Archivi tag: Joe Biden

La calciatrice afghana che fece goal ai talebani

LaPresse

di Fabio Poletti e Cristina Giudici* (linkiesta.it, 4 aprile 2025)

Ci sono tanti uomini e soprattutto donne che in Medio Oriente stanno cercando di fare la differenza difendendo i diritti umani, in nome della democrazia cui aspirano. Non lottano contro l’Islam, il Corano o gli oltre due miliardi di fedeli nel mondo che professano la religione di Allah e il suo messaggero Maometto. Sono persone che rivendicano la libertà di culto, credono nella pace, nel diritto universale a non essere succubi di una teocrazia che impone loro come vestirsi, cosa pensare, in che modo vivere ed esprimersi.

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Il re di Washington

Pixabay

(linkiesta.it, 31 marzo 2025)

Donald Trump non esclude la possibilità di correre per un terzo mandato alla presidenza degli Stati Uniti. La Costituzione lo vieterebbe, ma lui a certe cose non dà peso e anzi dice che «moltissime persone» gli stanno chiedendo di candidarsi ancora, e quindi perché no.

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Trump attacca George Clooney: “Star di serie B e politologo fallito”

(ansa.it, 24 marzo 2025)

George Clooney critica lo stato della libertà di espressione e di stampa negli Stati Uniti e Donald Trump l’attacca su Truth Social, definendolo una «star di serie B» e «un politologo fallito». Premio Oscar per Syriana (e come produttore per Argo, assieme a Ben Affleck e Grant Heslov), l’attore è stato intervistato nel corso del programma della Cbs Sixty Minutes per promuovere l’adattamento teatrale del suo film del 2005 Good Night, and Good Luck sul celebre anchorman Edward Murrow.

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Le 140 regole di Roger Stone. Numero 9: “Vesti con sprezzatura”

Netflix

di Viviana Mazza (corriere.it, 10 marzo 2025)

La regola numero 94 (su un totale di 140) nel bestseller di Roger Stone Stone’s Rules è “Nothing is on the level”, nulla è quel che sembra. «Tutto è truccato», ci spiega l’autore, che è stato il primo stratega politico di Donald Trump e, sin dagli anni Ottanta, ha insistito perché corresse per la Casa Bianca: è stato il suo primo stratega elettorale, dopo una lunga carriera iniziata con Richard Nixon.

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La macchina da soldi del Maga

Ph. Elijah Nouvelage / Afp via Getty Images

di Ugo Barbàra (agi.it, 25 febbraio 2025)

Non solo ordini esecutivi, ma magliette, cappellini, felpe, orologi e qualunque strumento di merchandise la campagna di Donald Trump possa immaginare e vendere. Slogan come “Make Greenland Great Again”, “Gulf of America” e “Doge” sono replicati – e venduti – ovunque insieme ai cappellini neri “Dark Maga” come quello indossato da Elon Musk.

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Dan Bongino, da podcaster a vicedirettore dell’Fbi

Ph. Jason Koerner / Getty Images

di Marco Arvati (ilfoglio.it, 24 febbraio 2025)

Dan Bongino, opinionista e noto podcaster della galassia ultraconservatrice, è stato nominato da Donald Trump vicedirettore dell’Fbi: in un post su Truth Social, il presidente lo ha definito «un uomo che ha un incredibile amore per il nostro Paese». Scegliere Bongino rappresenta una differenza radicale rispetto al modo in cui la posizione di vicedirettore si è selezionata negli anni: infatti, di prassi il ruolo viene assegnato a un agente in carriera, possibilmente con molti anni di esperienza, in quanto si tratta di una carica prettamente operativa.

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Il dramma di quelli che la sanno lunga

Pexels

di Guia Soncini (linkiesta.it, 23 gennaio 2025)

Ventunesimo secolo, tu mi odi. Io non lo so cosa ti ho fatto di male, ma è evidente che vuoi impedirmi di esprimermi sul libro di Francesco Piccolo, che tra l’altro sembra scritto in quell’altro secolo, quello per il quale mi struggo di nostalgia. È evidente che io devo starti proprio molto antipatica e devi esserti concentrato a pensare quale fosse la giusta retribuzione (che è una citazione d’un Boccaccio citato da Piccolo) per rifarti su di me, e la giusta retribuzione è: no, Sorcioni, tu non puoi scrivere di Son qui: m’ammazzi, perché devi scrivere il quattrocentesimo articolo su quanto è scema l’umanità.

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Come l’ossessione di Trump per “Y.M.C.A.” ha distrutto i Village People

Ph. Alex Brandon / Ap

di Savannah Walsh (vanityfair.it, 20 gennaio 2025)

Nell’ottobre del 2020, appena guarito dal Covid, Donald Trump aveva alzato i pugni in aria, esultando per la propria guarigione sul palco di un comizio politico in Florida sulle note di Y.M.C.A., la hit del 1978 dei Village People, davanti a un mare di cappellini rossi. Pur trattandosi di un momento di festa per Trump, le sue mosse nel mezzo della pandemia furono criticate da alcuni, tra cui Don Lemon della Cnn, che disse: «Non importa quante volte vada ai comizi e balli sulle note dei Village People… adesso se la spassa ballando sulle tombe di 215mila americani. Ballando».

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TikTok bloccato negli Usa, Trump: “Salviamolo”

Ap

(agi.it, 19 gennaio 2025)

L’America si è svegliata senza TikTok. Milioni di utenti statunitensi che hanno tentato di accedere alla piattaforma si sono trovati davanti a un messaggio che li informa che è entrato in vigore un divieto nazionale e che si spera nell’intervento del presidente entrante Donald Trump. «Purtroppo per ora non puoi usare TikTok» recita il messaggio, «siamo fortunati che il presidente Trump abbia indicato che lavorerà con noi per trovare una soluzione per ripristinare TikTok una volta entrato in carica».

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La svolta “trumpiana” Zuckerberg

Ph. Jaap Arriens / NurPhoto via Getty Images

di Matteo Flora (wired.it, 13 gennaio 2025)

Negli ultimi anni, Mark Zuckerberg e la sua Meta (ex Facebook) sono stati sinonimo di posizioni progressiste, programmi di inclusione e diversità, e un’adesione — quanto meno di facciata — ai valori dell’Identity Politics. Eppure, nell’arco di poche settimane, abbiamo assistito a un ribaltamento quasi totale delle politiche interne di Meta: dall’abolizione del fact-checking (almeno negli Stati Uniti) al clamoroso taglio dei programmi Dei (Diversity, Equity & Inclusion). Un’inversione di rotta tanto brusca da lasciare interdetti dipendenti, analisti e semplici osservatori.

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