Archivi tag: Ferragnez

La beneficenza fatta per marketing esiste

di Roberto Esposito (huffingtonpost.it, 25 gennaio 2024)

Da molti anni la ricerca – in ambito psicologico, neuropsicologico e sociologico – ci sta svelando le diramazioni del comportamento dei consumatori. Appare assodato che a incidere enormemente sulle scelte ci sia la componente culturale e, più precisamente, dei valori culturali. Si tratta né più né meno di credenze, che si formano all’interno di una società e che permettono a chi le osserva di sentirsene parte.

Ph. Ana Fernandez / Sopa Images – LightRocket via Getty Images

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Da Ferragni a Elodie, gli influencer che possono spostare voti

di Lidia Sirna (ilmattino.it, 26 luglio 2022)

In principio c’era solo la coppia più pop del web: Chiara Ferragni e Fedez. Poi si è capito che l’intrattenimento di massa si era spostato sui social e così gli influencer della politica si sono moltiplicati. Oggi nascono, crescono e poi si schierano. Se i Ferragnez sono diventati la coppia più nota d’Italia, del resto, lo si deve anche – forse – al loro attivismo politico e sociale. Durante la prima ondata della pandemia di Covid-19, tanto per fare un esempio, organizzarono una raccolta fondi per costruire un reparto di terapia intensiva. Gesto che è valso loro il prestigioso Ambrogino d’Oro, consegnato direttamente dal sindaco di Milano Beppe Sala. Capita, dunque, che la più classica delle dinamiche italiane (la caduta di un governo dopo un ultimatum) travalichi i binari della comunicazione tradizionale e paludata.

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Stampa trollata, Fedez non entra in politica

di Alessandra Magliaro (ansa.it, 15 novembre 2021)

Si capiva? Sì, ma era più importante fare finta che fosse vero e quindi titoloni, paginate e grandi dibattiti a seguire. Fedez, da qualcuno “bollato come lo stupidotto che ha fatto la terza media”, per una settimana ha fatto credere (a chi voleva crederci, s’intende) che stava scendendo in campo. La metafora non è casuale perché pure il logo, con la bandiera tricolore, evocava l’ingresso in politica di Silvio Berlusconi nel 1994 e così lo slogan “il nuovo miracolo italiano”. Consapevole o meno, la stampa ci è cascata e Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, ha deciso di chiarire oggi che no, non sta scendendo in politica con il movimento Disumano, che guarda caso è pure il titolo dell’album che esce il 26 novembre.

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La profezia dei Baustelle e il posizionamento del marchio Fedez

di Guia Soncini (linkiesta.it, 12 novembre 2021)

In una vecchia vignetta di Altan, un tizio si faceva le grandi domande: chi siamo, dove andiamo, che codice fiscale abbiamo. Ho passato ieri a farmi quelle e altre grandi domande: che cosa vuole venderci il marito della Ferragni? È difficile resistere al mercato (amore mio)? La catastrofe è inevitabile? Ed è vero che la Storia si ripete sempre due volte, la prima come tragedia e la seconda come Tomaso Montanari? «Anna pensa di soccombere al mercato, non lo sa perché si è laureata, anni fa credeva nella lotta, adesso sta paralizzata in strada, finge di essere morta, scrive con lo spray sui muri che la catastrofe è inevitabile». Nell’inverno del 2008 esisteva un governo Prodi (sembra un attimo fa, sembra un secolo), esistevano i dischi (sembra un secolo, forse due), Chiara Ferragni non aveva ancora inventato il blog The Blonde Salad, il suo futuro marito era a malapena maggiorenne, e i blog in cui una si fotografava per farci vedere com’era vestita sembravano molte cose ma certo non un antipasto di futuro (è tutto un attimo, diceva quella).

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Fedez scende in campo?

(ilfoglio.it, 10 novembre 2021)

Mancava solo l’ultimo passo. Dopo l’impegno civico e quello – accesissimo, a ritmo di Instagram stories – per i diritti e il ddl Zan, forse Fedez sta gettando le basi per lo sbarco in politica. La società Zdf Srl, di proprietà del rapper, ha infatti registrato un dominio sul web che sembra lasciare poco spazio agli equivoci: fedezelezioni2023.it. Al momento non risulta attivo, ma tanto basta per lanciare il messaggio. E a confermarlo è la stessa Zdf: “Dalla società mi è arrivata via mail una richiesta di attivare questo dominio in data odierna”, ha spiegato all’agenzia Adnkronos il responsabile dell’area informatica. L’obiettivo dichiarato sarebbe appunto l’anno delle prossime elezioni politiche, se si arriverà a fine legislatura.

