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Santanchè sulla foto da meme: “Nessuna plastica, è un effetto collaterale del vaccino”

di Luca Telese (tpi.it, 24 novembre 2021)

Onorevole Santanchè, cosa è accaduto?

Perché?

Fa finta di non sapere che Twitter e Facebook da due giorni sono piene di parodie su di lei?

(Ride divertita). Noooh… Non me ne ero accorta per nulla.

Daniela Santanchè via Instagram

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Informazione tossica, colonialismo digitale e profitti mostruosi

di Annamaria Testa (internazionale.it, 19 ottobre 2021)

Ogni nostra decisione sul futuro, piccola o grande, riguardante i prossimi trenta minuti o i prossimi trent’anni, si basa su quello che noi sappiamo adesso. E quello che noi adesso sappiamo, o crediamo di sapere, rispecchia l’assieme delle informazioni che, nel corso delle nostre vite e fino a questo momento, ci hanno raggiunto e colpito. E che, convincendoci della loro rilevanza, hanno incessantemente contribuito a formare, a modificare (o a deformare) la nostra visione di noi stessi e delle cose. Dunque, poter disporre di informazioni di qualità è fondamentale perché sia i singoli sia i governi decidano bene e, per dirla con Steven Pinker, in modo razionale e responsabile: tale, cioè, da “salvare il mondo”.

Artur Debat / Getty Images

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Chiara e le altre

di Guia Soncini (linkiesta.it, 27 ottobre 2021)

La prima volta che il nuovo mondo mi fece impressione, fu sull’Instagram di Chiara Ferragni (la cui centralità in questo secolo è paragonabile a quella che aveva Avignone nel Trecento). Era la primavera del 2020, eravamo tutti chiusi in casa ad annoiarci, Chiara più di noi, e soprattutto più provata nel suo ruolo di Giorgio Mastrota del glamour: se non si esce non si vendono vestiti da sera, se si sta tutti in tinello perché mai uno stilista dovrebbe piazzare una borsetta al braccio della Ferragni. A quel punto Chiara ci aveva già traumatizzate dirottando la propria economia del sé su casalinghi e carboidrati (la volta in cui si fece riprendere mentre fingeva di pulire la doccia fu per me più sconvolgente di quella in cui fingeva di cucinare), ma non fu quello a cambiare il mondo.

Chiara Ferragni via Instagram

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“Baldwin uccide”: il figlio di Trump vende magliette contro l’attore

di Andrea Parrella (fanpage.it, 25 ottobre 2021)

Alec Baldwin è distrutto per quanto accaduto sul set del film Rust, dove, in circostanze assolutamente involontarie, ha sparato e ucciso l’assistente alla fotografia Halyna Hutchins. Eppure la tragedia non ha evitato all’attore di finire al centro di una campagna mediatica terrificante, messa in moto dal figlio dell’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che, nelle scorse ore, ha speculato sulla vicenda facendo leva sulla satira di Baldwin verso Trump negli scorsi anni. «Immaginatevi se al Saturday Night Live Trump imitasse Baldwin mentre spara a qualcuno», recita una delle storie Instagram di Donald Trump Jr.

Donald Trump Jr. via Instagram

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L’attivismo su Instagram serve davvero a qualcosa?

di Niccolò Carradori (esquire.com, 23 settembre 2021)

Ecco un esempio calzante di inception dell’era mediatica che stiamo vivendo: l’altra sera Alexandria Ocasio-Cortez, al Met Gala di New York, ha indossato un abito da sera di Brother Vellies con sopra stampato lo slogan “Tax the Rich”, poi ha postato la foto su Instagram con una didascalia il cui incipit citava una famosa frase-concetto del sociologo canadese Marshall McLuhan, “the medium is the message”. Ecco, è difficile comprendere in senso lato quale fosse il medium in questione a cui Ocasio-Cortez si riferiva — se l’abito (palesemente) o in realtà (involontariamente) il post di Instagram — perché alla fine di questo anno del Signore 2021 è chiaro a tutti che Instagram è il vero collettore della tipologia di message che Ocasio-Cortez voleva dare.

