Archivi tag: George W. Bush

Dan Bongino, da podcaster a vicedirettore dell’Fbi

25 Febbraio 2025Readings on Star PoliticsAlex Jones, Barack Obama, Capitol Hill, cospirazionismo, Covid-19, Dan Bongino, Dan Bongino Show, Donald Trump, Elon Musk, Federal Bureau of Investigation (Fbi), Fox News, George W. Bush, InfoWars, Joe Biden, Kash Patel, Nratv, Parler, podcast, politica-per-media, political endorsement, Rupert Murdoch, Rush Limbaugh, Secret Service, star politics, The Sean Hannity Show, TRUTH SocialStar Politics

di Marco Arvati (ilfoglio.it, 24 febbraio 2025)

Dan Bongino, opinionista e noto podcaster della galassia ultraconservatrice, è stato nominato da Donald Trump vicedirettore dell’Fbi: in un post su Truth Social, il presidente lo ha definito «un uomo che ha un incredibile amore per il nostro Paese». Scegliere Bongino rappresenta una differenza radicale rispetto al modo in cui la posizione di vicedirettore si è selezionata negli anni: infatti, di prassi il ruolo viene assegnato a un agente in carriera, possibilmente con molti anni di esperienza, in quanto si tratta di una carica prettamente operativa.

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Lara Trump condurrà uno show su Fox News

15 Febbraio 2025Readings on Star Politicscampagna elettorale, celebrity politics, Chelsea Clinton, Donald Trump, Eric Trump, Fox News, George W. Bush, Hillary Clinton, Ivana Trump, Jenna Bush, Lara Lea Yunaska Trump, Lara Trump, My View with Lara Trump, politica-per-media, star politics, Suzanne ScottStar Politics

(agi.it, 6 febbraio 2025)

Fox News, il canale più seguito dai conservatori statunitensi, ha assunto la nuora del presidente Donald Trump, Lara, per condurre un nuovo programma serale a partire dal 22 febbraio. A darne notizia, in serata, è stata la stessa Fox, sottolineando come lo show – My View with Lara Trump, in onda il sabato sera dalle 21:00 alle 22:00 – «si focalizzerà sul ritorno del buon senso in tutti gli aspetti della vita americana, in sintonia con un Paese che sta inaugurando una nuova era nel segno del pragmatismo».

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I 40 anni di “Alba rossa” segnano per sempre il cinema

14 Agosto 2024Readings on Star PoliticsAfghanistan, Alba rossa, Alexander Haig, Battlefield, brat pack, Chuck Norris, Clint Eastwood, comunismo, Donald Trump, Firefox, Frank Yablans, Gengis Khan, George H.W. Bush, George W. Bush, Guerra di Secessione, Herman Kahn, Il signore delle mosche, John Milius, Kevin Reynolds, Metro-Goldwyn-Mayer (Mgm), Modern Warfare, politica-per-media, propaganda, rambismo, Rambo, Richard Nixon, Ronald Reagan, star politics, Ten soldiers, URSS, Wargames, William Clarke QuantrillStar Politics

di Giulio Zoppello (esquire.com, 10 agosto 2024)

Comprendere perché Alba rossa di John Milius sia diventato uno dei war movie per eccellenza degli anni Ottanta, ma più ancora uno dei film fondamentali per capire l’America, la sua mentalità e visione del mondo, significa tornare ad un periodo storico-culturale molto particolare. Eravamo nel pieno della contrapposizione tra Usa ed Urss, che aveva avuto nell’invasione dell’Afghanistan da parte di Mosca un momento di non ritorno.

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“Fahrenheit 9/11”, i vent’anni di una profezia cinematografica

10 Luglio 2024Readings on Star PoliticsAdam McKay, Bowling for Colombine, Capitalism: A Love Story, Colin Powell, complottismo, Condoleezza Rice, controcultura, democrazia, Dick Cheney, documentario civile, Donald Rumsfeld, Donald Trump, Dwight Eisenhower, Fahrenheit 11/9, Fahrenheit 9/11, fake news, Farenheit 451, George W. Bush, House of Cards, JFK, Leslie Nielsen, Martin Scorsese, Michael Moore, Michael Moore in TrumpLand, Oliver Stone, opinione pubblica, Patriot Act, politica-per-media, Ray Bradbury, satira politica, star politics, The Big One, The Party is Over, Vice, W.Star Politics

di Giulio Zoppello (esquire.com, 24 giugno 2024)

Fahrenheit 9/11 quando uscì, vent’anni fa, generò un tale vespaio che oggi si fa fatica a credere che questo documentario, premiato con la Palma d’Oro al Festival di Cannes presieduto da Quentin Tarantino, sia esistito veramente. Viene anche da chiedersi se abbia avuto conseguenze esclusivamente positive e non anche negative.

