Archivi tag: Giuseppe Conte

Lo “sciopero della fama” di Giuseppe Conte

di Enrico Pirondini (blitzquotidiano.it, 21 novembre 2021)

La Rai e il Conte furioso. Pensavo finora di averne viste tante, ma non ancora abbastanza. L’ultima si chiama “sciopero della fama”. L’ha inventata Giuseppe Conte, furioso perché non è stato invitato al banchetto Rai delle nomine dei direttori dei telegiornali. C’erano tutti, non lui. Emarginato. Isolato. Insomma fatto fuori. E subito gli altri ne hanno approfittato per spartirsi la torta: 4 poltrone su 9 sono andate al Pd, maestro nel ramo; il resto al Centrodestra. A secco i 5 Stelle. E Giuseppi, indispettito, ha partorito l’ennesimo paradosso della fervida compagnia. Appunto, lo sciopero della fama. Sulla Rai.

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Fenomenologia di Conte sex symbol

di Filippo Ceccarelli (repubblica.it, 22 settembre 2021)

In quel misterioso e spesso vano product placement che è diventata oggi la politica dei partiti – ché nel frattempo il governo Draghi “va avanti” più che spedito –, l’altro giorno, a Rossano Calabro, è andato in scena uno scambio che certo riassume più di quanto si possa vedere nel video di pochi secondi che comprensibilmente ha preso a girare sui siti di informazione e sui social. E quindi: prima del comizio, da un luogo che potrebbe definirsi il backstage, una signora piccolina con i capelli biondi a caschetto ha cominciato a rumoreggiare: «Giuseppe, girati!» gli gridava.

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Conte e la maledizione di Cazzareggio

di Pietro Salvatori (huffingtonpost.it, 18 luglio 2021)

La fortuna è cieca, e anche con un po’ di fortuna, considerate le recenti vicissitudini, Giuseppe Conte è riuscito infine a issarsi alla guida del MoVimento 5 Stelle. La sfiga, invece, ci vede benissimo. Così quando l’ex premier ha caricato su YouTube il video con il quale ha presentato il nuovo Statuto, a molti in Parlamento non è sfuggito un dettaglio nei sottotitoli automatici che il portale di streaming offre come tool ai suoi utenti. Quando Conte ha citato le origini del MoVimento, nato dalla “passione di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio”, ecco che il nome del guru pentastellato è stato improvvidamente trasformato in “Cazzareggio”.

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Nel MoVimento 5 Stelle sarà vietato dire parolacce

(ilpost.it, 18 luglio 2021)

Sabato pomeriggio l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha presentato il nuovo Statuto del MoVimento 5 Stelle, che verrà confermato dagli iscritti con una votazione on line fra qualche settimana. Il nuovo Statuto prevede soprattutto l’elezione di un presidente – il fondatore Beppe Grillo ha già detto che proporrà Conte, dopo averci litigato pubblicamente appena una settimana fa –, qualche modifica al logo e agli organi interni del MoVimento, ma anche una nuova “carta dei valori” che tutti i rappresentanti del partito sono tenuti a rispettare.

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Questo Grillo ricorda Berlusconi

di Ugo Magri (huffingtonpost.it, 28 giugno 2021)

Per quanto possa suonare provocatorio, sacrilego, addirittura osceno, c’è tanto in comune tra Berlusconi e Grillo. Il quale rispetto a Conte si sta comportando proprio come l’altro, otto anni fa, aveva trattato il povero Alfano: presi a pedate entrambi per lesa maestà. Variano i personaggi, cambiano le etichette, ma la storia inesorabile si ripete a conferma che la politica ha “corsi e ricorsi”, come direbbe Vico, ovvero il teatrino è sempre lo stesso. C’è un leader carismatico un po’ vecchio e spompato che finge di volersi ritirare, individua il presunto successore, lo incoraggia a farsi avanti, addirittura si incontrano per concordare il passaggio delle consegne e poi sul più bello, quando l’altro ormai si sente in tasca le chiavi di casa, bruscamente lo accompagna alla porta. Addio.

