Archivi tag: Donald Trump

Il video di Arnold Schwarzenegger che dice ai trumpiani cosa pensa di loro

(esquire.com, 11 gennaio 2021)

Ha un po’ il sapore del cinecomic il duello virtuale andato in scena fra Donald Trump e Arnold Schwarzenegger; ma d’altronde, in un’epoca in cui la democrazia è messa a rischio dall’ex conduttore di The Apprentice, non stupisce che le forze del bene siano rappresentate da Terminator. Schwarzy ha infatti pubblicato un video di sette minuti in cui attinge al suo vissuto personale per ammonire la nazione circa la gravità della situazione. Bandiera statunitense da una parte, californiana dall’altra, in un setting scenografico completo di musica teatrale drammatica di sottofondo, Schwarzenegger ha commentato gli avvenimenti della settimana scorsa con un atteggiamento molto compito, sganciando subito un messaggio molto forte.Schwarzenegger_Conan_Trump Continua la lettura di Il video di Arnold Schwarzenegger che dice ai trumpiani cosa pensa di loro

Per Umberto Tozzi non c’è “Gloria” nello staff di Trump che utilizza il suo pezzo prima dell’assalto a Capitol Hill

di Ilaria Roncone (giornalettismo.com, 10 gennaio 2021)

Umberto Tozzi si dissocia dall’utilizzo della canzone Gloria prima dell’assalto a Capitol Hill, con i figli di Donald Trump e tutto il suo staff ripreso sulle note della canzone. Melodia che è stata ampiamente utilizzata da Trump e dai suoi: anche mercoledì 6 gennaio – appena prima dell’assalto al Congresso – durante il comizio risuonavano le note della nota canzone del cantante italiano, diffusa tramite altoparlanti. Umberto Tozzi ha deciso di dissociarsi apertamente e pubblicamente dal fatto con un video su Twitter, e sui social sceglie di prendere posizione sulla questione sia in Italiano che in Inglese.Tozzi_Gloria_Trump Continua la lettura di Per Umberto Tozzi non c’è “Gloria” nello staff di Trump che utilizza il suo pezzo prima dell’assalto a Capitol Hill

Salvini s’iscrive a Parler, poco dopo Parler è off line

di Lucio Fero (blitzquotidiano.it, 11 gennaio 2021)

Matteo Salvini si è iscritto a Parler. Forse un gesto di protesta contro Facebook giudicata sinistrorsa e contro Twitter giudicata mondialista, comunque contro le piattaforme forse ora giudicate nemiche del popolo. O forse quello di Salvini è un gesto di omaggio e solidarietà a Donald Trump che sulla stessa piattaforma, Parler appunto, si vede ospitato dopo che Facebook, Twitter e Amazon e tutti gli altri di quello che deve essere oppressivo pensiero unico hanno tolto dalle mani di Trump l’arma social. Tolta per evidenti motivi di ordine pubblico e salute pubblica. Il caso vuole che il giorno dopo l’iscrizione di Salvini, Parler sia stato messo off line.Salvini_Parler Continua la lettura di Salvini s’iscrive a Parler, poco dopo Parler è off line

Due Americhe e la messa al bando della ragione

di Mario Sechi (agi.it, 10 gennaio 2021)

La crisi americana è una matrioska, quella più grande ha la faccia di Donald Trump, ma al suo interno ci sono altre bamboline che sono pronte a bussare alla porta di tutti. La colpa di Trump è quella di non aver mai tenuto conto di una verità che la Storia offre gratis a tutti: la massa ha un limite di manovra per qualsiasi leader carismatico, superato quello, diventa ingovernabile, assume una propria fisionomia e diventa “muta di guerra” (Elias Canetti, Massa e potere). La sua responsabilità politica è evidente, non è una questione di intenzionalità o meno – il fatto è squadernato –, si tratta dell’incapacità di Trump di leggere (e reggere) il contesto del 6 gennaio scorso: il conteggio dei voti in Georgia, la seduta del Congresso per la certificazione dell’elezione di Joe Biden, la manifestazione degli elettori di Trump sull’Ellipse di fronte alla Casa Bianca. Tre scenari, due Americhe.

