Archivi tag: Kim Kardashian

“Jeen-Yuhs”, la straziante trilogia su Kanye West

di Stefano Pistolini (linkiesta.it, 21 febbraio 2022)

Che succulenta meraviglia Jeen-Yuhs, il documentario in tre puntate che Netflix ha appena pubblicato come la Trilogia di Kanye West, quattro ore e mezza che ne raccontano l’incredibile parabola umana e artistica. Un resoconto significativo, perché se c’è un personaggio che si è progressivamente elevato e poi è sprofondato nel delirio questo è Kanye. Eppure questo lavoro è il contrario di ciò che ci si potrebbe attendere, rifugge dalle bizzarrie e dagli eccessi che sono ormai materia prima dell’artista e suo terreno di confronto col mondo – tutto parossismo, “con me o contro di me” – e si presenta come una storia coi piedi per terra e con l’intenzione, ben realizzata, di tracciare la vera storia del 44enne Kanye, in tutta la sua ricchezza e complessità, prima di tutto emotiva.

Netflix

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Altro che rockstar, oggi abbiamo solo vetrinisti da Instagram

di Guia Soncini (linkiesta.it, 18 gennaio 2022)

Insomma pare ci sia il ritorno delle rockstar (no, non è un editoriale su Silvio al Quirinale). Non nelle canzoni, figuriamoci, le canzoni ormai sono solo televendite, e io canticchio da un mese «Vuitton e Prada non contan nada se tu non sei con me». Come stile di vita (quindi forse sì, è un editoriale su Silvio al Quirinale). Dice l’autorevole Guardian, in un articolo così pieno di refusi che neanche un comunicato delle Brigate Rosse, che la storia tra Megan Fox e Machine Gun Kelly è il ritorno dell’estetica delle rockstar. Lei ero convinta di ricordarmela: ma certo, era quella dello spot dei telefoni, l’unico modo per risultare memorabili al pubblico italiano (e invece macché, quella è Megan Gale: Megan Fox chissà come ci è finita, nell’impolverato sottoscala dei nomi a me noti); lui l’ho dovuto cercare su Google – pare sia rapper – ma se s’è scelto quel nome d’arte mi pare chiaro che non voleva fare carriera nel campo dei dipinti a olio.

Ph. Nicolò Campo / LaPresse

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Così “Matrix” ha influenzato la cultura di massa

di Mattia Giusto Zanon (ilfoglio.it, 3 gennaio 2022)

Da quando nel 1999 Neo, messo di fronte alla scelta tra pillola rossa e pillola blu, scelse la prima, qualcosa è cambiato, nel cinema e nel mondo. Un punto fermo nella galassia della cultura pop. Un prima e un dopo. Colpa degli ingredienti di quel film, Matrix: una miscela unica di fantascienza cyberpunk, thriller ma anche drammi esistenziali strabilianti e profondi. La narrazione ambiziosa è stata eguagliata da immagini lussureggianti, che hanno immediatamente edificato un immaginario preciso: linee verdi gocciolanti di codice informatico, uno scenario post-apocalittico di umani-batteria racchiusi in capsule e protagonisti androgini che sfoggiano guardaroba virtuali con sfumature sadomaso mentre sfidano le leggi della Fisica per schivare i proiettili.

Warner Bros

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Caitlyn Jenner valuta la candidatura a governatore della California

(ansa.it, 6 aprile 2021)

L’ex star dei reality Caitlyn Jenner valuta una sua possibile candidatura a governatore della California per i repubblicani. Lo riporta Axios citando alcune fonti, secondo le quali Jenner sta esaminando la possibilità insieme a dei consulenti politici. L’indiscrezione arriva mentre l’attuale governatore Gavin Newsom rischia di essere rimosso, sommerso dalle critiche per la gestione della pandemia di Covid-19. Se passerà la petizione per cacciare Newsom, i cittadini della California si troverebbero a pronunciarsi entro la fine dell’anno su un nuovo governatore. E la candidatura di Jenner, repubblicana di alto profilo, attirerebbe ancora maggior attenzione sulla corsa per la guida dello Stato più popoloso d’America.

Sport Illustrated
Sport Illustrated

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Nel nome del figlio e non solo: tutte le provocazioni di Emily Ratajkowski

di Eva Elisabetta Zuccari (today.it, 27 ottobre 2020)

E pensare che tutto era cominciato come nella migliore tradizione da femme fatale: un video in cui ammiccava birichina alla telecamera (l’ormai mitologico videoclip musicale di Blurred Lines, in cui canticchiava in déshabillé “I know you want it”), la promozione a nuovo sex symbol d’America, l’implosione del profilo Instagram con gli scatti bollenti di rito. Ma Emily Ratajkowski, nell’era del MeToo e della solenne eclissi della donna oggetto, ad un certo punto ha avuto l’ardire di spostare la provocazione sul piano intellettuale e – persino – sociologico.

