Archivi tag: Donald Trump

Avevamo già conosciuto il trumpismo: al cinema, in tv o da qualche altra parte

di Guia Soncini (linkiesta.it, 20 novembre 2020)

È verità universalmente riconosciuta che l’unico modo per dire qualcosa di rilevante sul presente sia fare un film in costume. È anche per questo che da settimane tutti scrivono di Mank, il film di David Fincher che il pubblico non vedrà fino al 4 dicembre, allorché arriverà su Netflix. Certo, ci sono molte ragioni per parlarne. È Fincher, che quando fa un film è sempre un evento. È Fincher che ricostruisce la storia di Quarto potere, il film che quelli che ne capiscono ritengono il più bello della storia del cinema. È Fincher che lo fa non focalizzandosi su Orson Welles – il Wunderkind (è la parola che usa Mank) cui a ventiquattro anni quelli che ci mettevano i soldi diedero qualcosa che altri registi a volte non ottengono in una vita: l’autorità assoluta sul progetto, il potere decisionale, l’esenzione dalle discussioni coi finanziatori – ma su Herman Mankiewicz, lo sceneggiatore quarantatreenne che scrive il film del bambino prodigio.

Ph. Jose Luis Magana / Ap
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Salviamo il nostro futuro: intervista a Jane Fonda

di Laura Pezzino (vanityfair.it, 21 ottobre 2020)

«La rivoluzione inizia dai muscoli» è una frase che viene attribuita a Thomas Jefferson, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti d’America. Che l’abbia detta oppure no, Jane Fonda ne ha fatto il proprio motto, stipandovi dentro tutto un arcobaleno di significati riassumibili così: il vero cambiamento incomincia con un’azione che coinvolge il proprio corpo. Poco prima del lockdown, Jane Fonda si era lasciata crescere i capelli bianchi e, col senno di poi, non avrebbe potuto scegliere momento migliore. Per lei, cambiare taglio o pettinatura non era mai stato un atto neutrale, anzi.

Ph. Rachel Luna / Getty Images
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Il falso che sta in piedi

(ilpost.it, 21 novembre 2020)

Le cause legali del comitato elettorale di Donald Trump e del Partito Repubblicano per bloccare la certificazione del voto in alcuni Stati e Contee americane o per sovvertirne il risultato sono state finora tutte rigettate, e anche le procedure di riconteggio negli Stati hanno confermato la vittoria di Joe Biden: per esempio in Georgia, dove i voti sono stati ricontati a mano (misura straordinaria chiesta dal Partito Repubblicano), il risultato non è cambiato. Per quanto infondata, però, la tesi di illeciti o brogli trova il sostegno di un pezzo significativo dell’elettorato del Partito Repubblicano, che si fida del suo presidente e dei politici che ha votato.

Ph. Chris McGrath / Getty Images
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Trump sta facendo tutto questo casino per lanciare delle nuove tv di estrema destra?

di Ferdinando Cotugno (esquire.com, 18 novembre 2020)

In questo momento negli Stati Uniti per cambiare realtà basta cambiare canale. Per molti trumpiani la dissonanza cognitiva su chi ha vinto le elezioni e come andranno le prossime settimane e i prossimi anni è una questione di zapping. È come vivere il post partita di un derby molto sentito, perso in modo particolarmente brutto. Su Fox News la partita è finita e siamo ai commenti. Sui canali concorrenti a destra di Fox News, cioè Oann e Newsmax, siamo ancora in parità alla fine del primo tempo.

Ph. Caroline Brehman / CQ-Roll Call, Inc via Getty Images
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Il colpo del clown: Trump prova a distorcere definitivamente la realtà

di Maria Laura Rodotà (linkiesta.it, 20 novembre 2020)

Se il Russiagate era stato soprannominato “Stupid Watergate” (da John Oliver di Last Week Tonight, sempre sia lodato), il tentativo di colpo di mano di Donald Trump ieri pare configurabile come un golpe covidiota. Per via del Covid e non solo. O come un clown coup, sono molti a chiamarlo così. Di certo, servirebbero i fratelli Coen a raccontarlo. Meglio, i fratelli Marx. Magari dal punto di vista dei funzionari repubblicani dell’ufficio elettorale del Michigan, che prima si sono rifiutati di certificare i risultati della Wayne County, quella di Detroit, afroamericana e democratica. Poi li hanno certificati. Ora vorrebbero cancellare la certificazione ma è complicato. Intanto Trump li ha invitati oggi alla Casa Bianca.

