Taylor Swift mette alle corde Apple, uno spot con Clooney vale milioni, un party con Sharon Stone costa oltre 100mila dollari. Nulla influenza mercati e opinione pubblica più della star giusta. E ognuna ha la sua quotazione nel listino
di Giovanni N. Ciullo («D», suppl. a «la Repubblica», 11 luglio 2015)
Ben prima che la celebrità fosse calcolata in Nobel, Pulitzer, Grammy e Oscar (la statuetta), fu un altro Oscar (Wilde) a darne una definizione da allora mai tramontata: «C’è una sola cosa peggiore di essere sulla bocca di tutti ed è di non essere sulla bocca di nessuno». Perché fama è popolarità. E popolarità è potere. Continua la lettura di Potenza divina