Archivi tag: Hamas

Gli inattesi commenti al trailer della nuova “Biancaneve” Disney

Walt Disney Studios via YouTube

(ilpost.it, 29 agosto 2024)

Il 10 agosto la casa di produzione Walt Disney Pictures ha pubblicato un breve trailer del musical in live action (cioè con attori veri) Biancaneve, ispirato al primo film d’animazione Disney Biancaneve e i sette nani (Snow White and the Seven Dwarfs) del 1937. È l’ultimo di una serie di remake di classici d’animazione che Disney ha fatto uscire al cinema negli ultimi anni riscuotendo un generale successo, sia tra gli adulti nostalgici dei cartoni della loro infanzia, sia tra i bambini che li vedono per la prima volta.

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Adidas ha rinunciato a una pubblicità con Bella Hadid dopo le critiche di Israele

@adidasoriginals via X

(ilpost.it, 20 luglio 2024)

Questa settimana la grande azienda di abbigliamento sportivo tedesca Adidas ha diffuso la campagna pubblicitaria per le SL72, un tipo di sneaker da corsa dal design un po’ retrò disegnate inizialmente per le Olimpiadi estive di Monaco di Baviera del 1972. L’azienda ha coinvolto cinque personaggi del mondo della moda e dello sport per la campagna: tra loro c’era Bella Hadid, modella americano-palestinese molto celebre e richiesta, che da anni si espone particolarmente a favore dell’indipendenza della Palestina, criticando anche varie politiche del governo israeliano.

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Arresto per Netanyahu e Sinwar, Amal Clooney tra i consulenti dell’Aja

di Massimo Balsamo (ilgiornale.it, 20 maggio 2024)

Oggi il procuratore capo della Corte Penale Internazionale (Cpi) ha chiesto ai giudici del Tribunale dell’Aja mandati d’arresto per il premier israeliano Benjamin Netanyahu, il suo ministro Yoav Gallant e tre leader di Hamas, compreso Yahya Sinwar. Il procuratore Karim Khan ha evidenziato che la richiesta è per crimini di guerra e contro l’umanità, rispettivamente per i fatti di Gaza e per l’attacco del 7 ottobre nel Sud di Israele e il successivo trattamento degli ostaggi rapiti durante l’assalto.

Getty Images

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Il ritorno della kefiah

di Vincenzo Ligresti (ilpost.it, 4 aprile 2024)

Dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas si è rivista anche in Occidente – in giro, nelle manifestazioni, nelle fotografie sui giornali – la kefiah, il copricapo tradizionale utilizzato nel mondo arabo, in cotone e con una fantasia a scacchi, diventata nel tempo simbolo del nazionalismo e della causa palestinese. La kefiah è indossata fuori dalla Palestina almeno dagli anni Sessanta: inizialmente aveva un messaggio politico che si è svuotato nel tempo, fino a diventare un accessorio come un altro proposto da marchi di moda nelle loro collezioni.

Ph. Ron Edmonds / Ap

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Al Jazeera non è una cosa sola

di Valerio Clari (ilpost.it, 9 aprile 2024)

La rete televisiva del Qatar Al Jazeera è uno dei più importanti network di informazione al mondo e uno dei pochi media internazionali rimasti operativi nella Striscia di Gaza, invasa ormai da mesi dall’esercito israeliano. Da quando è nata, nel 1996, è stata al centro di numerose polemiche internazionali, accusata di fare da “megafono” alle ambizioni politiche degli emiri del Qatar, dei movimenti islamisti e talvolta di quelli terroristi.

Ph. Suzanne DeChillo / The New York Times – Redux

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Il governo turco sta usando il calcio per attaccare Israele

di Valerio Moggia (linkiesta.it, 16 gennaio 2024)

È destinata a far discutere la vicenda di Sagiv Yehezkel, il calciatore israeliano arrestato domenica 14 gennaio in Turchia per via di un’esultanza dopo un gol in una partita della Süper Lig, il massimo campionato locale. Di mezzo ci sono ovviamente la guerra in Medio Oriente e la posizione politica del governo turco, notoriamente vicino alla Palestina. Dopo aver segnato, nel pomeriggio, il gol del pareggio del suo Antalyaspor contro il Trabzonspor, Yehezkel aveva esultato mostrando alle telecamere la fasciatura della sua mano sinistra, su cui aveva scritto «100 giorni dal 7 ottobre», ricordando la data degli attacchi di Hamas in Israele e il sequestro di diverse persone ancora in ostaggio.

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Pallywood irrompe nel conflitto tra Israele e Hamas

(agi.it, 22 dicembre 2023)

In Israele è tornato a farsi sentire un fenomeno chiamato “Pallywood”, l’unione di due parole molto note: Palestina e Hollywood. La provocazione linguistica, usata soprattutto dai sostenitori di Tel Aviv, riguarda lo stravolgimento e la distorsione di tutti quei video e quelle foto che descrivono le atrocità compiute all’interno della Striscia di Gaza. Un’operazione continua che rischia di oscurare la portata degli accadimenti, reali e tragici, che dal 7 ottobre si stanno verificando a causa delle bombe israeliane.

Ph. Mohammed Abed / Afp

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Cynthia Nixon in sciopero della fame per Gaza

di James Hibberd (hollywoodreporter.it, 29 novembre 2023)

«Biden, stai affamando Gaza», con questo cartello in mano Cynthia Nixon si è unita alla manifestazione a Washington, annunciando uno sciopero della fame contro la guerra tra Israele e Hamas. La star di Sex and the City si è unita a un gruppo di legislatori progressisti in una protesta fuori dalla Casa Bianca lunedì 27 novembre, dove è stato chiesto un cessate il fuoco permanente a Gaza. L’attrice e attivista 57enne ha confermato di voler intraprendere uno sciopero della fame di due giorni.

Ph. Jim Watson / Afp via Getty Images

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Su TikTok c’è chi sfrutta la guerra tra Israele e Hamas per far soldi

di David Gilbert (wired.it, 28 ottobre 2023)

Diversi utenti di TikTok stanno sfruttando una funzione di livestreaming poco conosciuta dell’app per guadagnare facendo leva sull’enorme interesse intorno alla guerra tra Israele e Hamas, pur non avendo alcun legame con la crisi. E in tutto questo, la piattaforma si prende fino al 50 per cento dei guadagni.

CFOTO / Getty Images

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Instagram e gli “shadow ban” su Israele e Palestina

(ilpost.it, 19 ottobre 2023)

Su Instagram da giorni moltissimi utenti, soprattutto tra attivisti, giornalisti e altre persone che stanno seguendo la guerra nella Striscia di Gaza, segnalano che i loro post e le loro Storie su Instagram che parlano delle condizioni di estrema difficoltà in cui vivono le persone nei territori palestinesi o che esprimono vicinanza alla causa palestinese ottengono un numero di visualizzazioni e interazioni molto inferiore a quello riservato agli altri loro altri contenuti.

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