Archivi tag: femminismo

Il femminismo Usa in difesa di Meghan Markle

di Enrico Franceschini (repubblica.it, 20 dicembre 2022)

Mentre i tabloid inglesi, in particolare quelli di destra, invitano a ricoprirla «di escrementi», il femminismo Usa scende in campo in difesa di Meghan Markle. In un editoriale pubblicato oggi sul New York Times, la scrittrice afroamericana Roxanne Gay, detentrice alla Rutgers University della cattedra intitolata a Gloria Steinem, la celebre leader e fondatrice del movimento femminista negli Stati Uniti, giustifica la recente serie televisiva di Netflix Harry & Meghan come un comprensibile desiderio della coppia di dare la propria versione della crisi che l’ha portata a decidere di vivere in California.

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La rinascita del mito dell’Uomo Alfa in un’ondata (social) di Musk-olinità tossica

di Eugenia Nicolosi (alfemminile.com, 8 dicembre 2022)

La ricerca I ragazzi e il cyber bullismo, fatta da Ipsos per Save the Children, fotografa i social network come “la modalità d’attacco preferita dai cyber bulli”. Sì, perché la possibilità di dire o scrivere apertamente ciò che si pensa al riparo di uno schermo solletica la natura violenta (e misogina e razzista) di persone codarde e che hanno la tendenza a comportarsi da bulle.

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Poco donne. I capelli di Liz Truss e la disparità di genere

di Guia Soncini (linkiesta.it, 7 settembre 2022)

Cominciamo dalla mia grande preparazione in fatto di politica estera: fino a sei domeniche fa non avevo mai sentito nominare Liz Truss, che da lunedì è il nuovo capo dei conservatori inglesi, e quindi il loro nuovo primo ministro. Cominciamo dal mio approccio per niente superficiale alla politica: quando a fine luglio ho ritagliato quell’articolo su Liz Truss volevo vedere che faccia avesse, e cercandone le foto d’archivio la prima cosa che ho notato è quanti colori di capelli avesse cambiato. Ho pensato: ah, un altro caso Hillary Clinton. Se eravate vive negli anni Novanta ve ne ricorderete: i giornali pubblicavano pagine di foto coi cambiamenti di pettinatura di Hillary; se eravate vivi negli anni Novanta non ve ne sarete accorti: erano cambiamenti troppo impercettibili per lo sguardo maschile.

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La politica sessuale di Betty Davis

di Daniele Cassandro (internazionale.it, 9 febbraio 2022)

Betty Davis (nata col nome di Betty Mabry nel 1945 a Durham, nel North Carolina, e morta il 9 febbraio 2022) viene considerata una postilla nel canone della musica afroamericana. Ha avuto una carriera piuttosto breve e nella storia del rock, non il più inclusivo dei territori per le artiste nere e femministe, ed è ricordata soprattutto per i suoi mariti, flirt e fidanzati. È stata amica e sodale di Jimi Hendrix, moglie di Miles Davis tra il 1968 e il 1969 e compagna, molto brevemente, di Eric Clapton e di Robert Palmer. Betty Davis è una musicista, autrice, produttrice e capo delle sue band, innovatrice del funk e del rock e pioniera del rap, ma si ritrova a essere ricordata essenzialmente per essere stata, per un anno, la moglie di Miles Davis.

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Salviamo il nostro futuro: intervista a Jane Fonda

di Laura Pezzino (vanityfair.it, 21 ottobre 2020)

«La rivoluzione inizia dai muscoli» è una frase che viene attribuita a Thomas Jefferson, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti d’America. Che l’abbia detta oppure no, Jane Fonda ne ha fatto il proprio motto, stipandovi dentro tutto un arcobaleno di significati riassumibili così: il vero cambiamento incomincia con un’azione che coinvolge il proprio corpo. Poco prima del lockdown, Jane Fonda si era lasciata crescere i capelli bianchi e, col senno di poi, non avrebbe potuto scegliere momento migliore. Per lei, cambiare taglio o pettinatura non era mai stato un atto neutrale, anzi.

Ph. Rachel Luna / Getty Images
Ph. Rachel Luna / Getty Images

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Ogni cosa è politica: conversazione con Maria Grazia Chiuri

di Raffaella Perna (vanityfair.it, 23 settembre 2020)

La moda non è soltanto un’estensione del corpo, ma anche un’interpretazione più o meno conscia della propria personalità: «No One Escapes Fashion», ha affermato Ingrid Giertz-Mårtenson in occasione della mostra Utopian Bodies. Fashion Looks Forward (2015). Nessuno di noi infatti può sfuggire all’ambiente che ogni giorno ci costruiamo attorno, così come nessuno di noi sfugge all’influenza della moda: l’abito è uno strumento che ci accompagna quotidianamente, strettamente legato alla soggettività e all’autorappresentazione, e nel contempo è un fenomeno collettivo, grazie al quale idee, convinzioni, saperi, emozioni, desideri prendono forma tangibile.

Ph. Jean-Paul Goude / Harper’s Bazar
Ph. Jean-Paul Goude / Harper’s Bazar

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I capi d’abbigliamento iconici diventati simbolo di libertà

di Essia Sahli (vanityfair.it, 7 giugno 2020)

La moda è una delle forme espressive umane, singola e collettiva al tempo stesso, che forse meglio incarna i continui cambiamenti storici. Questo perché spesso e volentieri è stata la comparsa di alcuni capi d’abbigliamento, in una data epoca, ad aver premuto l’acceleratore sulla sovversione di paradigmi e canoni, così come sulle restrizioni e le costrizioni sociali. Nel libro Il senso della moda, Roland Barthes rifletteva su questo fiuto della moda, spesso infallibile, e in particolare su che rapporto ha con la Storia.

Getty Images
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“Mrs America”, la politica delle donne

di Flavia Perina (linkiesta.it, 25 maggio 2020)

La nuova serie tv di riferimento per chi ama la politica è Mrs America, che le scuole di formazione per aspiranti capataz, parlamentari, ministri, spuntate come funghi dopo la morte dei partiti, dovrebbero proiettare in apertura dei corsi, obbligatoriamente. Mrs America insegna due cose cruciali e largamente dimenticate nell’era dei populismi.

FX / Hulu
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Un altro genere di potere

di Mary Beard (The London Review of Books / internazionale.it, 22 novembre 2019)

Nel 1915 la scrittrice femminista statunitense Charlotte Perkins Gilman pubblicò un romanzo divertente ma inquietante, Terra di lei (Donzelli, 2011). Come si può intuire dal titolo, è ambientato in una nazione immaginaria di sole donne che esiste da duemila anni in un angolo del pianeta ancora inesplorato.

Action Press / Rex Features
Action Press / Rex Features

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Alla Mostra del Cinema vince il femminismo. Ma quello sbagliato

di Gilda Ciao (linkiesta.it, 3 settembre 2019)

Che il ruolo della donna fosse al centro di questa Mostra del Cinema di Venezia lo aveva preannunciato Alberto Barbera, dal 2012 di nuovo alla direzione del festival. E in effetti, a quasi due anni dallo scandalo Weinstein e dal Me too, seguito dalla vicenda Asia Argento – Jimmy Bennet, è questo il tema portante della Mostra. Dove, però, un certo neo femminismo inciampa su sé stesso e sulla buccia di banana più scivolosa: la retorica dell’ideologia.

Ph. Daniele Venturelli / Getty Images
Ph. Daniele Venturelli / Getty Images

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