di Gianluca Modolo (repubblica.it, 18 gennaio 2024)
Due ragazzi umiliati pubblicamente, davanti a centinaia di studenti riuniti in uno stadio, e condannati a dodici anni di lavori forzati. Tutti devono essere testimoni di come questi due sedicenni «non abbiano riflettuto profondamente sui loro errori», dicono gli agenti mentre ammanettano i due adolescenti rivelando agli altri presenti i loro nomi e pure gli indirizzi di casa. La loro colpa? Aver guardato serie televisive prodotte da quello che il dittatore Kim Jong-un ha appena classificato come “nemico numero uno”: la Corea del Sud.
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