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“Things Can Only Get Better” dei D:Ream, dall’arrivo di Blair all’addio a Sunak

3 Luglio 2024Readings on Star PoliticsAl Mackenzie, Bill Clinton, Brian Cox, D:Ream, Don’t stop, Fleetwood Mac, George W. Bush, Glastonbury Festival 2024, guerra in Iraq, Keir Starmer, Peter Cunnah, politica-per-media, Rishi Sunak, Sea of Change, star politics, Steve Bray, Stuart McAnulla, Sunderland Afc, Take That, Things Can Only Get Better, Tie The Boy, Tony BlairStar Politics

(ilpost.it, 1° luglio 2024)

Tra i tantissimi concerti al Festival di Glastonbury c’è stato anche quello del gruppo pop nordirlandese dei D:Ream, famoso soprattutto a metà degli anni Novanta. Era la prima volta che i D:Ream suonavano all’evento musicale più noto d’Europa e la loro esibizione era attesa soprattutto per Things Can Only Get Better, il tormentone che fu ripreso dai Laburisti di Tony Blair per poi diventare la colonna sonora della vittoria del partito alle elezioni politiche del 1997, dopo diciotto anni di governi conservatori.

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Nella quarta stagione di “The Boys” Trump diventa il cattivo della serie

20 Giugno 2024Readings on Star PoliticsAmazon Prime Video, Capitol Hill, celebrità, Darick Robertson, disinformazione, Donald Trump, Eric Kripke, Garth Ennis, George W. Bush, Kristi Noem, Make America Great Again (Maga), Patriota, politica-per-media, social media, star politics, supereroi, The Boys, Usa 2024, Vought International, wokeStar Politics

di Silvia Renda (huffingtonpost.it, 13 giugno 2024)

L’attesa si è interrotta oggi. A oltre due anni dal rilascio dell’ultimo episodio della terza stagione, sono arrivate le nuove puntate di The Boys, fortunata serie targata Amazon Prime Video, ambientata in un’America distopica, dove i supereroi vivono tra noi, ma non sono quelle brave persone che la Marvel o la Dc Comics ci avevano raccontato. Il capitolo quattro della saga è un punto di svolta: fortemente più politicizzato e schierato rispetto al racconto precedente, affronta tematiche calde negli Stati Uniti, come l’aborto.

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Al Jazeera non è una cosa sola

12 Aprile 2024Readings on Star PoliticsAbdel Fattah al-Sisi, Al Jazeera, Al-Arabiya, Al-Jazeera: How Arab TV News Challenged the World, Al-Qaida, Antony Blinken, Arab Digest, Arabia Saudita, Ayoub Kara, Bbc Arabic, Benyamin Netanyahu, conflitto israelo-palestinese, Fratelli Musulmani, George W. Bush, Hamad bin Khalifa al-Thani, Hamas, Hezbollah, Hillary Clinton, Hugh Miles, Iran, Mohamed Morsi, Mohamed Sidi, Muammar Gheddafi, Osama bin Laden, politica-per-media, primavere arabe, propaganda, Qatar, Saddam Hussein, Samir Kuntar, Seconda Intifada, Shireen Abu Akleh, star politics, Stato Islamico, Striscia di GazaStar Politics

di Valerio Clari (ilpost.it, 9 aprile 2024)

La rete televisiva del Qatar Al Jazeera è uno dei più importanti network di informazione al mondo e uno dei pochi media internazionali rimasti operativi nella Striscia di Gaza, invasa ormai da mesi dall’esercito israeliano. Da quando è nata, nel 1996, è stata al centro di numerose polemiche internazionali, accusata di fare da “megafono” alle ambizioni politiche degli emiri del Qatar, dei movimenti islamisti e talvolta di quelli terroristi.

