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Gli Oscar sono sempre stati politici, e quest’anno non sarà diverso

di David Canfield (vanityfair.it, 26 marzo 2022)

L’anno scorso, in questo periodo, Donald Trump definiva gli Oscar troppo «politicamente corretti», accusando lo spettacolo di essere utile come piattaforma per il Partito Democratico e suggerendo che l’Academy si fosse allontanata dalla sua funzione iniziale di onorare i film senza riconoscere il mondo che li circonda. A parte la natura generale e sconclusionata della dichiarazione, la sua premessa implicita era sbagliata: gli Oscar hanno sempre messo in mostra momenti politici. Di conseguenza, i tentativi di lunga data dell’Academy di raggiungere una più ampia rilevanza culturale saranno sicuramente rispettati anche questa domenica sera, quando i padroni di casa Wanda Sykes, Amy Schumer e Regina Hall metteranno in scena uno spettacolo stellare in un momento di guerra.

Mariel Tyler – Getty Images

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Con Trump è possibile un’America fascista

di Massimo Teodori (huffingtonpost.it, 5 ottobre 2021)

Può l’America divenire un Paese fascistizzante se alle elezioni di mid-term del 2022 i Repubblicani conquistassero entrambe le Camere e alle presidenziali del 2024 Donald Trump fosse di nuovo in corsa per la Casa Bianca? Questa è l’inquietante ipotesi avanzata dal politologo Robert Kagan sul Washington Post, ripresa anche da Hillary Clinton con il clamore dei media. La prospettiva fascista non è stata mai presa sul serio negli Stati Uniti. Nel 1935, quando erano al massimo crisi economica, disoccupazione e povertà e si temeva una involuzione politica, Sinclair Lewis pubblicò il romanzo It can’t happen here per escludere la possibilità di un trionfo dei movimenti fascistoidi che allora guardavano al senatore populista della Lousiana Huey Long come alternativa a Franklin D. Roosevelt.

Ph. Bill Clark / Getty Images

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L’eco della Guerra fredda nella carriera di Elia Kazan

di Sergio Romano («Corriere della Sera», 14 novembre 2014)

Le rivelazioni di Kazan al Comitato per le attività «non americane» avrebbero destato meno scalpore se il regista teatrale e cinematografico non fosse già allora, nel 1952, una delle personalità più geniali e ammirate nel mondo dello spettacolo americano. Quando nacque a Costantinopoli, nel settembre del 1909 in una famiglia di origine greca, il suo nome era Kazanjoglous. Divenne Kazan nel 1913 quando la famiglia si trasferì a New York e decise di accorciare il cognome per meglio integrarsi nella società americana. Continua la lettura di L’eco della Guerra fredda nella carriera di Elia Kazan