Archivi tag: fake news

Harry e Meghan hanno piantato una grana con Spotify

(agi.it, 30 gennaio 2022)

Harry e Meghan sono riusciti a piantare una grana anche con Spotify. La coppia ex regale ha un contratto di esclusiva con la piattaforma di streaming audio per una serie di podcast, ma dopo averne realizzato appena uno ha cominciato a lamentarsi per i controversi contenuti pubblicati da Joe Rogan. Harry e Maghan hanno espresso la loro preoccupazione a Spotify per i contenuti che possono rappresentare una fonte di disinformazione sul Covid-19, ma – sottolinea un portavoce della loro fondazione, Archewell – sono disposti a continuare a lavorare con la società. La dichiarazione dei Sussex arriva dopo che i cantanti Neil Young e Joni Mitchell hanno annunciato che ritireranno la loro musica da Spotify in segno di protesta nei confronti del podcast The Joe Rogan Experience, considerato il più popolare negli Stati Uniti.

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Anche Joni Mitchell ha chiesto che venga tolta la sua musica da Spotify

(ilpost.it, 29 gennaio 2022)

Venerdì la cantautrice canadese Joni Mitchell ha detto di aver chiesto che la sua musica venga rimossa dalla piattaforma di streaming musicale Spotify, che ha accusato di diffondere disinformazione sui vaccini contro il Coronavirus. Lunedì scorso aveva fatto lo stesso il cantante canadese Neil Young, alla cui protesta Mitchell ha poi deciso di unirsi. In un messaggio pubblicato sul suo sito e intitolato «Io sto con Neil Young!», Mitchell ha scritto: «Ho deciso di rimuovere tutta la mia musica da Spotify. Persone irresponsabili stanno diffondendo bugie che stanno costando la vita alle persone. Sono solidale con Neil Young e con le comunità scientifiche e mediche di tutto il mondo su questo argomento».

Ph. Norman Jean Roy / New York Magazine

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Via da Spotify le canzoni di Neil Young. Ma non è finita…

di Gabriele Fazio (agi.it, 27 gennaio 2022)

“O me o Joe Rogan su Spotify, non entrambi” aveva minacciato Neil Young nei giorni scorsi con una lettera, condivisa poi sui social (ed eliminata poco dopo), indirizzata al proprio manager. Impossibile la convivenza sulla stessa piattaforma della sua musica con The Joe Rogan Experience, uno dei più seguiti podcast del palinsesto statunitense su Spotify che, secondo il cantautore canadese dal passaporto a stelle e strisce, avrebbe diffuso notizie false riguardo l’emergenza sanitaria, appoggiando tesi smaccatamente no vax. Il podcast al momento è ancora disponibile, di Neil Young su Spotify è rimasto solo un disco, il live Paris 1989, l’EP Neil Young At Live Aid e il brano Campfire, composto per la colonna sonora del film Bright, al quale si è prestato in featuring con Shelley FKA DRAM.

Ph. Michael Tran / FilmMagic

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I cialtroni, gli imbonitori e il danno sociale

di Giovanni Boniolo (huffingtonpost.it, 15 dicembre 2021)

Nel 1999, la Banca Mondiale sancì, punto poi ripreso nel 2005 dall’Unesco, che viviamo in una società della conoscenza, ovvero in una società a elevato grado di utilizzo delle tecnologie elettroniche in ambito informazionale e caratterizzata da individui che sanno reperire informazione, che sanno maneggiarla, modificarla creativamente e usarla al fine di aumentare la qualità della vita loro e di coloro cui sono interessati. Si ha così una definizione di conoscenza basata sulla possibilità di aumentare la qualità della vita in base all’informazione che abbiamo e che siamo capaci di recuperare e manipolare. Qui per “informazione” s’intende la notizia di un evento o di un processo che si è provata essere veridica attraverso le tecniche tipiche di quell’ambito.

Ph. Nick Fewings / Unsplash

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Informazione tossica, colonialismo digitale e profitti mostruosi

di Annamaria Testa (internazionale.it, 19 ottobre 2021)

Ogni nostra decisione sul futuro, piccola o grande, riguardante i prossimi trenta minuti o i prossimi trent’anni, si basa su quello che noi sappiamo adesso. E quello che noi adesso sappiamo, o crediamo di sapere, rispecchia l’assieme delle informazioni che, nel corso delle nostre vite e fino a questo momento, ci hanno raggiunto e colpito. E che, convincendoci della loro rilevanza, hanno incessantemente contribuito a formare, a modificare (o a deformare) la nostra visione di noi stessi e delle cose. Dunque, poter disporre di informazioni di qualità è fondamentale perché sia i singoli sia i governi decidano bene e, per dirla con Steven Pinker, in modo razionale e responsabile: tale, cioè, da “salvare il mondo”.

