a pensare, come logica conseguenza, a una popolazione annichilita, sconvolta. Sicuramente il ragionamento vale per qualcuno, ma non per tutti. Camminando per le vie Kyiv ci si imbatte, come in ogni Capitale del mondo, in bancarelle di souvenir.