Archivi tag: Fratelli d’Italia

Il racconto dell’influencer

di Guia Soncini (linkiesta.it, 27 settembre 2022)

«Oggi inizia la resistenza», twitta Francesca Michielin, che di mestiere presenta X Factor, ma è evidentemente pronta non dico a salire sulle montagne col mitra ma almeno ad andare a Cortina con un paio di sci nuovi (spero che gli impianti ampezzani di neve finta siano migliorati rispetto ai miei tempi, quando la rivoluzione volevamo farla, pensa te, contro la Dc, ma almeno non avevamo luoghi pubblici in cui dichiarare la nostra scemenza giovanile). Il giorno prima, mentre l’Italia votava come ampiamente previsto Giorgia Meloni, la sinistra dell’Instagram s’indignava per le stronzate, come aveva fatto per tutto il resto della campagna elettorale e della vita. È normale che sia così: siamo una società in cui il benessere è diffuso e i bisogni primari sono soddisfatti, ci resta tempo per occuparci di stronzate e quindi lo facciamo. Il dettaglio grave è l’apparente incapacità di distinguere tra le stronzate e le cose serie, riuscendo ad avere l’approccio sbagliato a entrambe.

Ben Daniel

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Il fatale ’22

di Antonio Gurrado (ilfoglio.it, 26 settembre 2022)

Certo, sarebbe facile quest’oggi lasciarsi prendere dal panico e gridare al lupo, fasciarsi la testa a priori e lanciare l’allarme per la democrazia solo perché il popolo italiano ha ancora una volta mostrato en masse la propria fascinazione per un leader forte, secondo un carattere nazionale che rimonta ai Cola di Rienzo e ai Masaniello per poi mantenersi costante nei secoli. Sarebbe facile cedere alla tentazione di lamentare che da oggi tutto sarà diverso, coi poteri accentrati in mani che molti trovano preoccupanti. Bisogna tuttavia fare lo sforzo di ricordare che viviamo in democrazia, e che per questo le nostre istituzioni sono dotate di anticorpi e contrappesi finalizzati all’autosalvaguardia. Basta consultare il calendario delle prossime scadenze per rendersi conto che, anzitutto, oggi non è successo niente.

Ap

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Il nuovo taglio portafortuna della Meloni

di Lorenzo Attianese (ansa.it, 27 settembre 2022)

Un nuovo taglio portafortuna, così come fa sempre alla vigilia di momenti importanti. E un look semplice ma deciso, «nel quale ogni donna possa identificarsi». Giorgia Meloni ha aspettato il silenzio elettorale per il suo rito scaramantico alla vigilia di ogni nuovo inizio: questa volta il taglio di capelli ha coinciso col trionfo del suo partito, primo in tutta Italia. A raccontare l’ennesima trasformazione della possibile futura premier e leader di Fratelli d’Italia è il suo hair-stylist, Antonio Pruno, parrucchiere dei vip, che ha un salone a due passi da Piazza di Spagna a Roma. «Con il silenzio elettorale nel week-end Giorgia, che per me è anche un’amica, si è presa una pausa e così mi sono potuto dedicare a lei. Cambia look ogni volta che deve fare una scelta o affrontare un cambiamento nel suo lavoro, del resto per lei sono sempre stato un portafortuna» spiega Pruno, che per Meloni ha scelto un bob lungo leggermente più corto davanti, così come un biondo più deciso.

Antonio Pruno via Facebook

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Perché Tolkien piace tanto all’estrema destra

(ilpost.it, 20 settembre 2022)

Nel 1977 l’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano, il Fronte della Gioventù, organizzò un festival con musica dal vivo, radio libere e dibattiti su temi sociali e politici. In un campo della località Montesarchio, in provincia di Benevento, si radunarono centinaia di giovani di destra (tra cui il futuro sindaco di Roma Gianni Alemanno) dormendo in tenda, parlando di condizione femminile e teatro d’avanguardia e ascoltando band come gli Amici del Vento e la Compagnia dell’Anello. Tra le altre cose i militanti presenti tentarono di formare una grossa croce celtica umana, simbolo che era presente in molte bandiere e striscioni al campo. Questo festival era chiamato “Campo Hobbit”, dal nome delle creature fantastiche inventate dallo scrittore inglese J.R.R. Tolkien, capostipite della narrativa fantasy moderna e autore della conosciutissima saga del Signore degli Anelli, pubblicata tra il 1954 e il 1955.

New Line Production

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La fiamma neofascista che arde ancora nel simbolo di Giorgia Meloni

di Davide Maria De Luca (editorialedomani.it, 10 agosto 2022)

Fondata oltre trent’anni fa, la Lega oggi può vantarsi di essere il più antico partito politico italiano sopravvissuto. Ma anche con i suoi decenni di storia non può competere con la tradizione dei suoi alleati. Proprio in questi giorni, Fratelli d’Italia ha confermato che alle prossime elezioni correrà con lo stesso simbolo del 2018. La fiamma tricolore, che arderà sotto il nome “Giorgia Meloni”, si contende con la falce e martello e lo scudo crociato il titolo di più antico simbolo politico italiano ancora in uso. Inventato nel 1946 dal gruppo di reduci fascisti che avrebbe fondato il Movimento Sociale Italiano, la fiamma tricolore è sempre stata presente sulle schede elettorali per tutti gli ultimi settant’anni e rappresenta la continuità della tradizione politica postfascista, mai veramente interrotta e sopravvissuta a tutti i tentativi di riforma e rigenerazione.

