Archivi tag: influencer

Variazioni sul narcisismo

di Guia Soncini (linkiesta.it, 4 maggio 2021)

Potremmo cominciare da: avevano ragione quelli che dicevano che la cancel culture non esiste, almeno in Italia, e forse non esiste perché qui siamo stati così fortunati da avere la Dc. Oppure potremmo cominciare da: su Instagram, il marito di Chiara Ferragni viene seguito da dodici milioni e mezzo di persone; su Raitre, il suo discorzo (cit. arbasiniana sprecata) durante il concerto del primo maggio è stato seguito da un milione novecentonovantaquattromila persone. Oppure potremmo cominciare da: la Repubblica non ha titolato, come mi sarei aspettata, «questo esaltato voleva metterci in mezzo ma noi siamo gente di mondo». Oppure potremmo cominciare da: com’è che ogni quotidiano impiega almeno uno psicanalista e nessuno ha commissionato un corsivo intitolato «Fedez, il narcisista fragile»?

Harry Greb
Harry Greb

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Ferragni Washing

di Adele Sarno (huffingtonpost.it, 9 aprile 2021)

Un tempo si parlava di Greenwashing. Un po’ di ambientalismo di facciata, necessario a dare alle aziende un’immagine più attenta all’ambiente. Ma erano gli anni Ottanta ed essere Green era una moda più che una necessità. Poi è stata la volta del Pinkwashing: definiva chi promuoveva un prodotto “vestendolo” di rosa, cioè mostrando un atteggiamento molto aperto nei confronti delle donne o del mondo gay. Con il Covid-19 è nato il Socialwashing, tipico di chi compiace il pubblico e gli investitori dando un’immagine ingannevole della propria società su temi legati al sociale e ai diritti umani. Oggi potremmo parlare di ChiaraFerragni-Washing, senza però l’accezione negativa degli altri whashing. Metti Chiara nel Cda di Tod’s e il titolo vola in Borsa.

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E se i Ferragnez scendessero in politica?

di Clarissa Valia (tpi.it, 8 aprile 2021)

I Ferragnez sono sempre più politicizzati. Dall’ultima diretta Instagram di Fedez da 2 milioni di visualizzazioni con il parlamentare dem Alessandro Zan per accendere l’attenzione sul ddl contro l’omotransfobia e spiegare perché è bloccato al Senato, passando alla battaglia della “femminista” Chiara Ferragni contro la Regione Lombardia sulla gestione del piano vaccini (con tanto di appello rivolto al premier Mario Draghi), fino alla raccolta fondi in favore dell’ospedale San Raffaele per rafforzare il reparto di terapia intensiva a Milano nel momento forse più critico della pandemia in Italia. Senza dimenticare la telefonata dell’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte alla coppia di influencer per lanciare una campagna di sensibilizzazione sull’utilizzo delle mascherine anti-Covid.

Ansa
Ansa

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Minneapolis paga influencer per parlare dell’omicidio di George Floyd

(quotidiano.net, 1° marzo 2021)

Il consiglio comunale della città di Minneapolis ha deciso di pagare alcuni influencer per divulgare attraverso le loro piattaforme social “messaggi approvati” nel periodo in cui si svolgerà il processo per l’omicidio dell’afroamericano George Floyd. Una conferma della capacità di alcune personalità dei nuovi media di farsi ascoltare da determinate comunità, capacità maggiore rispetto a quella dei tradizionali mezzi di comunicazione. Ma anche un’iniziativa che sta creando un certo dibattito fra gli attivisti. La morte del 46enne Goerge Floyd, avvenuta il 25 maggio 2020, ha rinnovato l’indignazione che da anni attraversa gli Stati Uniti riguardo la brutalità della polizia, in particolare nei confronti dei cittadini afroamericani. Le foto e le immagini subito circolate sui social network mostravano un poliziotto bianco, Derek Chauvin, utilizzare il proprio ginocchio per immobilizzare a terra Floyd, facendogli pressione sul collo.Minneapolis_influencer_GeorgeFloyd Continua la lettura di Minneapolis paga influencer per parlare dell’omicidio di George Floyd

Le bufale su Mussolini di Bruno Vespa ad “Agorà”

di Gianmichele Laino (giornalettismo.com, 17 novembre 2020)

Pensavamo che il debunking su Benito Mussolini fosse ormai un vecchio esercizio di stile, dal momento che l’ormai tradizionale e nostalgico motto del “quando c’era lui” è stato smentito in tutto o in parte dalle narrazioni successive di storici ed esperti. Invece, ci sembra di capire che per i boomer questa cosa funzioni ancora e che possa fare ancora tendenza raccontare che il capo del fascismo fondò l’Inps e stabilì la settimana di quaranta ore. Lo ha detto Bruno Vespa, la mattina del 17 novembre, ad Agorà [su Rai 3 – N.d.C.], presentando il suo libro sul fascismo Perché l’Italia amò Mussolini.Vespa_Mussolini_Agora Continua la lettura di Le bufale su Mussolini di Bruno Vespa ad “Agorà”

