Archivi tag: Giorgia Meloni

Meloni e Trump star (grazie all’AI) della sit-com satirica “Fachas” (Fasci), parodia di “Friends”

La Sexta

di Giovanna Maria Fagnani (corriere.it, 26 ottobre 2024)

Giorgia Meloni e Donald Trump «coinquilini», che organizzano «party di suprematisti bianchi» e che fanno un colloquio a un aspirante nuovo affittuario di una delle altre stanze della loro casa – ovvero il leader del partito di destra spagnolo Vox, Santiago Abascal – mentre si sente il rumore di un tagliaerba. «È solo Milei (Javier, il presidente argentino – N.d.R.). A quest’ora taglia sempre dei diritti» spiega Trump.

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La politica a colpi di selfie

di Fulvio Abbate (huffingtonpost.it, 13 settembre 2024)

I selfie restituiscono il quotidiano della nostra storia repubblicana. Andamento e sostanza dei suoi governi. Un dato iconico di fatto. Cancellando quasi l’antica memoria delle quadrerie ufficiali che trovavano posto nei corridoi del Palazzo. Quirinale, Chigi, Madama, Montecitorio. Surclassando altrettanto i busti risorgimentali posti sulle sommità capitoline del Pincio e del Gianicolo.

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Maria Rosaria Boccia, l’icona pop che non ci aspettavamo

di Paolo Armelli (wired.it, 5 settembre 2024)

Anche se pensavamo di essere usciti più o meno indenni (o comunque disintossicati) dal ventennio berlusconiano di olgettine e bunga-bunga, ecco che l’affaire Sangiuliano ci fa ripiombare nell’ennesimo caso in cui la cronaca politica italiana sembra scritta da un’A.I. allenata a colpi di Novella 2000. Da giorni, infatti, la mente degli italiani è catturata solo da una vicenda, quella che lega il ministro della Cultura del governo Meloni a Maria Rosaria Boccia, giovane campana che i giornali americani non esiterebbero a definire multihypenated.

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I vestiti di Kamala Harris

Ph. J. Scott Applewhite / Ap

(ilpost.it, 4 settembre 2024)

Da candidata Democratica alla presidenza degli Stati Uniti, Kamala Harris ha una sfida in più rispetto al suo rivale Repubblicano Donald Trump: scegliere accuratamente i propri vestiti. È un compito che, volente o nolente, le è richiesto in quanto donna, perché da sempre le donne sono esaminate attentamente per come si vestono, tanto più se ricoprono o vogliono ricoprire un ruolo di potere.

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Meloni vince perché somiglia ai suoi elettori

di Guia Soncini (linkiesta.it, 4 settembre 2024)

Cinque anni fa, a Sanremo ci fu una polemica che lì per lì sottovalutai. Riguardava la vittoria di Mahmood, che con Soldi aveva battuto Ultimo. La sottovalutai perché Soldi era così evidentemente la più bella canzone italiana di questi anni che polemizzare non poteva che essere indizio di fesseria. Ma la sottovalutai anche perché non avevo, prima di quel Sanremo, sentito nominare nessuno dei due, epperciò mi pareva una gara tra ignoti.

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Gli influencer, il narcisismo e Sangiuliano

Maria Rosaria Boccia via Instagram

di Riccardo Luna (huffingtonpost.it, 3 settembre 2024)

Cosa possiamo imparare dalla vicenda grottesca del ministro Gennaro Sangiuliano e della sua consigliera fantasma Maria Rosaria Boccia, di cui si occupano da giorni i giornali? (non le tv, le tv sono in qualche modo vicine al governo e se ne sono occupate solo per registrare la rassicurazione posticcia del ministro alla premier Meloni: non ha visto carte segrete, non abbiamo speso un euro per lei. Sì vabbè).

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Il miglior lessico elementare e la società sognatrice di massa

Giorgia Meloni via X

di Guia Soncini (linkiesta.it, 3 agosto 2024)

E se uno dei problemi fosse che il Grande Indifferenziato riguarda anche il lessico? Se uno dei problemi fosse che è ormai impossibile distinguere Temptation Island dai ruoli di governo, la classe dirigente dai gruppi di mamme su Facebook, sentendone parlare i protagonisti? Certo, diranno i miei piccoli lettori, è la società dello spettacolo, tutti vogliono prendere gli stessi cuoricini, avere lo stesso consenso, ambire senza faticare, l’hai capito oggi, ben alzata. Sì, ma io parlo delle parole, mica delle azioni.

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Imane Khelif e la “campagna Matrioska”

Ph. Ciro Fusco / Ansa

di Silvia Bombino (vanityfair.it, 2 agosto 2024)

Con un video sul suo account Instagram, Vladimir Luxuria aveva già spiegato nei giorni scorsi che la pugile algerina Imane Khelif, definita da molti «transgender», in realtà è «nata donna», avendo solo «alti livelli di testosterone», e che «diffondere fake news transfobiche su di lei è solo un modo per alimentare l’odio». E ora ci sarebbe la conferma: per Virginium, l’ente francese che monitora le interferenze digitali straniere, è in atto – a partire dalla fake news sulla cerimonia di apertura che scambiava il banchetto queer per una parodia dell’Ultima Cena, fatto smentito subito dagli autori dello show e che poteva constatare chiunque avesse davvero seguito l’evento – una campagna di manipolazione detta «Matrioska», in funzione anti-occidentale e a guida russa.

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Uno come Yamal nell’Italia non potrebbe giocare

Getty Images

di Giuseppe Civati (ilpost.it, 24 luglio 2024)

Quando ero piccolo in Serie A c’erano due e poi tre stranieri per squadra e ognuno ricorda i “suoi”: Platini e Boniek nella Juve, Maradona e Careca nel Napoli, o le favolose giaculatorie Gullit-Rijkaard-Van Basten nel Milan e Matthäus-Klinsmann-Brehme nell’Inter. A un certo punto il limite è saltato e oggi ci troviamo in presenza, non solo in Italia, di vere e proprie “squadre mondo”.

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Nel Regno Unito si può votare anche per “candidati satirici”

Ph. Oli Scarff / Afp

(ilpost.it, 2 luglio 2024)

Il Regno Unito è un posto dove, la notte delle elezioni, il Primo Ministro deve condividere il palco del suo collegio elettorale con alcuni personaggi coloriti vestiti in modo eccentrico, in costume rosso da Elmo (il personaggio della serie animata Sesame Street) o con una tuta da guerriero spaziale. I “candidati satirici” [satirical candidates o joke candidatesN.d.C.], come vengono chiamati, sono una tradizione della politica britannica: sono persone che si candidano alle elezioni non per vincere ma per fare satira, ottenere visibilità o dare attenzione a una causa che ritengono importante.

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