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I progetti di Twitter per ripensare le proprie regole

(ilpost.it, 14 gennaio 2021)

Jack Dorsey, il cofondatore e ceo di Twitter, ha scritto una serie di tweet per riflettere sulla sospensione definitiva dell’account del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sulle sue conseguenze e su come da quello che è successo in questi giorni dovrebbero nascere nuove regole, per Twitter e per Internet. Nei primi tweet, Dorsey ha difeso la decisione di Twitter: «Non festeggio e non provo orgoglio per il fatto che abbiamo dovuto bloccare @realDonaldTrump da Twitter, né per come siamo arrivati a farlo». Tuttavia, Dorsey ritiene che per Twitter sia stata «la decisione giusta», perché è servita a limitare credibili minacce di violenza.

Ph. Hannah McKay / Getty Images – Pool
Ph. Hannah McKay / Getty Images – Pool

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Perché solo ora? Cosa c’è dietro ai ban messi in atto dalle grandi piattaforme

di Giacomo Aschacher (giornalettismo.com, 13 gennaio 2021)

Censura contro libertà d’espressione, la sfida sempre aperta è diventata il centro del dibattito di questi giorni in merito al ban sui social di Donald Trump, seguito dalla cancellazione del social network Parler sia dagli app store di Google e Apple sia da Aws, l’infrastruttura cloud di Amazon, seguito infine dalla cancellazione di oltre 70mila account collegati al movimento complottista QAnon. Può un social network come Twitter o Facebook arrogarsi il diritto di limitare o bloccare la libertà di espressione? La risposta è scontata: certo che può.Twitter-Trump Continua la lettura di Perché solo ora? Cosa c’è dietro ai ban messi in atto dalle grandi piattaforme

Salvini s’iscrive a Parler, poco dopo Parler è off line

di Lucio Fero (blitzquotidiano.it, 11 gennaio 2021)

Matteo Salvini si è iscritto a Parler. Forse un gesto di protesta contro Facebook giudicata sinistrorsa e contro Twitter giudicata mondialista, comunque contro le piattaforme forse ora giudicate nemiche del popolo. O forse quello di Salvini è un gesto di omaggio e solidarietà a Donald Trump che sulla stessa piattaforma, Parler appunto, si vede ospitato dopo che Facebook, Twitter e Amazon e tutti gli altri di quello che deve essere oppressivo pensiero unico hanno tolto dalle mani di Trump l’arma social. Tolta per evidenti motivi di ordine pubblico e salute pubblica. Il caso vuole che il giorno dopo l’iscrizione di Salvini, Parler sia stato messo off line.Salvini_Parler Continua la lettura di Salvini s’iscrive a Parler, poco dopo Parler è off line

Il falso che sta in piedi

(ilpost.it, 21 novembre 2020)

Le cause legali del comitato elettorale di Donald Trump e del Partito Repubblicano per bloccare la certificazione del voto in alcuni Stati e Contee americane o per sovvertirne il risultato sono state finora tutte rigettate, e anche le procedure di riconteggio negli Stati hanno confermato la vittoria di Joe Biden: per esempio in Georgia, dove i voti sono stati ricontati a mano (misura straordinaria chiesta dal Partito Repubblicano), il risultato non è cambiato. Per quanto infondata, però, la tesi di illeciti o brogli trova il sostegno di un pezzo significativo dell’elettorato del Partito Repubblicano, che si fida del suo presidente e dei politici che ha votato.

Ph. Chris McGrath / Getty Images
Ph. Chris McGrath / Getty Images

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Che succederà a Hollywood dopo le elezioni?

di Giovanni Pedde (huffingtonpost.it, 21 ottobre 2020)

A pochi giorni dalle elezioni americane, vari analisti politici, ma soprattutto finanziari, s’interrogano su cosa potrebbe accadere a Hollywood all’indomani del voto. Quella dell’entertainment e dei media è un’industria di enorme rilevanza per l’economia degli Stati Uniti e che non si ferma certo al ristretto circuito degli Studios – Disney, Warner, Universal, Mgm e Paramount – e dei network televisivi. Si tratta di un ambito economico che abbraccia anche e soprattutto quelli che, in quanto destinatari preferenziali del loro gettito di contenuti, sono ormai di Hollywood i più importanti clienti, nonché, in prospettiva, potenziali proprietari: da una parte le grandi piattaforme di streaming, come Netflix; dall’altra, le cosiddette società “tecnologiche”, tra cui Apple e Amazon, a loro volta proprietarie dei servizi di streaming Apple Tv+ e Amazon Prime Video.HollywoodStudios-America2020 Continua la lettura di Che succederà a Hollywood dopo le elezioni?

