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Trump, lo show prima del voto: «Io non sono un politico, sono una star»

6 Novembre 2024Readings on Star PoliticsAbraham Lincoln, antipolitica, biopolitica, comunicazione politica, Donald Trump, Elon Musk, George Washington, Glenn Youngkin, Joe Biden, Kamala Harris, plutocrazia, politica-per-media, politica-spettacolo, populismo, propaganda, redneck, Ronald Reagan, Star, star politics, Starlink, Tea Party, Usa 2024, Viktor Orbán, Vladimir Putin, Winsome SearsStar Politics

di Aldo Cazzullo (corriere.it, 3 novembre 2024)

Salem (Virginia) – Non è un comizio. È uno show. Infatti dura più di cinque ore; le ultime due con lui sul palco. A segnare una mutazione ormai irreversibile della destra americana e globale. Come in ogni show, si ride e si piange. Si ride – con una punta di angoscia al pensiero che l’attor comico è il favorito per la Casa Bianca – quando Donald Trump fa le imitazioni.

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I vestiti di Kamala Harris

11 Settembre 2024Readings on Star PoliticsAlpha Kappa Alpha, Angela Merkel, Barack Obama, biopolitica, Carolina Herrera, Chemena Kamali, Chloé, Christopher John Rogers, Converse Chuck Taylor, Donald Trump, Elizabeth II, femminismo, First Lady, George Washington, Geraldine Ferraro, Giorgia Meloni, Hillary Clinton, Howard University, Kamala Harris, Kate Middleton, Letizia Ortiz Rocasolano, Margaret Thatcher, Michael Kors, Michelle Obama, moda vestimentaria, Nancy Pelosi, National Woman’s Party, pantsuit aficionado, politica-per-media, Pyer Moss, Ralph Lauren, Sergio Hudson, tan suit, Theresa May, Usa 2024, Vanessa FriedmanStar Politics

(ilpost.it, 4 settembre 2024)

Da candidata Democratica alla presidenza degli Stati Uniti, Kamala Harris ha una sfida in più rispetto al suo rivale Repubblicano Donald Trump: scegliere accuratamente i propri vestiti. È un compito che, volente o nolente, le è richiesto in quanto donna, perché da sempre le donne sono esaminate attentamente per come si vestono, tanto più se ricoprono o vogliono ricoprire un ruolo di potere.

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Usa 2024: Blitz Primary, la “terapia hollywoodiana” per gestire le primarie lampo

9 Luglio 2024Readings on Star PoliticsBarack Obama, Bill Clinton, Blitz Primary, Donald Trump, fantapolitica, George Washington, Joe Biden, Michelle Obama, Oprah Winfrey, politica-per-media, politica-spettacolo, Rosa Brooks, Semafor, star politics, Taylor Swift, Ted Dintersmith, Usa 2024Star Politics

di Massimo Basile (repubblica.it, 9 luglio 2024)

Mentre i Repubblicani esultano per il declino mentale di Joe Biden, una docente di Legge ha lanciato tra i donatori democratici un piano per arruolare tre donne e sparigliare le carte: Michelle Obama, Taylor Swift e Oprah Winfrey. Le tre star verrebbero chiamate a guidare forum pubblici per valutare in tempi brevi la migliore alternativa a Biden, se il presidente degli Stati Uniti decidesse di ritirarsi dopo la disastrosa prova nel duello televisivo con Donald Trump.

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Non puoi sempre avere quello che vuoi, o delle dispute politiche sulle canzonette

22 Luglio 2020Readings on Star PoliticsAbba, Al Gore, Barack Obama, Bill Clinton, Born in the U.S.A., Boston, Bruce Springsteen, Buckle down with Nixon, California here I come, celebrity politics, comunicazione politica, Donald Trump, Don’t stop thinking about tomorrow, Fleetwood Mac, Follow Washington, Francesco De Gregori, George H.W. Bush, George W. Bush, George Washington, I won’t back down, John Edwards, John Kerry, John McCain, John Mellencamp, Ludacris, Mike Huckabee, More than a feeling, No surrender, Oscar Brand, Our Country, politica-per-media, Politics as usual, Presidential Campaign Songs: 1789-1996, propaganda, Rolling Stones, Ronald Reagan, star politics, Take a chance on me, This land is my land, This machine kills fascists, Tom Petty, Viva l’Italia, Woody Guthrie, You can’t always get what you wantStar Politics

di Maurizio Stefanini (linkiesta.it, 30 giugno 2020)

I Rolling Stones contro Donald Trump, e non solo. A Tulsa, nel comizio di apertura della sua campagna elettorale, il presidente ha fatto suonare You can’t always get what you want: una canzone che ha compiuto 52 anni, dal momento che fu registrata il 16 e 17 novembre 1968, per essere inclusa nell’album del 1969 Let it bleed. Continua la lettura di Non puoi sempre avere quello che vuoi, o delle dispute politiche sulle canzonette →