Ph. Noam Galai / Getty Images

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Gli “abiti parlanti” al Met Gala 2021

di Andrea Marinelli (corriere.it, 14 settembre 2021)

È stato un ritorno decisamente politico, quello del Met Gala, dopo un anno di stop dovuto alla pandemia: c’era tutto lo spettro delle battaglie progressiste al tradizionale evento di raccolta fondi del museo newyorkese, considerato l’equivalente degli Oscar per la costa Est, andato in scena lunedì con centinaia di celebrità che hanno interpretato il tema patriottico della serata In America: A Lexicon of Fashion. C’erano pop star e attori, atleti olimpici e politici, modelli, YouTuber e persino un “meme correspondent” di Instagram, sponsor ufficiale dell’evento: Saint Hoax, influencer da 2,9 milioni di follower, che ha fatto una diretta meme dal red carpet.

Ph. Salon/Getty Images/Angela Weiss/Gotham/Jamie McCarthy

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Angelina Jolie debutta su Instagram postando la lettera di una ragazza afghana

di Antonella Catena (amica.it, 21 agosto 2021)

Mamma. Filmmaker. Inviato speciale per l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Angelina Jolie (46 anni) si presenta così sul suo nuovo profilo Instagram. L’attrice e produttrice debutta sui social e continua la sua missione. Il primo post è una lettera speditale da una adolescente afghana. A Letter from an Afghan Girl, è il “titolo”. 25mila i like. 4, 4 milioni i follower raggiunti subito. Poi parte il racconto: “In questo preciso momento, il popolo afghano sta perdendo la possibilità di comunicare sui social media e di esprimersi in libertà. Quindi sono arrivata su Instagram per condividere le loro storie. E le voci di coloro che in tutto il mondo stanno lottando per i diritti umani”.

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Come le influencer afghane si stanno relazionando all’attacco dei talebani

di Giorgia Giangrande (giornalettismo.com, 16 agosto 2021)

Essere influencer o semplicemente avere un’audience ampia vuol dire avere delle responsabilità: prima fra tutte quella di sapere che le parole hanno un peso e una rilevanza tale da influenzare il pensiero di chi segue un determinato personaggio. E questo è un piccolo dettaglio che ancora, quando si parla del mestiere del XXI secolo, si fa fatica ad accettare. Ma che lo si voglia o no è così, altrimenti non si spiegherebbe il seguito di tanti personaggi. Perché ne parliamo a proposito dell’Afghanistan? Perché ad esporsi sui terribili fatti che si stanno svolgendo in queste ore nel Paese non sono soltanto giornalisti e politici ma anche e soprattutto cittadini comuni, alcuni dei quali sono influencer in Afghanistan.

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Che schifo, gli influencer

di Guia Soncini (linkiesta.it, 7 luglio 2021)

E venne il giorno in cui l’uomo più impopolare d’Italia s’azzuffò con la coppia più popolare d’Italia. Va detto, a moderazione della di lui hybris, che avevano cominciato quegli altri, come si dice nelle beghe tra bambini delle elementari. Ieri Chiara Ferragni – che mica è scema: si schiera solo dalla parte di cause che aumentino la sua popolarità – ha espresso un pensiero con cui una volta avresti fondato i 5 Stelle e oggi fai tre storie di Instagram (non sponsorizzate, per ora). Il pensiero era: «Che schifo che fate[,] politici» (mi scuso per averle aggiunto la virgola, è stato più forte di me). Continua la lettura di Che schifo, gli influencer

Roger Waters contro Mark Zuckerberg

di Luca Colantuoni (punto-informatico.it, 16 giugno 2021)

Le opinioni di Roger Waters su politica, religione e capitalismo sono note a tutti, in particolare ai fan che partecipano ai suoi concerti. Non stupisce quindi la risposta data a Facebook dopo aver ricevuto la richiesta di usare un suo brano musicale per una pubblicità su Instagram. Durante un evento in sostegno di Julian Assange, l’ex bassista del Pink Floyd ha usato anche alcune espressioni colorite contro Mark Zuckerberg. Il video dell’intervento è stato pubblicato dallo stesso Waters su Facebook e Instagram. Durante l’incontro pubblico, il co-fondatore dei Pink Floyd ha mostrato e letto una lettera ricevuta da Facebook, con la quale l’azienda di Menlo Park chiedeva di poter utilizzare il famoso brano Another Brick in the Wall, Part 2, dall’album The Wall, in cambio di un’enorme somma di denaro.

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