Archivi tag: Donald Trump

Pubblicità e social network nelle elezioni americane

di Pietro Sansone (ilpost.it, 10 novembre 2020)

Le elezioni presidenziali americane del 2020, come e più delle precedenti, hanno rappresentato un grande campo di battaglia per comunicatori di ogni genere. Dai mezzi tradizionali ai social media, i due schieramenti hanno dato fondo a tutte le risorse per risultare vincenti, in un contesto in cui la pandemia galoppante ha reso difficili se non impossibili comizi e comunicazione face-to-face. Possiamo dire che la comunicazione democratica sia stata vincente? Un’analisi post-voto di Advertising Age ha fotografato numeri e caratteristiche della macchina propagandistica democratica. Uno sforzo enorme in termini di varietà di iniziative, creatività e budget, che non ha portato alla grande affermazione in cui molti speravano.

euronews.com
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Quando Trump voleva la marcia su Washington

di Enzo Boldi (giornalettismo.com, 6 novembre 2020)

Poca fantasia, stessi proclami. Anche otto anni dopo. Le proteste, già a poche ore dall’inizio dello spoglio negli Stati Uniti, seguono un copione già visto. Si parla di frode elettorale e si lanciano accuse senza fornire alcuna prova. Il tutto in attesa del verdetto definitivo che, probabilmente, vedrà il candidato democratico Joe Biden alla guida della Casa Bianca per i prossimi quattro anni. Ma Donald Trump non ci sta e continua a twittare senza soluzione di continuità, con messaggi dello stesso tenore di quanto pubblicato nel 2012 dopo la seconda elezione di Barack Obama.DonaldTrump_2012_2020 Continua la lettura di Quando Trump voleva la marcia su Washington

Trump «vuole ricandidarsi alle elezioni, nel 2024»

di Giuseppe Sarcina (corriere.it, 9 novembre 2020)

Donald Trump starebbe già pensando a ricandidarsi nelle primarie repubblicane del 2024, nel tentativo di tornare alla Casa Bianca con le prossime elezioni. Il sito Axios torna sulle voci che circolano da qualche giorno a Washington, scrivendo che il presidente in carica avrebbe discusso di questa possibilità con i suoi consiglieri più stretti. Il 22° Emendamento della Costituzione americana fissa il limite di due mandati per ogni presidente.

Ph. Steve Helber / Ap
Ph. Steve Helber / Ap

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Una vecchia hit di Miley Cyrus torna in classifica per l’elezione di Biden

(quotidiano.net, 9 novembre 2020)

Il 7 novembre Joe Biden viene riconosciuto presidente eletto degli Stati Uniti. Nello stesso giorno una vecchia hit di Miley Cyrus ricompare improvvisamente in classifica, e ovviamente non è una coincidenza. Tolta dalla naftalina in cui giaceva dal 2009, Party in the U.S.A. è stata scelta dalla gente scesa in strada come inno per celebrare la vittoria del candidato democratico su Donald Trump. Come rilevato dal servizio di monitoraggio Chart Data, nel giro di qualche ora la canzone è tornata nella Top 200 e poi è volata addirittura su nella Top 40 dell’iTunes americano.MileyCyrus_Party_Biden Continua la lettura di Una vecchia hit di Miley Cyrus torna in classifica per l’elezione di Biden

Trump distrugge l’immagine della democrazia americana

di Pierre Haski (France Inter / internazionale.it, 6 novembre 2020)

Gli avversari degli Stati Uniti esultano, ma non sono i soli. Buona parte del mondo assiste, sbalordita, al complicato spoglio dopo le elezioni presidenziali. Grazie alla Cnn, ognuno di noi è diventato un esperto della mappa dei distretti della Pennsylvania o dell’Arizona. La suspense elettorale non è una novità negli Stati Uniti. L’ultimo esempio è stata la sfida tra George W. Bush e Al Gore, nel 2000. Ma un presidente che rivendica prematuramente la vittoria e alimenta il sospetto su un processo democratico in corso è qualcosa di mai visto e assolutamente deleterio per il principio stesso della democrazia.