Emily Ratajkowski via Instagram
Emily Ratajkowski via Instagram

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Kanye West, sconfitto ma non domo, si ricandida per il 2024

di Marco Ciotola (mowmag.com, 5 novembre 2020)

Solo per un attimo sembrava persino aver ammesso la sua plateale e inevitabile sconfitta alle elezioni statunitensi, Kanye West. Un tweet pubblicato nella mattinata di mercoledì mostrava infatti la sua foto in piedi davanti a una mappa elettorale, accompagnata dalla didascalia: “Welp Kanye 2024”, ovvero “pazienza”, “tutto finito”, ora pensiamo alle urne del 2024. Il riferimento era ai circa 58mila voti presi in totale, vale a dire meno del 2% in tutti gli Stati Uniti, con il maggior numero di consensi ravvisabile negli appena 10.195 voti ottenuti del Tennessee.

Kanye West via Twitter
Kanye West via Twitter

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La strategia di auto-promozione di Greta Thunberg in quattro punti

di Rainer Zitelmann (linkiesta.it, 17 agosto 2020)

Ancora una volta Greta Thunberg ha dimostrato la sua genialità nelle pubbliche relazioni. Qualche giorno fa ha incontrato un ricercatore norvegese per una conversazione sul confine tra i due rispettivi Paesi scandinavi. E Greta ha immediatamente postato le fotografie dell’incontro su Twitter e Instagram. In una di esse si possono vedere i due che si salutano toccando la punta dei piedi dell’interlocutore sul varco di confine di Morokulien, senza entrare fisicamente nel Paese dell’altro.GretaThunberg Continua la lettura di La strategia di auto-promozione di Greta Thunberg in quattro punti

La candidatura di Kanye West non è seria, ma nemmeno uno scherzo

(ilpost.it, 10 agosto 2020)

La candidatura a presidente degli Stati Uniti del rapper Kanye West, annunciata lo scorso luglio e inizialmente considerata l’ennesima trovata promozionale di una celebrità nota per il suo ego smisurato e per gli annunci provocatori, è in realtà un progetto con una certa concretezza, e che si è scoperto essere legato piuttosto direttamente a personaggi del Partito Repubblicano. Di candidature insolite o improbabili ce ne sono a ogni elezione statunitense: ma interpretare quella di West è più complicato del solito, principalmente per via dei noti problemi di salute mentale del rapper, che anche sua moglie Kim Kardashian ha collegato alla candidatura.

Ph. Lauren Petracca / The Post And Courier via Ap
Ph. Lauren Petracca / The Post And Courier via Ap

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Quando i famosi vanno a caccia di voti

di Roberta Mercuri (vanityfair.it, 12 luglio 2020)

Nei giorni scorsi il rapper Kanye West ha fatto sapere che si candiderà alle elezioni presidenziali americane del 2020. Secondo il New York Post, a dire il vero, il sogno del marito di Kim Kardashian – che ha fatto sapere di voler chiamare il suo partito Birthday Party, «perché quando vinceremo sarà il compleanno di tutti» – è quasi impossibile da realizzare: a soli quattro mesi dalle elezioni del 3 novembre, avrebbe già perso tutte le scadenze per la presentazione della candidatura. C’è da dire, però, che in alcuni Stati è ancora possibile l’aggiunta di candidati indipendenti.Lollobrigida_Paralamento_Europeo Continua la lettura di Quando i famosi vanno a caccia di voti

Fenomenologia di Kanye West

di Stefano Pistolini (linkiesta.it, 6 luglio 2020)

Gli album di Kanye West sono un’incognita. Perfetti intarsi di hip-hop, poesia ed elettronica, diretti nei contenuti e smaglianti nella forma. O dei pasticci involuti, presuntuosi e spinosi. Il nuovo singolo appena pubblicato, Wash us in the blood, fa intravedere un Kanye partecipe del dramma razziale in atto, è ispirato e fa ben sperare per God’s Country, l’album in arrivo. Anche la testa di Kanye West è un’incognita, ancor più grossa. È un territorio lunare, in cui i confini – ad esempio tra realtà e fantasia, tra Sé e il resto, tra arte e show business – sono confusi, o forse non esistono.

Getty Images
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