Un tribunale iraniano ha condannato a sei mesi di carcere il regista Saeed Roustayi per aver presentato il suo film Leila e i suoi fratelli al Festival di Cannes del 2022 senza l’autorizzazione del governo. Insieme a Roustayi è stato condannato anche il produttore del film, Javad Noruzbegi: i due sono accusati di «contribuire alla propaganda dell’opposizione al sistema islamico».
di Teresa Marchesi (huffingtonpost.it, 18 maggio 2022)
A Cannes, con Volodymyr Zelensky impegnato in un dotto comizio che spazia tra Chaplin e Coppola a proposito di napalm e dittatori, la mimetica rimpiazza la tenue de soirée. Il vero film di apertura del Festival 75 è quello del presidente ucraino, a tutti gli effetti. Profetico il billboard gigante che TikTok ha piazzato davanti al Palais, in sfacciata competizione col manifesto ufficiale di Cannes. La scritta cita la celebre pipa di Magritte, in parafrasi: “Ceci n’est pas un film, c’est une vidéo TikTok”. Come dire che le piattaforme certificano il loro trionfo sull’antiquariato del cinema. Della performance di Zelensky, che invade militarmente la cerimonia inaugurale, si potrebbe dire lo stesso. Non c’è film che possa competere: ceci n’est pas un film. Avrebbe appannato qualsiasi immagine a seguire sul grande schermo della maestosa Salle Lumière.