Archivi tag: Marco Cappato

Politica vs influencer

di Selvaggia Lucarelli (tpi.it, 9 luglio 2021)

Confesso che avevo paura di guardare l’incontro Fedez/Civati/Zan/Cappato perché temevo la sensazione atroce che mi avrebbe permeata in seguito. E in effetti la sensazione che mi permea dopo essermi sorbita un’ora di Fedez è che siamo sempre troppo severi nei confronti di Matteo Renzi. Che è quello che è, senza sconti, ma sa quello che dice, sempre. Il problema insuperabile di Fedez è quello di non sapere mai nulla di quello che dice oltre le quattro cose che gli segnalano le Fiorellino98 sul web o che si appunta sulla mano come in terza elementare e di diffonderle, però, con il piglio del rivoluzionario cubano. Mi ricorda un po’ Flavia Vento quando parlava di animali, che a forza di sentirle dire scemenze pure quando nella sostanza aveva ragione, si finiva per comprare un fucile a canne mozze per impallinare cerbiatti.

Emanuele Fucecchi

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L’arte di combattere per le buone cause senza capirle

di Guia Soncini (linkiesta.it, 8 luglio 2021)

C’è un momento in cui il marito della Ferragni dice «come diceva Montanelli», e io penso ma tu guarda, che apertura mentale, non è più un vecchio porco, razzista e pure pedofilo, è un saggio il cui pensiero è citabile dal club dei giusti – e invece no. È solo che l’intersezionalismo non funziona, almeno non l’intersezionalismo delle sinapsi, quello che mentre la giusta causa del mese è la lotta alla transfobia pretenderebbe tu ti ricordassi di chi era il nemico la settimana in cui la giusta causa era la lotta al sessismo, o quella al razzismo. Ieri, dunque, è andata così.

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Storia del Coccoluto Radicale

di Luca Roberto (ilfoglio.it, 2 marzo 2021)

Si racconta che quando lo avvicinò Marco Pannella, i due non potevano apparire più distonici, come pescati da universi diametralmente opposti. Eppure il leader radicale, lo ha raccontato all’emittente di partito il suo storico braccio destro, il torinese Sergio Rovasio, “pur non essendo esperto di musica da discoteca, di Coccoluto capì che aveva di fronte un grand’uomo, dalla grande fama”. Tutto ebbe inizio, quasi per caso, con una manifestazione davanti al Pantheon, a metà degli anni Novanta. Il dj cassinate, che era già esondato dall’ambito di notorietà del solo clubbing per diventare una figura di culto, decise di aderire a una manifestazione dei Radicali di cui non ci si ricorda né il contenuto né le rivendicazioni. “Era da sempre vicino alle nostre iniziative. Lo faceva col piglio del militante”, racconta Marco Cappato, che ha avuto modo di coinvolgerlo negli appuntamenti dell’Associazione Luca Coscioni.

Ansa
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