Archivi tag: Martin Luther King

Joséphine Baker nel Panthéon

di Catherine Cornet (internazionale.it, 1° dicembre 2021)

Dal 30 novembre la Francia onora Joséphine Baker collocando nel Panthéon di Parigi, dove sono ricordati ottantuno uomini e cinque donne illustri della repubblica francese, un monumento funebre a lei dedicato. Ma visitando il Castello delle Milandes, nel cuore della Dordogna, si scopre una Joséphine Baker dalle vite multiple. Questo piccolo gioiello rinascimentale sembra ancora abitato: per trent’anni è stato la casa della ballerina e cantante delle Folies Bergères, della coraggiosissima resistente al nazismo e della madre antirazzista ante litteram. All’ultimo piano ci sono tantissimi lettini: qui infatti Joséphine Baker ha cresciuto i suoi 12 figli adottivi provenienti da tutto il mondo, dal Giappone alla Finlandia, dalla Colombia all’Algeria.

Chesnot / Getty Images

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Joséphine Baker, diva militante

(ilpost.it, 23 agosto 2021)

Dopo anni di pressioni, petizioni e richieste, Joséphine Baker, artista, resistente e militante antirazzista, entrerà al Panthéon di Parigi, dove la Francia accoglie e celebra i morti onorati dalla patria. Baker sarà la sesta donna del Panthéon accanto a Simone Veil, la principale promotrice della legalizzazione dell’aborto in Francia, le scienziate Marie Curie e Sophie Berthelot, Germaine Tillion e Geneviève de Gaulle-Anthonioz, importanti figure della Resistenza al nazismo. E sarà la prima donna nera. Josephine Baker è ricordata dalla maggior parte delle persone come la stravagante intrattenitrice che ha guadagnato fama e fortuna a Parigi negli anni Venti, con il suo gonnellino di banane e i suoi capelli corti.

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The Staple Singers, la famiglia del gospel che cantò la lotta per i diritti civili degli afroamericani

di Carlo Massarini (linkiesta.it, 26 giugno 2021)

È il 1965. In Alabama, Stato del Sud segregazionista, viene ucciso dalla polizia l’attivista di un Comitato che lavora per ottenere il diritto di voto ai neri. In teoria, il Civil Rights Act del 1964 ha posto fine alla segregazione razziale, ma ai neri viene ancora impedito con vessazioni varie di registrarsi per poter votare. Viene organizzata la prima di tre marce per la libertà, le Freedom March. La prima viene impedita con la forza da vari gruppi razzisti e dalla polizia di Stato, ma le immagini vanno in onda ai tg nazionali e destano scalpore. Dopo la seconda, viene ucciso un altro partecipante. Persino il presidente Johnson interviene per garantire che la marcia sia protetta e, visto che il Governatore Wallace si rifiuta, manda l’esercito.

Ph. Richard Fegley

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Bob Dylan, 80 anni di un artista “never ending”

di Enzo Bonaiuto (adnkronos.com, 22 maggio 2021)

Cantautore, musicista, poeta, persino pittore e scultore: qualunque categoria si scelga, appare riduttiva per descrivere l’artista Bob Dylan, che lunedì compirà ottant’anni, essendo nato il 24 maggio del 1941 (da genitori ebrei ucraini, con nonni paterni di origini turche e materni di origini lituane) a Duluth, cittadina americana del Minnesota, porto sui Grandi Laghi, con il nome di Robert Allen Zimmerman, poi cambiato legalmente in Robert “Bob” Dylan – che, dunque, non può considerarsi un nome d’arte – quando aveva vent’anni. Artista a 360 gradi, che comunque ha un posto riservato nell’Olimpo della Musica.

Fotogramma / Ipa
Fotogramma / Ipa

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Trump Sister Act

di Mario Sechi e Rita Lofano (agi.it, 25 ottobre 2020)

Sister Act. A un certo punto della serata americana, con l’inverno che comincia a picchiare, una scena da comedy: Trump è sul palco di Circleville, in Ohio, alle sue spalle compaiono tre suore, quella al centro brandisce la Bibbia, le altre due ai lati di The Donald stringono il rosario, il trio indossa la mascherina “Maga”. Dal Padre Nostro a Make America Great Again, un salto da Dio. Dubbi teologico-politici dei vostri cronisti: Ossignore e quelle tre chi sono? Di che ordine saranno? Chissà cosa ne penserà mai il Vaticano? Ma poi, sono cattoliche o appartengono a qualcuna delle tante Chiese fai da te che fioriscono in America? Hanno la veste viola, bianca e nera, pare appartengano alle “Children of Mary” di Newark, Ohio, sorelle trumpiane.