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Intervista a Dario Adamo, social media manager di Giuseppe Conte

di Gianmichele Laino (giornalettismo.com, 26 marzo 2021)

Giuseppe Conte, è noto, non aveva account social prima della sua esperienza da presidente del Consiglio. È successo tutto molto in fretta, da zero a cento, nelle ore in cui il suo nome fu indicato per la prima volta dagli allora alleati Lega e Movimento 5 Stelle per guidare, nel 2018, l’esecutivo giallo-verde. Quegli stessi account social sono diventati una sorta di cifra stilistica della sua presidenza. Per questo, chi si occupa di tecnologia digitale e di comunicazione politica non può non ritenere importante un colloquio con Dario Adamo, social media manager di Conte nei suoi due anni e mezzo a Palazzo Chigi. «Era maggio 2018, Conte aveva già ricevuto l’incarico per la prima volta» – ricorda ai nostri microfoni.

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Oltre la velina: lo chiamano “sonoro” e sono quindici secondi di autocelebrità

di Carmelo Caruso (ilfoglio.it, 12 aprile 2021)

Lo chiamano “sonoro” e nulla ha a che vedere con la musica. È in pratica l’antinformazione, il playback del politico (anzi dell’ufficio stampa) che si interroga e si risponde senza contradditorio. Siamo passati a piazza Staderari e poi presso l’hotel Nazionale per assistere a uno dei nuovi fenomeni di questi tempi malandati. Si tratta dell’intervista self made man, una sorta di pasquinata da non interrompere assolutamente se non si vuole rischiare di passare per giornalisti. Sono quindici secondi di flusso di coscienza che il deputato o il senatore confezionano e che poi gli uffici stampa “spacciano” a televisioni, agenzie, giornali.

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Rocco Casalino, autobiografia di una nazione

di Paolo Mossetti (esquire.com, 11 marzo 2021)

Inizia con una maledizione sussurrata al padre morente l’autobiografia dell’ultimo Machiavelli italiano. Parole d’odio per sopprimere la rabbia e seppellirla col nemico di sempre. Rocco Casalino non perdona e non dimentica: in quel letto d’ospedale vede una giustizia che è arrivata, il conto di una violenza che il genitore aveva inflitto, per anni, ai figli e alla moglie. È a quest’ultima che l’ex responsabile della comunicazione di Giuseppe Conte dedica la citazione in apertura, tratta dalla poesia Supplica alla madre di Pier Paolo Pasolini. Ma quella rabbia non andrà mai via, e farà da propulsore a una delle carriere più fulminanti e originali nel nostro panorama politico.

Ph. Simona Granati / Corbis – Getty Images
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Il silenzio degli urlatori

di Francesco Cundari (ilfoglio.it, 1° maggio 2021)

Si sa che quel che conta più di tutto, nel teatro come nella vita, in politica come in letteratura (e secondo alcuni persino negli articoli di giornale), è il finale. Proprio per questo lascia stupefatti la conclusione cui sembra essere arrivato il MoVimento 5 Stelle, singolarissima creatura partitico-teatrale del comico Beppe Grillo, opera somma della politica spettacolo in Italia: un improvviso, interminabile, imbarazzato silenzio. La negazione di tutte le leggi dello spettacolo. La negazione di tutte le leggi della politica. Ma una conclusione che era fors’anche inevitabile per un movimento composto da persone, Grillo a parte, fondamentalmente negate per entrambe le cose.

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Casaleggio e dissociati

di Mario Lavia (linkiesta.it, 24 aprile 2021)

Il diluvio affoga i Cinquestelle sotto la congiunzione astrale della caduta di Beppe Grillo e dell’addio di Rousseau, cioè gli dei di un Movimento nato in sordina e in sordina entrato in crisi. Forse esiste un nesso fra i due accadimenti, forse no. Non è da escludere che Grillo sia andato fuori di testa certo per la vicenda giudiziaria del figlio ma chissà se anche perché da vecchio istrione ha sentito il fruscìo dell’ombra di Banquo recante il fallimento del più grande spettacolo della Seconda repubblica, a parte quello di Silvio Berlusconi; forse aveva previsto la fuga dell’impresario inopinatamente intitolato a Rousseau che sin qui garantiva la più colossale parodia della democrazia; e poi attori e comparse disertare le prove, e il pubblico rivolere indietro i soldi del biglietto.

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