Archivi tag: infotainment

L’informazione Rai è come una soap, con caratteristi scarsi e trame prevedibili

di Mario Lavia (linkiesta.it, 2 maggio 2022)

L’informazione Rai è allo sbando. Una grossa delusione per chi sperava in una Rai “draghiana”, orientata cioè nel senso di una maggiore “voglia” di approfondire seriamente i problemi, di caratterizzarsi per autorevolezza e credibilità. Un servizio pubblico serio. Macché. Proprio nel più tragico periodo della storia recente, la Rai sta dando il peggio di sé, declassando l’informazione a fiction, come ha denunciato il presidente della Commissione parlamentare di vigilanza Rai Alberto Barachini sul Corriere della Sera. In generale – non stiamo adesso parlando della sola Rai – i talk show, sempre più show, invece di essere momenti di informazione, dibattito e approfondimento sono pensati come fiction: la deriva è da anni in atto sulle reti Mediaset e poi de La7 (con poche, luminose eccezioni), ma da qualche mese anche sul programma principale di informazione del servizio pubblico, Cartabianca su Rai3 (lasciamo stare qui Report, che fa un’informazione basata sulla character assassination e su un giornalismo scandalistico).

Ph. Paolo Chiabrando / Unsplash

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I talk show italiani fanno informazione?

(ilpost.it, 23 aprile 2022)

Nelle ultime settimane i talk show italiani sono stati molto criticati per il modo in cui hanno seguito le vicende della guerra in Ucraina, ospitando in molti casi posizioni e versioni dei fatti controverse, quando non del tutto screditate e dimostrate come false. Le risposte più frequenti a queste critiche da parte di chi progetta e conduce i talk show alludono generalmente alla necessità di garantire una pluralità di opinioni nel dibattito, e di “dare l’opportunità di esprimerle ed eventualmente confutarle”: secondo molti però in questo atteggiamento ci sarebbe il tentativo di costruire appositamente uno sterile contraddittorio teatrale utile alla polemica e all’audience, ma a costo di dare spazio a falsità su argomenti per i quali la verità è già stata ampiamente accertata. «Il dibattito è normale, è normale non essere d’accordo. Il problema è quando il livello di conoscenza dell’argomento da parte di alcuni ospiti non è sufficiente a instaurarne uno», dice Olga Tokariuk, giornalista ucraina che ha collaborato a lungo coi media italiani e ultimamente ha rifiutato molti inviti.

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La tivù nell’èra Draghi

di Michele Masneri e Andrea Minuz (ilfoglio.it, 20 febbraio 2021)

Altro che ristoranti, negozi, funivie. Tra le categorie più danneggiate nelle ultime settimane e assai incerte sul da farsi ci sono anche i nostri talk-show con la loro compagnia di giro. Messi in crisi non tanto dal Covid o dal ritardo dei ristori, quanto dall’avvento, rapido e esiziale, del governo Draghi con le sue scintillanti porte girevoli: l’opposizione che diventa maggioranza, la maggioranza che diventa “tecnica”, solidale, responsabile e di ampio respiro nazionale, in un variopinto arcobaleno di consensi e applausi sovranisti e populisti all’ex presidente della Bce. Tanti ministri sconosciuti, un linguaggio non sgangherato e “folk” ma incredibilmente misurato, asciutto, essenziale. E la terribile minaccia di “comunicare solo le cose fatte”, che per l’industria della chiacchiera televisiva suona peggio del lockdown per un ristoratore. Dopo una crisi ricca di colpi di scena e retroscena, scritta come sempre in una trama da libretto d’opera, ecco la prima settimana dell’èra Draghi, le reazioni a catena nel mondo politico e, a cascata, in quello televisivo.

