di Michele Bovi (huffingtonpost.it, 22 maggio 2021)
“La bomba cinemusicale del secolo”, quanta ironia ci fosse nella scelta non siamo in grado di saperlo, di certo non poteva esserci slogan più adeguato per quel prodotto della riconversione industriale che trasformava uno strumento impiegato fino a poco tempo prima per finalità belliche in un apparecchio per ascoltare le canzoni di moda con in più la visione degli esecutori. Si chiamava “fonografo visivo”, o meglio Cinebox, un jukebox con lo schermo per riprodurre a colori i filmati, ovvero gli antenati del videoclip. A fabbricarlo era la Ottico Meccanica Italiana (Omi), azienda nella Capitale con più di mille dipendenti, leader mondiale nella aerofotogrammetria.
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