Artur Debat / Getty Images

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Ah, ma è Lercio

(ilpost.it, 14 ottobre 2021)

Negli ultimi anni la definizione di “fake news” è stata spesso usata in maniera sbrigativa e generica per descrivere qualsiasi tipo di notizia falsa o sostenuta tale – soprattutto nel linguaggio della politica, o in generale quando qualcuno cerca di smentire un’informazione che lo riguarda – confondendo il suo significato letterale con il più esteso dibattito sulla disinformazione in questi anni. “Notizie false”, poi, è un’espressione che assume tutt’altro valore se la falsità è palese: che è un formato tradizionale della satira. Le persone che lavorano a Lercio, popolarissimo sito italiano di notizie satiriche, sono state spesso costrette a ricordarlo, negli anni del loro lavoro.

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Mercanti di verità

(ilpost.it, 7 ottobre 2021)

È uscito nelle librerie Mercanti di verità, il saggio sul giornalismo contemporaneo scritto da Jill Abramson, prima (e unica) donna ad aver diretto il New York Times e oggi editorialista politica al Guardian e docente all’Università di Harvard. Il libro è dedicato in particolare ai quotidiani americani New York Times e Washington Post, e ai siti di notizie e altre cose BuzzFeed e Vice, ma racconta e spiega in generale le difficoltà e le sfide per i giornali tradizionali, da un lato, e le opportunità e innovazioni portate dall’uso dei mezzi digitali, dall’altro. Pubblichiamo l’introduzione all’edizione italiana, realizzata da Sellerio.

Ph. Frieder Blickle

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Meloni, Salvini e Grillo: l’eterna autobiografia fascista della nazione

di Christian Rocca (linkiesta.it, 11 ottobre 2021)

I fascisti e gli imbecilli ci sono, ci sono sempre stati, adorano farsi notare, anche se raramente sono stati così visibili e rumorosi come nell’era dell’ingegnerizzazione algoritmica della stupidità di massa. I fascisti e gli imbecilli si fanno sentire sia in remoto sia in presenza, all’assalto della Cgil, nei cortei no mask, no vax, no green pass e contro la casta, ma anche in televisione e in tre delle quattro forze politiche maggiori del Paese. In termini di adesione ai principi fascisti e dell’imbecillità, non c’è alcuna differenza tra le piazze grilline e quelle dei forconi, tra i seguaci del generale Pappalardo e i neo, ex, post camerati della Meloni, tra i baluba di Pontida e i patrioti del Barone Nero, tra i vaffanculo di Casaleggio e i gilet gialli di Di Maio, tra i seguaci di Orbán e quelli di Vox, tra i mozzorecchi di Bonafede e i giustizialisti quotidiani, tra i talk show complici dell’incenerimento del dibattito pubblico e gli intellettuali e i politici illusi di poter romanizzare i barbari.

Ph. Christopher Burns / Unsplash

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“Illusioni perdute”: i mali dell’informazione secondo Balzac

di Teresa Marchesi (huffingtonpost.it, 5 settembre 2021)

Gli antenati dei social, nella Parigi di due secoli fa, erano i piccioni viaggiatori, incaricati di diffondere le fake news a velocità d’ali per costruire o distruggere “casi” e reputazioni: è solo un dettaglio tra i mille che fanno di Illusions perdues di Xavier Giannoli, in concorso a Venezia, un affresco al vetriolo dei meccanismi che governano l’informazione tanto di ieri quanto di oggi. Il focus della sceneggiatura, basata sull’omonimo romanzo-cardine della monumentale La Comédie humaine di Honoré de Balzac, è tutto su questo tema. È un grande e anomalo film letterario, quello di Giannoli, che va ben oltre lo splendore dei costumi e degli arredi.

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Essere Enrico Montesano

di Stefano Ciavatta (esquire.com, 13 agosto 2021)

Chi ha amato Enrico Montesano si spiace ma non si sorprende nel vederlo sparato in orbita social, la peggiore, quella dell’invettiva, fatta di accuse, cospirazioni, fake news, complottismi vari su Covid, finanza e politica. Perché intravede l’ennesimo risvolto da moralista, profilo parallelo all’attore, la solitudine del satiro, anche se la verve è confusa e infelice. In queste vesti però ha sempre sofferto il rimprovero naturale del pubblico spiazzato per le oscillazioni delle simpatie politiche. Una chiesa, la sua, per troppi villaggi, ormai tutto l’arco costituzionale: sostegni, candidature, seggi, abbracci, aperture, flirt. Troppi per conservarsi saggio e inattaccabile.

Ph. Leonardo Cendamo / Getty Images

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