Afp
Afp

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“Hip Hop Evolution”: dal Bronx a Manhattan, dall’underground al mainstream

di Mary Adorno (cosmopolitan.com, 13 giugno 2020)

«Oggi l’hip hop è molto più dei concerti dei dj e dei rapper nei parchi del Bronx. È un fenomeno dello spettacolo che domina Internet, la televisione e la radio». Si apre così il documentario di Netflix Hip Hop Evolution, dedicato alla storia di quello che è un movimento culturale e di arte visiva, oltre che musicale. Ricostruire le sue origini non è semplice e, come accade per tutte quelle storie che sono avvolte nella nebbia del tempo, si intrecciano molte versioni appassionanti, come fosse un racconto tramandato per via orale.Hip_Hop_Evolution Continua la lettura di “Hip Hop Evolution”: dal Bronx a Manhattan, dall’underground al mainstream

La bara di John Lewis sul ponte di Selma

(ilpost.it, 27 luglio 2020)

Domenica 26 luglio la bara di John Lewis, uno dei principali esponenti del movimento statunitense per i diritti civili nella metà del Novecento, ha attraversato – su un carro trainato da due cavalli – il ponte Edmund Pettus di Selma, in Alabama. Il passaggio è stato organizzato per ricordare la manifestazione pacifica (ma nonostante questo repressa con grande violenza dalla polizia) che su quel ponte passò il 7 marzo 1965 e che era stata promossa proprio da Lewis, picchiato dagli agenti, che gli fratturarono il cranio.

Ph. Erik S. Lesser / Epa – Ansa
Ph. Erik S. Lesser / Epa – Ansa

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Fenomenologia di Kanye West

di Stefano Pistolini (linkiesta.it, 6 luglio 2020)

Gli album di Kanye West sono un’incognita. Perfetti intarsi di hip-hop, poesia ed elettronica, diretti nei contenuti e smaglianti nella forma. O dei pasticci involuti, presuntuosi e spinosi. Il nuovo singolo appena pubblicato, Wash us in the blood, fa intravedere un Kanye partecipe del dramma razziale in atto, è ispirato e fa ben sperare per God’s Country, l’album in arrivo. Anche la testa di Kanye West è un’incognita, ancor più grossa. È un territorio lunare, in cui i confini – ad esempio tra realtà e fantasia, tra Sé e il resto, tra arte e show business – sono confusi, o forse non esistono.

Getty Images
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A Washington si canta “Man in the mirror” durante la protesta

(r3m.it, 7 giugno 2020)

Michael Jackson è noto per aver inserito nel suo repertorio una serie di canzoni mirate a sensibilizzare su tematiche sociali e ambientali. Nel corso della sua carriera ha devoluto moltissimo in beneficenza, stabilendo anche un record; si tratta, infatti, di uno degli artisti che si è distinto maggiormente nella filantropia. Ci sono moltissimi esempi di canzoni che hanno contribuito a farci riflettere su noi stessi e sulle responsabilità che abbiamo sul mondo scritte da Michael Jackson, oppure scritte per lui.MJJ_Man_in_the_mirror Continua la lettura di A Washington si canta “Man in the mirror” durante la protesta

Guerra, diritti civili e di genere: da che parte stanno gli Oscar?

Domenica notte i premi: quest’anno le scelte sono politiche

di Lorenzo Soria (lastampa.it, 18 febbraio 2015)

Los Angeles – Mancano quattro giorni al giorno degli Oscar, alla celebrazione, domenica notte, dell’edizione 87 degli Academy Awards. E tra i sempre più numerosi «Oscarologists» serpeggiano molti dubbi. Vincerà Boyhood, come tanti pensavano fino a poco fa, o a spuntarla sarà Birdman, la favola hollywoodiana di Alejandro González Iñárritu? E se Clint Eastwood a 84 anni sorprendesse ancora con American Sniper? Passando agli attori, Michael Keaton o Eddie Redmayne nella parte dell’astrofisico Stephen Hawking? O Bradley Cooper, il cecchino di Eastwood? E tra le attrici, la professoressa con l’Alzheimer di Still Alice (Julianne Moore) ha già in tasca l’Oscar? Ma in un’annata piena di dubbi e di suspense, una certezza c’è ed è che, nonostante gli sforzi dell’Academy di depoliticizzare la cerimonia, la politica avrà un ruolo determinante. Continua la lettura di Guerra, diritti civili e di genere: da che parte stanno gli Oscar?