Livorno ha un nuovo volto alla guida dell’assessorato alla Cultura: Angela Rafanelli, nota conduttrice e autrice televisiva, è stata ufficialmente nominata questa mattina, 28 dicembre, dal sindaco Luca Salvetti. La Rafanelli prende il posto di Simone Lenzi, dimessosi il 10 ottobre scorso in seguito alle polemiche sollevate da alcuni suoi post transfobici su X (ex Twitter).
Elly Schlein, che – a sorpresa – è salita sul palco insieme agli Articolo 31 per “rappare” una canzone col celebre gruppo guidato da J-Ax, è solo l’ultima della lista. Ogni mattina un politico sa che deve svegliarsi e mettersi a caccia del consenso. Sin dai tempi della Prima Repubblica non c’è stato leader che non si sia messo in gioco pur di cercare l’empatia con i suoi elettori. Spesso su palcoscenici inediti, ben distanti dai “Palazzi” o dalle “stanze” del potere.
di Fulvio Abbate (huffingtonpost.it, 13 settembre 2024)
I selfie restituiscono il quotidiano della nostra storia repubblicana. Andamento e sostanza dei suoi governi. Un dato iconico di fatto. Cancellando quasi l’antica memoria delle quadrerie ufficiali che trovavano posto nei corridoi del Palazzo. Quirinale, Chigi, Madama, Montecitorio. Surclassando altrettanto i busti risorgimentali posti sulle sommità capitoline del Pincio e del Gianicolo.
Voltagabbana, traditori, cazzari, scilipotini, ladri di voti. Sono solo alcuni degli epiteti con cui Dino detto iena Giarrusso definiva i suoi colleghi di Partito che avevano deciso di lasciare il M5S perché in dissenso con la linea politica, senza però dimettersi. Che è poi esattamente ciò che ha appena fatto Giarrusso: «Annuncio che lascerò il MoVimento 5 Stelle» ha detto alla trasmissione Coffee Break su La 7. «Già so la delusione di tantissime persone che mi scrivono e mi chiedono di non mollare e so che farò la gioia di tanti che nel MoVimento mi hanno sempre combattuto». L’europarlamentare, da tempo in dissidio con la linea di Giuseppe Conte, esce dal M5S per fondare un movimento alternativo con gli altri “voltagabbana”, “traditori”, “cazzari” e “ladri di voti” come lui. Perché anche Giarrusso, proprio come i suoi predecessori, non ha intenzione di lasciare il seggio a Bruxelles e tutti i relativi “privilegi” (li chiamavano così, no?) come imporrebbero le sacre regole del MoVimento che si era impegnato a rispettare.
La domanda che molti italiani si sono fatti in questi primi sessanta giorni di lockdown è stata: ma chi taglia i capelli a Giuseppe Conte? Filippo Roma de Le Iene ha cercato di risolvere questo mistero andando proprio dal Premier. Se nelle scorse settimane c’era chi mormorava che dietro ai capelli sempre perfetti di Conte ci fosse Alessandro Scorsone, sommelier ufficiale di Palazzo Chigi, che entrò con il ruolo di barbiere, c’è anche chi ha messo nella lista dei sospettati la parrucchiera dell’Hotel Plaza, di proprietà del “suocero” di Conte, Cesare Paladino.Continua la lettura di Conte alle Iene: «Mi taglio i capelli da solo»→
Le Iene contro il loro ex collega Dino Giarrusso. La diffida arriva con un articolo sul sito del programma di Italia 1 e viene rilanciata via social dagli account della trasmissione: «Dino Giarrusso si fa campagna con vestito e soprannome “Iena”. Noi de Le Iene non c’entriamo nulla. Con i migliori auguri, Dino rimetti la divisa nell’armadio!».Continua la lettura di Le Iene contro Giarrusso: «Non usare la nostra divisa per la campagna elettorale»→
Negli ultimi mesi, da quando questo strano governo giallo-verde si è installato, il Movimento 5 Stelle, pur partendo dal doppio dei voti della Lega, la Lega, ora si ritrova nei sondaggi sostanzialmente appaiato agli scomodi alleati, il cui capopopolo, Matteo Salvini, ha ampiamente dimostrato di essere molto, ma molto più bravo dei leader pentastellati a conquistare la popolarità tra gli italiani.Continua la lettura di Se il cambiamento è Giarrusso a controllare le università, era meglio Cicciolina alla Camera→
Ismaele La Vardera aveva ottenuto l’appoggio di Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Ma l’intera campagna elettorale sarebbe stata una messinscena per girare un docufilm. Il partito di Giorgia Meloni: «Atto gravissimo, voto non valido»
di Claudio Del Frate (corriere.it, 15 giugno 2017)
Un documentario-reality che aveva per oggetto la campagna elettorale per le comunali di Palermo, una «candid camera» durata settimane all’insaputa dei protagonisti. Ci sarebbe questo dietro la furibonda rissa scoppiata tra Ismaele La Vardera, candidato sindaco per una coalizione di destra a cui avevano dato il loro appoggio anche Fratelli d’Italia e «Noi con Salvini» e l’attore Francesco Benigno, che con quella coalizione aspirava a un seggio da consigliere comunale.Continua la lettura di L’inviato delle Iene candidato a Palermo: «Una farsa, era un reality»→