di Guido Vitiello (ilfoglio.it, 20 giugno 2020)
Diceva Nabokov che i romanzi di Hemingway sono tutti bells, balls and bulls: campane, coglioni e tori. I social network, invece, sono per lo più balle, bolle e bulli, ossia demagoghi gradassi che rifilano menzogne ai popolatori delle loro echo chamber per galvanizzarli e incitarli. La corrida di queste settimane, con i toreri di Facebook e Twitter che infilzano banderillas sulla groppa del toro sbuffante della Casa Bianca, sempre più frastornato, è forse l’avvisaglia di una resa dei conti epocale, ma invita anche a qualche considerazione sconfortante sul tragitto che ci ha portati fin qui.