Facebook ha cambiato il suo algoritmo colpendo i siti d’informazione di Sinistra

di Simone Fontana (wired.it, 26 ottobre 2020)

Fin dalla sua nascita, avvenuta ormai più di un decennio fa, Facebook ha improntato la sua comunicazione pubblica sulla costruzione di un’immagine imparziale, lontana dalle dinamiche politiche e volta a preservare la libera espressione sulla piattaforma. Eppure dietro le quinte del popolare social network le cose sarebbero andate molto diversamente. Almeno secondo il Wall Street Journal, che in un recente articolo dal titolo Come Mark Zuckerberg ha imparato la politica delinea i tratti di quella che appare come un’azienda fortemente influenzata dalle decisioni prese a Washington.Facebook-Trump Continua la lettura di Facebook ha cambiato il suo algoritmo colpendo i siti d’informazione di Sinistra

Stravaganze dalla Thailandia, dove i regnanti sono divinità

di Caterina Galloni (blitzquotidiano.it, 25 ottobre 2020)

Ha un patrimonio di ventisei miliardi di euro, ha avuto quattro mogli, ordina ai cortigiani di avvicinarsi in ginocchio e ha nominato generale dell’aviazione Foo Foo, il suo defunto barboncino. È Maha Vajiralongkorn, re della Thailandia, e per varie ragioni potrebbe non riscuotere rispetto incondizionato da parte dei settanta milioni di sudditi. Sul Daily Mail, Jane Fryer elenca i motivi. Per cominciare, la tendenza a indossare top corti da teenager, jeans a vita bassa ed esibire vistosi tatuaggi finti. Poi c’è la vita amorosa caotica: a sessantotto anni è alla quarta moglie, la cui compagnia condivide con la concubina ufficiale, recentemente rientrata nelle sue grazie dopo un breve ma spietato allontanamento.

dailymail.co.uk
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Le prossime elezioni Usa chiariranno se i social sono armi di propaganda o strumenti d’informazione

di Simone Cosimi (wired.it, 28 settembre 2020)

Le contromisure sono molte. Nel 2016, d’altronde, le polemiche per aver in qualche maniera sostenuto l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca furono infuocate. Chissà, forse anche perché i media non riuscirono – tranne eccezioni – a capire cosa covasse nella pancia degli americani, almeno quelli degli Stati fondamentali per l’elezione, visto che il voto popolare assoluto, inutile al fine del meccanismo elettorale statunitense, premiò Hillary Clinton. Ci ricordiamo i post con le bufale sulla Clinton, le teorie cospirazioniste sull’appartenenza a una setta satanica, le infinite aggressioni su Twitter, Reddit a totale disposizione dei suprematisti dell’alt-right.

Ph. Sarah Silbiger / Getty Images
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Venerava Trump come divinità: morto agricoltore a digiuno dal contagio del presidente

(huffingtonpost.it, 19 ottobre 2020)

Venerava Donald Trump come una divinità: muore giovane agricoltore indiano entrato in digiuno dopo aver saputo che il presidente degli Stati Uniti era stato contagiato dal Covid-19. È la vicenda che ha coinvolto Bussa Krishna, raccontata dal New York Times. Il decesso dell’agricoltore è avvenuto domenica 11 ottobre. Nei mesi scorsi, l’uomo era stato ritratto durante la venerazione mattutina di una statua raffigurante il presidente degli Stati Uniti installata nel suo cortile.

Ph. Noah Seelam / Getty Images
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Sophie Zhang sulle fake news di Facebook: «Ho le mani sporche di sangue»

(giornalettismo.com, 15 settembre 2020)

Le fake news politiche su Facebook tornano a fare polemica. Stavolta a causa di un memo scritto dall’ex data scientist del gigante social, Sophie Zhang, e inviato a BuzzFeed News dove si racconta che la compagnia fondata da Mark Zuckerberg avrebbe ignorato o risposto in maniera estremamente lenta a prove evidenti che profili falsi stavano interferendo in elezioni o situazioni politiche in varie parti del mondo. Sono tanti gli esempi che Zhang presenta nel suo memo sulle fake news politiche ignorate da Facebook per non perdere denaro e influenza.

Ph. Silas Stein / Dpa – Picture-Alliance
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