La signora del Coviddi e la signora della tv

di Selvaggia Lucarelli (tpi.it, 9 novembre 2020)

Non ce n’è pudore. Un giorno bisognerà scrivere un libro sui danni che una certa televisione ha fatto negli anni e che erediteranno le generazioni successive, danni i cui residui di ignoranza elevata a mito sopravviveranno in un osceno substrato culturale e sociale per lungo tempo. Angela Chianello, la signora del «Non ce n’è Coviddi», è un brillante esempio di come ciò che andrebbe guardato al massimo come un monito viene trasformato in fenomeno di colore dalla lavatrice al contrario della televisione dursiana (quella che centrifuga tutto nell’acqua grigia delle cose sbagliate).AngelaChianello Continua la lettura di La signora del Coviddi e la signora della tv

Come Trump guarda la tv

(ilpost.it, 25 ottobre 2020)

È noto che Donald Trump guardi moltissima televisione e per molte ore ogni giorno: lo ha raccontato chiunque abbia lavorato con lui, e qualche tempo fa lui stesso raccontò durante una conferenza stampa cosa aveva fatto il giorno prima. «Ho guardato Liz McDonald, fantastica. Ho guardato Fox Business. La sera ho guardato Lou Dobbs, Sean Hannity, Tucker, Laura. Stamattina ho guardato Fox & Friends». Più volte Trump interagisce in diretta con i programmi che guarda, scrivendo tweet di critica o di approvazione. Il tempo che Trump passa a guardare la tv – anche sette ore al giorno – è indicato sulla sua agenda ufficiale come “Executive Time”.BrianStelter-Hoax Continua la lettura di Come Trump guarda la tv

La fine del dibattito pubblico (o forse è andato altrove)

di Nicola Mirenzi (huffingtonpost.it, 25 settembre 2020)

Per il quarantesimo anniversario della sua nascita, la rivista Le Débat ha deciso di festeggiare in maniera speciale: chiudendo. Del resto, oggi, quanti altri modi ha una rivista per farsi notare? Nell’editoriale di addio, il direttore Pierre Nora ha scritto che la «scomparsa di una testata importante ha sempre un significato che la oltrepassa» e, da settimane, la Francia si domanda quale sia. «È un allarme per tutto il dibattito pubblico europeo», mi dice Ernesto Galli della Loggia appena accenno al motivo per cui lo chiamo.Le_Debat Continua la lettura di La fine del dibattito pubblico (o forse è andato altrove)

Fedez spiega perché Conte non ha potuto chiedere a Salvini una campagna sull’uso delle mascherine

di Enzo Boldi (giornalettismo.com, 22 ottobre 2020)

Ah no, non posso? Io la mascherina non ce l’ho e non la metto. Poi baci, abbracci, selfie e bagni di folla. Questo è solo un piccolo elenco del motivo per cui Giuseppe Conte non abbia potuto chiedere a Matteo Salvini di rendersi protagonista di una campagna di sensibilizzazione sull’uso della mascherina. E, infatti, il Presidente del Consiglio ha dovuto rivolgersi a due personaggi molto in voga sui social. Dopo esser stato tirato in ballo dallo stesso leader della Lega, Fedez risponde a Salvini spiegando perché sia stato contattato lui e non il senatore per invitare i followers al corretto uso del dispositivo di protezione.

Fedez via Twitter
Fedez via Twitter

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Mascherine: Fedez e Ferragni raccolgono l’appello di Conte

di Giovanni Cardarello (ck12.it, 20 ottobre 2020)

“La situazione è grave ma non è seria” direbbe il grande Ennio Flaiano, “con ogni mezzo necessario” risponderebbe Malcom X, e la sostanza non cambierebbe: da ieri sera il popolare rapper Federico Lucia, in arte Fedez, e la moglie, la notissima influencer e imprenditrice digitale Chiara Ferragni, sono stati ingaggiati dal presidente del consiglio Giuseppe Conte per sensibilizzare le nuove generazioni all’utilizzo delle mascherine per proteggersi dalla diffusione del Coronavirus Covid-19. La scelta, come spesso accade quando si tratta dei Ferragnez, solleva sentimenti antitetici tra chi si straccia le vesti e chi invece applaude.Ferragnez-Conte Continua la lettura di Mascherine: Fedez e Ferragni raccolgono l’appello di Conte