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Il dibattito sul potere dei giornali dopo la vittoria di Trump

Ph. John Moore / Getty Images

(ilpost.it, 14 novembre 2024)

L’ultima campagna elettorale statunitense e la rielezione alla presidenza di Donald Trump hanno aperto un dibattito nei media americani intorno al fatto che il cosiddetto “potere del giornalismo” non esista più, o almeno sia molto diminuito. Le testate tradizionali, dai grandi quotidiani alle riviste più autorevoli alle maggiori televisioni, avevano tenuto in grande maggioranza posizioni critiche contro Trump o di vera opposizione.

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Commander-in-Tweet: il populismo digitale di Trump

Ph. Sinna Nasseri / The New Yorker

di David Allegranti* (linkiesta.it, 6 novembre 2024)

L’arrivo di Donald Trump su Twitter è datato marzo 2009, quando Barack Obama è appena diventato presidente degli Stati Uniti. Rapidamente, diventa lo strumento preferito del miliardario americano. «La campagna presidenziale del 2016 potrebbe essere ricordata come quella in cui il populismo ha incontrato i social media digitali», scrivono Francisco Seoane Pérez et al. (2019, p. 13).

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Twitter e il pasticcio imbarazzante dei post modificati

di Emanuele Capone (lastampa.it, 14 aprile 2024)

Il cambio di nome da Twitter a X è stato un mezzo flop e, oltre un anno dopo l’annuncio di Elon Musk, la stragrande maggioranza delle persone continua a chiamare il social network con il suo nome originale: l’abbiamo scritto su Italian Tech pochi giorni fa, e del problema è evidentemente consapevole pure la compagnia. Che sta cercando di rimediare, anche con azioni maldestre, un po’ ridicole e potenzialmente pericolose.

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TikTok non è l’unico social network che dovrebbe preoccuparci

di Pierre Haski (France Inter / internazionale.it, 28 marzo 2024)

Quando negli Stati Uniti sono emerse le prime minacce di un divieto nei confronti del social network TikTok, un parlamentare ha esclamato: «Ci faremo detestare da un’intera generazione». Fondato nel 2016, oggi TikTok è il social network più popolare, con più di un miliardo di utenti in tutto il mondo (in maggioranza giovani), che diventano due miliardi se contiamo anche la versione cinese Douyin. Solo in Francia, TikTok ha più di 20 milioni di iscritti; negli Stati Uniti 170 milioni.

Ph. Bing Guan / Bloomberg – Getty Images

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Buon compleanno Facebook, in vent’anni hai rovinato il mondo

di Davide Piacenza (wired.it, 4 febbraio 2024)

Alla fine del 2007, quando il mondo era così recente che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito, un amico del liceo mi parlava con fare appassionato di un sito al quale alcune sue conoscenze americane l’avevano fatto iscrivere. “È un social network, dove puoi parlare con la gente che conosci e guardare cosa fa”, mi spiegava, incontrando la mia incapacità di comprendere di cosa stesse parlando ma convincendomi, nel giro di poche settimane, a iscrivermi a mia volta.

Pixabay

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Contrordine, gli algoritmi di Facebook e Instagram non influenzano le convinzioni politiche

di Bruno Ruffilli (repubblica.it, 29 luglio 2023)

Gli algoritmi dei social non determinano le scelte politiche. O almeno, non nel modo in cui finora si è creduto. Questi i risultati di quattro distinte ricerche di scienziati e docenti di alcune prestigiose università americane, tra cui la Carnegie Mellon, Stanford, Princeton, Università della Pennsylvania, e altre, in collaborazione con Meta. Gli autori hanno esaminato per tre mesi gli effetti degli algoritmi dei feed di Facebook e Instagram durante le elezioni statunitensi del 2020.

Unsplash

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Il governo cambogiano vorrebbe fare a meno di Facebook

(ilpost.it, 10 luglio 2023)

Negli ultimi giorni un annuncio del governo cambogiano che comunicava l’intenzione di interrompere le relazioni con Facebook ha generato un caso politico: alla piattaforma sono infatti iscritti più di 11 milioni di cittadini cambogiani su un totale di 16,6 milioni, ed è spesso descritta come “l’Internet della Cambogia”, perché ospita molti pezzi dell’economia locale e permette il funzionamento di diversi servizi importanti. Per questo, nel giro di poco tempo il primo ministro Hun Sen ha dovuto riconsiderare la decisione, che aveva preso per motivi di interesse politico personale.

Ph. Heng Sinith / Ap

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Meta riammette Trump su Facebook e Instagram

(adnkronos.com, 26 gennaio 2023)

A due anni dalla sospensione, gli account Facebook e Instagram di Donald Trump saranno di nuovo attivi. È stata la stessa Meta, attraverso un lungo articolo pubblicato sul suo sito ufficiale, ad annunciare il ripristino dei profili dell’ex presidente degli Stati Uniti, sospesi dopo i post al vetriolo del tycoon nel giorno dell’attacco a Capitol Hill il 6 gennaio 2021.

Ph. Jakub Porzycki / NurPhoto – Afp

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Usa 2024: Trump ha chiesto di tornare su Facebook

(ansa.it, 19 gennaio 2023)

Donald Trump ha chiesto ufficialmente di tornare su Facebook, uno dei social da cui era stato bandito per la sua retorica incendiaria culminata nell’attacco al Capitol. Lo ha reso noto il comitato della sua campagna elettorale, «sollecitando a non ridurre un candidato presidenziale al silenzio». Un avvocato del tycoon ha inviato una lettera al patron della piattaforma Mark Zuckerberg, chiedendo «una riunione per discutere la sua rapida riammissione».

Ap

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TikTok bandito dai telefoni dei dipendenti statali Usa

di Walter Galbiati (repubblica.it, 4 gennaio 2023)

Chi lavora per il governo degli Stati Uniti non potrà più installare TikTok sul telefonino di lavoro. Il 29 dicembre scorso, il presidente Joe Biden ha firmato l’atto che ha bandito TikTok da tutti i cellulari in uso ai dipendenti federali. Un giro di vite che arriva dopo le decisioni già prese da alcuni governi locali e che segna un punto di svolta per il futuro dell’app negli Stati Uniti. Le motivazioni sono «per questioni di sicurezza», legate alla proprietà del social media.

Ph. Kevin Frayer / Getty Images

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