Reuters
Reuters

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“La seconda guerra civile americana”, il film di Joe Dante che ha anticipato tutto

di Giulio Zoppello (wired.it, 6 novembre 2020)

Un Paese diviso, un politico populista che vuole tenere fuori i migranti e i rifugiati amato dalla Destra militarizzata, suprematista e intollerante, mentre i mezzi d’informazione invece d’informare inseguono lo share e propagano false notizie, con il fronte liberal confuso e indeciso. In mezzo, una conflittualità sociale immensa, minoranze infuriate ed emarginate, politici inetti, cittadini armati, rivolte e la vecchia contrapposizione dei tempi della Guerra Civile che torna a palesarsi. Vi suona familiare? Ebbene, non stiamo parlando di questi quattro anni di presidenza Trump, né di quel clima infuocato che ha scosso (e continua a scuotere) gli Stati Uniti quest’anno, nei giorni delle elezioni più dibattute della storia.

Hbo
Hbo

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È giusto oscurare Trump?

di Stefano Baldolini (huffingtonpost.it, 6 novembre 2020)

Questa notte (italiana) Donald Trump ha detto più volte di aver vinto le elezioni, di aver vinto in Wisconsin, Michigan, Pennsylvania e Georgia, e ha calcato la mano sostenendo “se si contano i voti legali, vinco facilmente. Se si contano i voti illegali, possono provare a rubarci l’elezione”. Nessuna delle cose sostenute, sono, alla prova dei fatti, risultate vere. Il discorso dalla Casa Bianca del presidente uscente e furente è stato interrotto da tre network tv come Abc, Cbs e Nbc, diffuso senza filtri dalla Fox e invece commentato live “come il più disonesto della sua presidenza” dalla Cnn.Trump-Msnbc Continua la lettura di È giusto oscurare Trump?

“Sassy Justice”, la serie col deepfake di Donald Trump

di Andrea Indiano (wired.it, 3 novembre 2020)

Vi ricorda qualcuno il protagonista di Sassy Justice, la nuova serie creata dagli autori del cartone animato South Park? L’abbronzatura, gli occhi e la bocca sembrano quelli di Donald Trump. E in effetti lo sono. Perché Trey Parker e Matt Stone, le menti dietro questi video comparsi a sorpresa su YouTube e su alcuni canali televisivi americani, hanno usato il deepfake per mettere il viso del presidente degli Stati Uniti sopra quello dell’attore Peter Serafinowicz. Allo stesso modo in Sassy Justice ci sono il creatore di Facebook Mark Zuckerberg, il politico Al Gore e l’attore Michael Caine.Sassy_Justice Continua la lettura di “Sassy Justice”, la serie col deepfake di Donald Trump

A gennaio Trump perderà anche i suoi privilegi da capo di Stato su Twitter

(wired.it, 7 novembre 2020)

Certe giornate portano davvero solo brutte notizie: prendete Donald John Trump, che oggi si è visto sfumare la riconferma alla Casa Bianca a tutto vantaggio di uno a cui dava del narcolettico (chiamandolo “Sleepy Joe”), e ciononostante ha continuato placidamente a giocare a golf in uno dei campi di sua proprietà. Se sapesse cos’altro lo aspetta, forse lancerebbe per aria le mazze o sfascerebbe il caddy: Twitter ha confermato che da gennaio l’account del presidente uscente sarà un profilo come tutti gli altri, e dovrà quindi sottostare alle regole a cui si prestano gli altri utenti.Trump_combo_Twitter Continua la lettura di A gennaio Trump perderà anche i suoi privilegi da capo di Stato su Twitter

I rabbiosi anni Ottanta di Joni Mitchell

di Daniele Cassandro (internazionale.it, 19 ottobre 2020)

La Joni Mitchell degli anni Ottanta non è mai stata amata. Giornalisti musicali e fan erano rimasti affezionati a capolavori come Blue o Hejira e, in quegli anni turbolenti, se li stringevano addosso come la coperta di Linus. Per questo la generazione che aveva trenta o quarant’anni nel 1985 accolse con imbarazzo un album di pop elettronico e sperimentale come Dog eat dog. Perché tutti quei sintetizzatori? Perché quei testi spigolosi e arrabbiati? Soprattutto, che fine ha fatto la chitarra acustica? Per la maggior parte di loro Joni Mitchell doveva essere ancora, e per sempre, la musa hippy di Woodstock e nessuno era disposto a vederla trasformarsi in un incrocio tra la Laurie Anderson di Big science e il Neil Young sintetico di Trans.JoniMitchell_Dog_eat_dog Continua la lettura di I rabbiosi anni Ottanta di Joni Mitchell