Ph. Brendan Smialowski / Afp – Getty Images
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Non ridete: le buffonate di Trump potrebbero essere la farsa che precede la tragedia

di Francesco Cundari (linkiesta.it, 16 novembre 2020)

Joe Biden ha preso oltre cinque milioni e mezzo di voti in più e ha vinto in quasi tutti gli Stati in bilico, compresi quelli governati dai repubblicani, che hanno garantito la correttezza del voto. Ciò nonostante non solo Donald Trump, ma anche i vertici del suo partito, con pochissime eccezioni, continuano a parlare di brogli, lanciando accuse infondate, inventando e diffondendo bufale tanto incredibili quanto pericolose – tipo quella del software mangia-voti – e rifiutandosi di riconoscere la sconfitta. Il carattere assolutamente indubitabile dell’esito elettorale, assicurato dal distacco a prova di riconteggi accumulato in gran parte degli Stati chiave, ha alimentato un atteggiamento di superiore condiscendenza nei confronti delle affermazioni e dei gesti sempre più gravi provenienti dalla Casa Bianca.

Ph. Jacquelyn Martin / Ap
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La tinta per capelli di Rudy Giuliani

(ansa.it, 19 novembre 2020)

Momenti di imbarazzo per Rudolph Giuliani durante una conferenza stampa sulle presunte frodi elettorali alle presidenziali degli Stati Uniti. L’avvocato personale di Donald Trump, complice il caldo nella sala, comincia a sudare copiosamente. Purtroppo per lui, lungo le tempie gli calano due rivoli di tinta dei capelli.Giuliani holds press conference about Trump’s legal challenges to 2020 election Continua la lettura di La tinta per capelli di Rudy Giuliani

Donald Trump ha dichiarato guerra a Fox News

(agi.it, 13 novembre 2020)

Oramai è guerra aperta tra Donald Trump e Fox News. Il presidente in carica degli Stati Uniti ha inviato una raffica di tweet contro l’emittente televisiva, colpevole, a suo avviso, di aver dimenticato “quello che l’ha resa di successo”. “Hanno dimenticato la gallina dalle uova d’oro”, ha tuonato Trump dopo aver ritwittato i post di diversi suoi sostenitori che dicevano di fidarsi ormai di più dell’emittente di Destra NewsMax. Fox News è stato a lungo il network preferito da Trump e quello che gli ha dato supporto fin dalla prima campagna elettorale.

Ph. Brendan Smialowski / Afp – Getty Images
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Perché sono i media americani ad annunciare chi ha vinto le elezioni

(ilpost.it, 12 novembre 2020)

Il lento scrutinio delle elezioni presidenziali statunitensi e il ritardo nella proclamazione di Joe Biden come vincitore hanno creato un po’ di confusione – in Italia, ma anche negli stessi Stati Uniti – circa il ruolo che hanno i media del Paese nell’assegnare gli Stati e le elezioni al candidato che secondo le loro previsioni ha vinto, e circa il grado di ufficialità che ha questo tipo di proclamazione. Di per sé queste assegnazioni non hanno alcun valore formale e vincolante: e Rudy Giuliani, avvocato personale di Donald Trump, ha provato ad attaccarsi a questo aspetto mettendo in discussione la sconfitta.

Ph. Byron Rollins / Ap
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Cambio di look per Donald Trump: dal blorange al silver soft

(quotidiano.net, 14 novembre 2020)

Qualche mese fa, in estate, si era lamentato per la poca acqua che, a suo dire, usciva dalle docce americane (“Così non riesco a lavarmi bene i capelli”), adesso la capigliatura di Donald Trump, alle prese con la bruciante sconfitta elettorale, torna in primo piano. Sì perché l’acconciatura del presidente dal giallo canarino degli ultimi quattro anni è virata verso un signorile grigio argento, quasi platino. Lo hanno notato i giornalisti riuniti l’altro giorno per la conferenza stampa di The Donald sull’andamento della pandemia di Coronavirus.DonaldTrump_silver_soft Continua la lettura di Cambio di look per Donald Trump: dal blorange al silver soft