Ph. Suzanne DeChillo / The New York Times – Redux

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Eminem e gli altri: i cantanti salgono sulle barricate contro i politici

6 Settembre 2023Readings on Star PoliticsAdele, Aerosmith, Black Lives Matter, Bobby McFerrin, Boris Johnson, Born in the Usa, Brand new day, Brian May, Bruce Springsteen, campagna elettorale, Devil’s sidewalk, Donald Trump, Don’t worry be happy, Elton John, Eminem, Fatboy Slim, Fedez, Friendly Fires, George H.W. Bush, George W. Bush, Gianluigi Paragone, Jackson Browne, John McCain, Liz Truss, Lose yourself, Luciano Pavarotti, M People, Macho Man, Matteo Salvini, Moving on up, Neil Young, Nessun dorma, Pharrell Williams, politica-per-media, Prince, propaganda, Queen, R.E.M., Right Here Right Now, Rihanna, Rocket man, Rockin’ in the free world, Rolling Stones, Ronald Reagan, Running on empty, star politics, Sting, Tiny dancer, Vasco Rossi, Victor Willis, Village People, Vivek Ramaswamy, We are the champions, Y.M.C.A., You can’t always get what you wantStar Politics

di Daniela Lanni (lastampa.it, 30 agosto 2023)

Cantanti contro politici. Uno scontro che si ripete da anni, ogni volta che arriva la stagione elettorale e il candidato di turno utilizza il brano del proprio artista o band preferita come colonna sonora della propria campagna. L’ultimo match vede protagonisti il multimilionario biotecnologico e potenziale candidato repubblicano americano Vivek Ramaswamy ed Eminem.

Ph. Chris Pizzello / Ap – File

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Porro restituisce le voci di Salvini e Meloni (e altre incapacità di capire il mondo)

15 Marzo 2023Readings on Star PoliticsFabrizio De André, fotografia, George W. Bush, Giorgia Meloni, Instagram, La canzone di Marinella, Matteo Salvini, Nicola Porro, politica-per-media, propaganda, smartphone, star politics, World Trade CenterStar Politics

di Guia Soncini (linkiesta.it, 13 marzo 2023)

La prima volta era il settembre del 2001, e ancora non avevamo tutti un telefono con dentro la telecamera. Però nella scuola in cui George W. Bush stava leggendo le fiabe ai bambini c’era ovviamente una troupe, e quindi per tutta la vita poi il poverino è stato quello: il presidente inadeguato che fa la faccia da coglione che non capisce quando gli dicono dobbiamo andare, si è schiantato un aereo sul World Trade Center.

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Gli Oscar sono sempre stati politici, e quest’anno non sarà diverso

27 Marzo 2022Readings on Star Politics#MeToo, Academy Awards, Amy Schumer, Asghar Farhadi, Bert Schneider, celebrity politics, Critics Choice Awards, Donald Crisp, Donald Trump, Errol Morris, Film Independent Spirit Awards, Frank Pierson, Frank Sinatra, Franklin D. Roosevelt, George W. Bush, Hollywood, Jane Fonda, Jared Leto, Kristen Stewart, Maria Bakalova, Marlon Brando, Michael Moore, Oscars, politica-per-media, politically correct, Regina Hall, Sacheen Littlefeather, Spike Lee, star politics, Tom Cruise, Vanessa Redgrave, Volodymyr Zelenskyy, Wanda Sykes, Woody AllenStar Politics

di David Canfield (vanityfair.it, 26 marzo 2022)

L’anno scorso, in questo periodo, Donald Trump definiva gli Oscar troppo «politicamente corretti», accusando lo spettacolo di essere utile come piattaforma per il Partito Democratico e suggerendo che l’Academy si fosse allontanata dalla sua funzione iniziale di onorare i film senza riconoscere il mondo che li circonda. A parte la natura generale e sconclusionata della dichiarazione, la sua premessa implicita era sbagliata: gli Oscar hanno sempre messo in mostra momenti politici. Di conseguenza, i tentativi di lunga data dell’Academy di raggiungere una più ampia rilevanza culturale saranno sicuramente rispettati anche questa domenica sera, quando i padroni di casa Wanda Sykes, Amy Schumer e Regina Hall metteranno in scena uno spettacolo stellare in un momento di guerra.

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