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Il mare largo del potere

di Andrea Venanzoni (ilfoglio.it, 2 maggio 2022)

Nella convention milanese di Fratelli d’Italia sciabordava, in metafora e in potenza simbolica, il suono del mare largo. Chiamati a punteggiare la costruzione del soggetto politico meloniano nella strada, pardon nella navigazione verso il governo del Paese, le figure marinare e il mare sono stati evocati a piè sospinto. «Noi siamo navigatori», ha ricordato Giorgia Meloni. Che ha poi rivolto un avviso ai “naviganti” di sinistra, sul fatto che saranno battuti. E ancora: la leader del partito dal palco ha raffigurato la dicotomica distinzione tra il “surfista”, che tende a scivolare sulla sommità delle onde e in certa misura a esserne guidato, e appunto il “navigatore” che al contrario domina le correnti e le intemperie oceaniche. Se a questo aggiungiamo che tra i punti programmatici è stata ipotizzata la costituzione di un Ministero del Mare potrebbe dirsi che il cerchio davvero si chiude.

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L’informazione Rai è come una soap, con caratteristi scarsi e trame prevedibili

di Mario Lavia (linkiesta.it, 2 maggio 2022)

L’informazione Rai è allo sbando. Una grossa delusione per chi sperava in una Rai “draghiana”, orientata cioè nel senso di una maggiore “voglia” di approfondire seriamente i problemi, di caratterizzarsi per autorevolezza e credibilità. Un servizio pubblico serio. Macché. Proprio nel più tragico periodo della storia recente, la Rai sta dando il peggio di sé, declassando l’informazione a fiction, come ha denunciato il presidente della Commissione parlamentare di vigilanza Rai Alberto Barachini sul Corriere della Sera. In generale – non stiamo adesso parlando della sola Rai – i talk show, sempre più show, invece di essere momenti di informazione, dibattito e approfondimento sono pensati come fiction: la deriva è da anni in atto sulle reti Mediaset e poi de La7 (con poche, luminose eccezioni), ma da qualche mese anche sul programma principale di informazione del servizio pubblico, Cartabianca su Rai3 (lasciamo stare qui Report, che fa un’informazione basata sulla character assassination e su un giornalismo scandalistico).

Ph. Paolo Chiabrando / Unsplash

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Il giornalismo e il racconto dei vestiti delle persone

(ilpost.it, 27 dicembre 2021)

Qualche settimana fa, la giornalista di Repubblica Annalisa Cuzzocrea (che nel frattempo è passata alla Stampa) è stata attaccata dai sostenitori di Fratelli d’Italia per aver specificato che la leader del partito, Giorgia Meloni, fosse «interamente vestita di nero» durante una seduta parlamentare: con quella che ai suoi contestatori era sembrata una sarcastica allusione alle contiguità del partito con la storia fascista. Cuzzocrea aveva risposto che non ci fosse «alcun retropensiero» in quello che aveva scritto e che si trattasse di «un semplice dettaglio di cronaca, come può essere quello del dress code di un politico o di chiunque altro». Il mese scorso, due studenti di un liceo milanese che indossavano la gonna sono stati invitati dal loro professore di Storia a uscire dall’aula.

Ph. Drew Angerer / Getty Images

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Pippo Franco, il freak all’italiana candidato con Michetti

di Stefano Ciavatta (ilfoglio.it, 28 agosto 2021)

“Ho accolto il suo invito proprio per poter essere utile all’arte, settore dimenticato nella Capitale. Ho una visione ampia di quello che si può fare, nella mia vita non sono stato solo attore ma anche pittore, scrittore, ho lavorato molto con il teatro, è un mondo che mi appartiene e che conosco bene”. Oggi è schierato con la lista civica di Enrico Michetti, ma Franco Pippo “detto Pippo Franco” (come comparirà nelle liste) ha già due precedenti: nel 2006 alle politiche fu capolista Lazio per il Senato nella lista della Democrazia Cristiana per le Autonomie di Gianfranco Rotondi, satellite della diaspora Dc dopo lo storico scioglimento, che aderiva alla Casa delle Libertà e presentò una lista unitaria alle elezioni con il Nuovo Psi di Gianni De Michelis.

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Vittorio Feltri con Fratelli d’Italia, capolista a Milano

(adnkronos.com, 5 luglio 2021)

«Sono estremamente fiera di annunciare che il direttore Vittorio Feltri ha deciso di iscriversi a Fratelli d’Italia e che lo abbiamo convinto a guidare la lista di Fdi alle prossime elezioni amministrative»: lo ha annunciato la leader di Fdi, Giorgia Meloni, nel corso della presentazione del suo libro a Milano. «Conosco Giorgia Meloni da molto tempo, vado d’accordo con lei, non sono appassionato particolarmente di politica, ma quando mi ha chiesto la disponibilità a candidarmi ho detto di sì. Se me lo avesse chiesto qualsiasi altro, non avrei accettato». Dopo l’annuncio di questo pomeriggio, Feltri commenta con l’Adnkronos com’è arrivato a prendere la decisione di iscriversi a Fratelli d’Italia e guidare la lista di Fdi alle prossime elezioni amministrative.

Giorgia Meloni via Twitter

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