Archivi tag: Facebook

Chef Rubio via da Instagram, FaceBook e WhatsApp

di Daniele Monaco (wired.it, 24 giugno 2020)

«Instagram censura le mie stories sulla Palestina e blocca la crescita del mio account: da oggi inizia la mia disobbedienza social sulle piattaforme di Mark Zuckerberg. Addio Instagram, FaceBook e WhatsApp». È la denuncia di Chef Rubio che, dopo 9.107 post in sette anni di attività e un seguito di quasi 740mila follower su Instagram (e 770mila su FaceBook), annuncia: «Non “gioco” più su Instagram, sposto tutta la mia attività di comunicazione su Twitter, Telegram e il mio sito chefrubio.it».ChefRubio_shadow_ban Continua la lettura di Chef Rubio via da Instagram, FaceBook e WhatsApp

Balle, bolle e bulli

di Guido Vitiello (ilfoglio.it, 20 giugno 2020)

Diceva Nabokov che i romanzi di Hemingway sono tutti bells, balls and bulls: campane, coglioni e tori. I social network, invece, sono per lo più balle, bolle e bulli, ossia demagoghi gradassi che rifilano menzogne ai popolatori delle loro echo chamber per galvanizzarli e incitarli. La corrida di queste settimane, con i toreri di Facebook e Twitter che infilzano banderillas sulla groppa del toro sbuffante della Casa Bianca, sempre più frastornato, è forse l’avvisaglia di una resa dei conti epocale, ma invita anche a qualche considerazione sconfortante sul tragitto che ci ha portati fin qui.

Amira Lin / Pixabay – Facebook
Amira Lin / Pixabay – Facebook

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Facebook ha rimosso una pubblicità del comitato elettorale di Trump con un simbolo nazista

(ilpost.it, 18 giugno 2020)

Facebook ha rimosso una pubblicità della pagina Team Trump, il comitato elettorale di Donald Trump [e del suo vice, Mike Pence – N.d.C.], che usava un simbolo riconducibile ai campi di concentramento nazisti. La pubblicità era un post in cui si parlava di «Pericolosi gruppi di estrema Sinistra» che «stanno distruggendo le nostre città» e si chiedeva di firmare una petizione per sostenere la proposta di Trump di dichiarare il gruppo di attivisti Antifa un’organizzazione terroristica. Il post era accompagnato da un’immagine: un triangolo rosso capovolto, simile a quello che veniva usato dai nazisti per indicare i prigionieri politici.

Team Trump via Facebook
Team Trump via Facebook

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Facebook, licenziato dipendente anti Trump

(blitzquotidiano.it, 13 giugno 2020)

Facebook ha licenziato un dipendente perché molto critico verso l’atteggiamento del social sui post del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sulle proteste per George Floyd. Brandon Dail è stato cacciato per aver polemizzato con un collega al quale aveva chiesto senza successo di aggiungere il banner #BlackLivesMatter a un progetto cui stavano lavorando insieme. Davanti al rifiuto, Dail ha criticato il collega su Twitter, spingendo così Facebook a siluralo.

Gage Skidmore / CC BY-SA 2.0
Gage Skidmore / CC BY-SA 2.0

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Facebook ora segnala i media controllati dai governi

di Gabriele Porro (wired.it, 5 giugno 2020)

Facebook inizierà ad etichettare le pagine di giornali e media che reputa siano totalmente o parzialmente sotto il controllo del proprio governo. L’obiettivo dichiarato è offrire un servizio che migliori la trasparenza per gli editori. «Le persone dovrebbero sapere se le notizie che leggono provengono da una pubblicazione che potrebbe essere sotto l’influenza di un governo» scrive Nathaniel Gleicher, capo delle politiche di cybersecurity di Facebook sul blog della società.Facebook_cybersecurity Continua la lettura di Facebook ora segnala i media controllati dai governi

Instagram, Twitter e Facebook rimuovono un post di Trump su Floyd (per violazione di copyright)

di Luca Serafini (tpi.it, 6 giugno 2020)

Instagram, Twitter e Facebook hanno rimosso un post su George Floyd pubblicato dalla campagna per la rielezione di Donald Trump. La motivazione è che il post conteneva materiale che non rispettava il Digital Millennium Copyright Act: si tratta della legge sul diritto d’autore digitale. Chi utilizza una creazione originale condivisa dai social deve essere autorizzato a farlo e le piattaforme che non rimuovono i post che violano questa norma vengono ritenute responsabili.Trump_Twitter Continua la lettura di Instagram, Twitter e Facebook rimuovono un post di Trump su Floyd (per violazione di copyright)

L’ora più buia di Zuckerberg

di Francesco Russo (agi.it, 4 giugno 2020)

Fino a pochi anni fa, Facebook doveva rispondere alle accuse di essere troppo schierato sul fronte democratico, soprattutto dopo che alcuni ex dipendenti, nel 2016, avevano rivelato al sito specializzato Gizmodo di limitare di proposito la presenza di testate conservatrici nel servizio “trending news”. Twitter, dal canto suo, veniva spesso criticato per il campo libero offerto all’estrema Destra e ai “contenuti di odio” prima del recente repulisti. Oggi, mentre la protesta per la morte di George Floyd infiamma gli Usa, i ruoli sembrano quasi invertiti.

Afp
Afp

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Ora Trump litiga anche con Snapchat

di Luciana Grosso (ilfoglio.it, 4 giugno 2020)

Dopo Twitter, Snapchat: si allunga la lista dei social media con cui il presidente Donald Trump sta bisticciando, con buona pace dell’aver avuto proprio nei social – e nel profluvio di fake news che le loro pagine ospitavano senza battere ciglio – un formidabile alleato nella vittoria alle elezioni del 2016. Dopo la lite (chiamiamola così) della scorsa settimana tra il presidente e il suo social preferito, Twitter, reo di aver messo il disclaimer “questo contenuto riporta informazioni non vere” sotto un suo post, ora ne è arrivata un’altra: il presidente vs Snapchat.Trump-Snapchat Continua la lettura di Ora Trump litiga anche con Snapchat

Secondo un tribunale australiano i media sono responsabili dei commenti ai loro post su Facebook

(ilpost.it, 2 giugno 2020)

Il tribunale d’appello del Nuovo Galles del Sud, in Australia, ha stabilito che giornali e televisioni che postano contenuti su Facebook sono responsabili dei commenti degli utenti sotto ai loro post. Secondo la sentenza, chi crea una pagina su Facebook incoraggia e facilita infatti la pubblicazione di commenti, di cui deve quindi rispondere.NewsCorpAustralia Continua la lettura di Secondo un tribunale australiano i media sono responsabili dei commenti ai loro post su Facebook

C’è maretta dentro Facebook

(ilpost.it, 1° giugno 2020)

Da alcuni giorni diversi dirigenti e dipendenti di Facebook stanno criticando in modo molto esplicito alcune decisioni prese dal ceo e fondatore della società, Mark Zuckerberg, sull’approccio da tenere riguardo alle proteste contro il razzismo che da giorni vengono organizzate in decine di città degli Stati Uniti. Lunedì più di dieci dipendenti hanno tenuto una specie di sciopero per chiedere un cambio di direzione. Le critiche si sono saldate alle accuse che Zuckerberg riceve da tempo riguardo alla scarsa eterogeneità della dirigenza di Facebook, composta prevalentemente da maschi bianchi.facebook_reactions Continua la lettura di C’è maretta dentro Facebook