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L’imminente discesa in campo di Fedez

di Fulvio Abbate (huffingtonpost.it, 25 settembre 2021)

Avremo Fedez? Il must musicale che illumina un’improvvisa sensazione d’avvento, forse una metafora, sebbene giunga da una omologa femminile ghepardata di tatuaggi del nostro oggetto d’attenzione incredibilmente politica, dice esattamente: “Cerco un uomo vero, cerco un pistolero”. Shampoo sonoro da jeanseria. A Milano, anzi, a “Nolo”, oltre i bastioni di Orione di piazzale Loreto, acronimo di una progressiva mutazione urbanistica. Gentrificazione, “il fenomeno per cui in un quartiere povero arrivano nuovi abitanti ricchi, cacciando quelli che c’erano prima” (cit.). I ragazzi che ho intorno raccontano che, nei prossimi giorni, da viale Monza, come già le formazioni partigiane nell’aprile del 1945, giungeranno invece, per una kermesse privata che annunciano imperdibile, altri amici con un bottino di carni destinate alla brace.

Ph. CC BY-SA 2.0 / Greta

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Altro che Vaticano, è il momento del concordato Stato-Ferragnez

di Stefano Feltri (editorialedomani.it, 6 luglio 2021)

Forse è arrivato il momento di negoziare un concordato Stato-Ferragnez, per perimetrare l’influenza degli influencer sulla vita pubblica e la politica. Qualche giorno dopo la clamorosa protesta diplomatica del Vaticano contro la legge Zan sull’omotransfobia, arrivata tramite discreti ambasciatori e rivelata poi dal Corriere della Sera, sul fronte opposto si mobilita Chiara Ferragni che, in mezzo a due spot dello shampoo Pantene (ci tocca citarlo, a riprova dell’efficacia dell’investimento), infila una polemica contro Matteo Renzi che si schiera con Salvini per affondare la legge Zan. Segue commento un po’ vintage, «che schifo che fate politici», senza virgola, che fa tanto 2009-2010, quando le proteste anti-casta univano il Corriere della Sera, la Confindustria e il neonato Movimento 5 Stelle.

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Politica vs influencer

di Selvaggia Lucarelli (tpi.it, 9 luglio 2021)

Confesso che avevo paura di guardare l’incontro Fedez/Civati/Zan/Cappato perché temevo la sensazione atroce che mi avrebbe permeata in seguito. E in effetti la sensazione che mi permea dopo essermi sorbita un’ora di Fedez è che siamo sempre troppo severi nei confronti di Matteo Renzi. Che è quello che è, senza sconti, ma sa quello che dice, sempre. Il problema insuperabile di Fedez è quello di non sapere mai nulla di quello che dice oltre le quattro cose che gli segnalano le Fiorellino98 sul web o che si appunta sulla mano come in terza elementare e di diffonderle, però, con il piglio del rivoluzionario cubano. Mi ricorda un po’ Flavia Vento quando parlava di animali, che a forza di sentirle dire scemenze pure quando nella sostanza aveva ragione, si finiva per comprare un fucile a canne mozze per impallinare cerbiatti.

Emanuele Fucecchi

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L’arte di combattere per le buone cause senza capirle

di Guia Soncini (linkiesta.it, 8 luglio 2021)

C’è un momento in cui il marito della Ferragni dice «come diceva Montanelli», e io penso ma tu guarda, che apertura mentale, non è più un vecchio porco, razzista e pure pedofilo, è un saggio il cui pensiero è citabile dal club dei giusti – e invece no. È solo che l’intersezionalismo non funziona, almeno non l’intersezionalismo delle sinapsi, quello che mentre la giusta causa del mese è la lotta alla transfobia pretenderebbe tu ti ricordassi di chi era il nemico la settimana in cui la giusta causa era la lotta al sessismo, o quella al razzismo. Ieri, dunque, è andata così.

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La politica, i social e il ddl Zan: quanto pesa il post di un influencer?

di Ruggiero Montenegro (ilfoglio.it, 7 luglio 2021)

La polemica a colpi di hashtag scoppiata ieri sulla legge Zan tra Chiara Ferragni e Matteo Renzi è solo il più recente degli episodi. L’ulteriore certificazione del ruolo sempre più attivo e pervasivo che ricoprono alcuni influencer nella sfera pubblica e politica. Un fenomeno che non si scopre oggi, ma che negli ultimi mesi ha assunto proporzioni più grandi: tra gennaio e giugno sono 5 milioni le persone raggiunte sui social dai messaggi dei personaggi più famosi che hanno detto la loro sulla discussa legge contro l’omotransfobia. La stima arriva da una ricerca firmata Buzzoole. Continua la lettura di La politica, i social e il ddl Zan: quanto pesa il post di un influencer?