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«Facebook distruggerà la nostra società?»: Zuckerberg resta in silenzio per cinque secondi

(ilfattoquotidiano.it, 10 settembre 2020)

«Facebook può essere considerato un acceleratore della distruzione della società?». Di fronte a questa domanda, Mark Zuckerberg, ceo e padre della piattaforma, è rimasto spiazzato e per cinque, lunghissimi, secondi non ha proferito parola. Poi ha detto: «Ho un po’ più di fiducia nella democrazia, spero non sia mal riposta». Aggiungendo: «Quello che facciamo, e credo faccia anche il resto di Internet in generale, è dare più potere alle persone». Ma quei cinque secondi di silenzio sono stati la sua vera, spontanea, emblematica, risposta.

Axios on Hbo
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Facebook rimuove e Twitter blocca Trump per false informazioni sul virus

di Riccardo Barlaam (ilsole24ore.com, 6 agosto 2020)

Con l’aggravarsi della pandemia da Coronavirus, i nuovi casi ora in aumento nelle aree rurali e negli Stati più remoti, davanti all’ennesimo suo messaggio contraddittorio, Facebook ha deciso di rimuovere per la prima volta il post di un video apparso sul profilo della campagna elettorale Trump 2020, ripreso da un’intervista di Fox News, nel quale il presidente americano motivava la necessità di riaprire al più presto le scuole con il fatto che i bambini sarebbero “virtualmente immuni”. Una teoria che non ha fondamento scientifico.Trump_2020 Continua la lettura di Facebook rimuove e Twitter blocca Trump per false informazioni sul virus

I social ci impediscono di comunicare (tanto che i politici si spostano su Whatsapp)

di Dario Ronzoni (linkiesta.it, 23 luglio 2020)

Sembrava una bella occasione: la piazza virtuale, la possibilità di collegarsi con persone in tutto il mondo. E invece, passati dieci anni da quando la rivista Time incoronava Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, uomo dell’anno, il bilancio è tragico: i social, sostengono Guido Bosticco e Giovanni Battista Magnoli Bocchi, dell’Università di Pavia, hanno ucciso la comunicazione.front-cover-come-i-social-hanno-ucciso Continua la lettura di I social ci impediscono di comunicare (tanto che i politici si spostano su Whatsapp)

Altre grandi aziende boicotteranno Facebook

(ilpost.it, 30 giugno 2020)

Un numero sempre maggiore di grandi aziende, americane e non solo, ha deciso di boicottare Facebook aderendo alla campagna Stop Hate For Profits, che combatte la diffusione di contenuti razzisti, violenti o che fanno disinformazione sui social network. Le prime aziende ad annunciare questa decisione erano state The North Face e Patagonia, la settimana scorsa. A loro si sono aggiunte, tra le altre, grandi aziende come Coca-Cola, Ford, Microsoft e Starbucks, che è il sesto più grande inserzionista di Facebook.fb Continua la lettura di Altre grandi aziende boicotteranno Facebook

Chef Rubio via da Instagram, FaceBook e WhatsApp

di Daniele Monaco (wired.it, 24 giugno 2020)

«Instagram censura le mie stories sulla Palestina e blocca la crescita del mio account: da oggi inizia la mia disobbedienza social sulle piattaforme di Mark Zuckerberg. Addio Instagram, FaceBook e WhatsApp». È la denuncia di Chef Rubio che, dopo 9.107 post in sette anni di attività e un seguito di quasi 740mila follower su Instagram (e 770mila su FaceBook), annuncia: «Non “gioco” più su Instagram, sposto tutta la mia attività di comunicazione su Twitter, Telegram e il mio sito chefrubio.it».ChefRubio_shadow_ban Continua la lettura di Chef Rubio via da Instagram, FaceBook e WhatsApp

Balle, bolle e bulli

di Guido Vitiello (ilfoglio.it, 20 giugno 2020)

Diceva Nabokov che i romanzi di Hemingway sono tutti bells, balls and bulls: campane, coglioni e tori. I social network, invece, sono per lo più balle, bolle e bulli, ossia demagoghi gradassi che rifilano menzogne ai popolatori delle loro echo chamber per galvanizzarli e incitarli. La corrida di queste settimane, con i toreri di Facebook e Twitter che infilzano banderillas sulla groppa del toro sbuffante della Casa Bianca, sempre più frastornato, è forse l’avvisaglia di una resa dei conti epocale, ma invita anche a qualche considerazione sconfortante sul tragitto che ci ha portati fin qui.

Amira Lin / Pixabay – Facebook
Amira Lin / Pixabay – Facebook

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Facebook ha rimosso una pubblicità del comitato elettorale di Trump con un simbolo nazista

(ilpost.it, 18 giugno 2020)

Facebook ha rimosso una pubblicità della pagina Team Trump, il comitato elettorale di Donald Trump [e del suo vice, Mike Pence – N.d.C.], che usava un simbolo riconducibile ai campi di concentramento nazisti. La pubblicità era un post in cui si parlava di «Pericolosi gruppi di estrema Sinistra» che «stanno distruggendo le nostre città» e si chiedeva di firmare una petizione per sostenere la proposta di Trump di dichiarare il gruppo di attivisti Antifa un’organizzazione terroristica. Il post era accompagnato da un’immagine: un triangolo rosso capovolto, simile a quello che veniva usato dai nazisti per indicare i prigionieri politici.

Team Trump via Facebook
Team Trump via Facebook

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Facebook, licenziato dipendente anti Trump

(blitzquotidiano.it, 13 giugno 2020)

Facebook ha licenziato un dipendente perché molto critico verso l’atteggiamento del social sui post del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sulle proteste per George Floyd. Brandon Dail è stato cacciato per aver polemizzato con un collega al quale aveva chiesto senza successo di aggiungere il banner #BlackLivesMatter a un progetto cui stavano lavorando insieme. Davanti al rifiuto, Dail ha criticato il collega su Twitter, spingendo così Facebook a siluralo.

Gage Skidmore / CC BY-SA 2.0
Gage Skidmore / CC BY-SA 2.0

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Facebook ora segnala i media controllati dai governi

di Gabriele Porro (wired.it, 5 giugno 2020)

Facebook inizierà ad etichettare le pagine di giornali e media che reputa siano totalmente o parzialmente sotto il controllo del proprio governo. L’obiettivo dichiarato è offrire un servizio che migliori la trasparenza per gli editori. «Le persone dovrebbero sapere se le notizie che leggono provengono da una pubblicazione che potrebbe essere sotto l’influenza di un governo» scrive Nathaniel Gleicher, capo delle politiche di cybersecurity di Facebook sul blog della società.Facebook_cybersecurity Continua la lettura di Facebook ora segnala i media controllati dai governi

Instagram, Twitter e Facebook rimuovono un post di Trump su Floyd (per violazione di copyright)

di Luca Serafini (tpi.it, 6 giugno 2020)

Instagram, Twitter e Facebook hanno rimosso un post su George Floyd pubblicato dalla campagna per la rielezione di Donald Trump. La motivazione è che il post conteneva materiale che non rispettava il Digital Millennium Copyright Act: si tratta della legge sul diritto d’autore digitale. Chi utilizza una creazione originale condivisa dai social deve essere autorizzato a farlo e le piattaforme che non rimuovono i post che violano questa norma vengono ritenute responsabili.Trump_Twitter Continua la lettura di Instagram, Twitter e Facebook rimuovono un post di Trump su Floyd (per violazione di copyright)