Ph. Matteo Rasero / LaPresse
Ph. Matteo Rasero / LaPresse

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Abbiamo davvero capito perché si ride?

di Matteo Marchesini (ilfoglio.it, 23 agosto 2020)

Perché si ride? Per Schadenfreude? Perché gli altri ci appaiono dei burattini goffi, come dice Bergson? O perché così ci mostrano ciò che anche noi siamo e non osiamo rivelare? Si ride, freudianamente, se una battuta allenta il morso della repressione? O se scrollandoci di dosso la camicia di forza della logica scorgiamo il nonsenso sotteso a ogni discorso sensato? È più divertente trovare una discrepanza dove si suppone l’uniformità o una ripetizione dove dovrebbe esserci una differenza, come quando un uomo imita scimmiescamente un suo simile?TerryEagleton_Breve_storia_della_risata Continua la lettura di Abbiamo davvero capito perché si ride?

Berlusconi è dentro ognuno di loro

di Alessandro Barbano (huffingtonpost.it, 10 agosto 2020)

In principio era il Cavaliere, con le dichiarazioni d’amore al Paese in videocassette distribuite dalle sue tivù, con le cornici di fondotinta sul sorriso a trentadue denti, con la Bibbia dei sondaggi squadernata come una carta geografica sul cammino di una navigazione tutta personale, perché personale, e sempre in scena, era il partito che mandava in archivio una politica fino ad allora giocata dietro le quinte. Ma oggi “nemmeno in Berlusconi c’è tanto Berlusconi come in loro”, dice amaro Mattia Feltri nella sua rubrica Buongiorno su La Stampa, chiosando l’estate di foto fintamente rubate, ma in realtà apertamente costruite, in cui da Conte alla Boschi, da Salvini all’Azzolina, passando per Casalino, è un tripudio di pseudo privato che si esibisce a uso e consumo pubblico.

Ph. Vittoriano Rastelli / Getty Images
Ph. Vittoriano Rastelli / Getty Images

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Mi incenso e dunque sono

di Sofia Ventura (huffingtonpost.it, 17 luglio 2020)

Il mondo occidentale è affetto ormai da qualche decennio da un cronico narcisismo. Le nostre sono società di narcisisti. Articoli e libri sono stati scritti per spiegare questa involuzione di massa, per individuarne le innumerevoli cause, non ultima la creazione di immensi palcoscenici mediatici a disposizione di chiunque, dalla persona comune ai componenti di quelle che un tempo erano le élite e oggi sono divenute in buona parte soprattutto circoli di privilegiati, spesso senza particolari qualità e senso di responsabilità.

Mondadori Portfolio via Getty Images
Mondadori Portfolio via Getty Images

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Chi guarda la politica in tv tende a votare populista

La ricerca di Paolo Pinotti (Università Bocconi), Ruben Durante (Università di Barcellona) e Andrea Tesei (Queen Mary University di Londra)

di Fabio Di Todaro (lastampa.it, 28 marzo 2017)

Coloro che la sanno sempre lunga, hanno già la risposta pronta: dove sarebbe la novità? Per i più rigorosi, invece, tutt’al più si è di fronte alla conferma di un sospetto. Sta di fatto che è la prima volta che viene confermata col supporto della scienza quella che molti avevano tratteggiato come ipotesi.GRILLO-GALLINA Continua la lettura di Chi guarda la politica in tv tende a votare populista

La strana estate delle ministre che diventano star da copertina

Dalla Boschi fino alla Mogherini, le loro fotografie invadono le riviste con servizi dedicati alle vacanze

di Filippo Ceccarelli («la Repubblica», 23 agosto 2014)

Allarme rotocalchi, Sos intimità, attenti all’invasione degli ultracorpi. Mai come d’estate i giovani politici di successo e le avvenenti donne della politica finiscono in copertina. Ma poi, indipendentemente dai gufi, viene pur sempre l’inverno: e allora basta una nuova tassa, una manovrina, un taglietto lineare perché ciò che sotto il sole desta curiosità o suscita ammirazione rischi di rovesciarsi nel suo contrario. Non che manchino al momento questioni più gravi, più serie e forse anche più stuzzicanti. Ma l’altro giorno è apparsa finalmente il ministro Maria Elena Boschi in bikini e Chi ha potuto titolare: «È lei la più bella dell’estate». Continua la lettura di La strana estate delle ministre che diventano star da copertina