Afp
Afp

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Trump attacca l’America, che sorpresa

di Christian Rocca (linkiesta.it, 7 gennaio 2021)

Ma guarda un po’ che sorpresa: Donald Trump è un golpista. Ben svegliati, eh. Sono anni, da prima che fosse eletto nel 2016, che in due o tre scriviamo e diciamo in tutti i modi possibili che saremmo arrivati esattamente a questo punto, all’assalto armato alle istituzioni degli Stati Uniti istigato dalla Casa Bianca, mentre il governo miserabile di Giuseppe Conte e di Luigi Di Maio, senza dimenticare quell’altro campione di Matteo Salvini, flirtava con l’impostore arancione, salutandolo come un fratello del cambiamento, piegandosi ai suoi desideri criminali di diffondere quelle stesse fregnacce alla base degli eventi di Washington, umiliando i nostri servizi segreti, le nostre istituzioni, il nostro Paese.

Ph. Leah Millis / Reuters
Ph. Leah Millis / Reuters

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Il ritorno dei cani alla Casa Bianca

di Fabrizia Sacchetti (focus.it, 11 novembre 2020)

Chissà se Joe Biden, il 46° presidente degli Stati Uniti, conosce la storica frase di Harry Truman (il 33°, dal 1945 al 1953), che recitava così: «Se vuoi un amico a Washington fatti un cane». Di cani Truman ne aveva addirittura tre ed è stato emulato da quasi tutti i presidenti americani, tranne tre: l’11° James K. Polk (1845-1849), il 17° Andrew Johnson (1865-1869) e il 45° Donald Trump, il primo che dopo 150 anni ha sfidato la tradizione non portando nemmeno un pesce rosso alla Casa Bianca. Ma adesso tutto tornerà come ai vecchi tempi.Champ-Major Continua la lettura di Il ritorno dei cani alla Casa Bianca

Twitter cederà l’account presidenziale a Biden il 20 gennaio

(agi.it, 21 novembre 2020)

Twitter cederà il controllo di @POTUS, l’account del presidente degli Stati Uniti, a Joe Biden appena presterà giuramento, il giorno dell’insediamento alla Casa Bianca, nonostante il presidente uscente Donald Trump non abbia ammesso la sconfitta alle elezioni. Lo rendono noto i media americani. Il social network «si sta preparando attivamente alla transizione degli account Twitter istituzionali della Casa Bianca il 20 gennaio 2021», ha dichiarato a Politico il portavoce di Twitter, Nick Pacilio.Twitter@POTUS Continua la lettura di Twitter cederà l’account presidenziale a Biden il 20 gennaio

Parler, il social network dell’estrema destra

di Pietro Mecarozzi (linkiesta.it, 17 novembre 2020)

L’estrema destra statunitense ha trovato un nuovo rifugio social: si chiama Parler, e si presenta come il regno della libertà d’espressione. La piattaforma si autodefinisce “La piazzetta del mondo”, promette la completa libertà di parola senza il rischio di essere bloccati e, allo stesso tempo, non consente l’accesso a troll o a contenuti sensibili. A novembre del 2020 ha registrato circa 4 milioni di utenti attivi e oltre 10 milioni di utenti totali, contro quota 1,5 milioni di utenti raggiunti sul finire di giugno. Un boom di contatti che, negli ultimi giorni, ha trovato maggior slancio dopo la proclamazione della vittoria di Joe Biden nelle elezioni presidenziali.Parler_social Continua la lettura di Parler, il social network dell’estrema destra

Nel nome del figlio e non solo: tutte le provocazioni di Emily Ratajkowski

di Eva Elisabetta Zuccari (today.it, 27 ottobre 2020)

E pensare che tutto era cominciato come nella migliore tradizione da femme fatale: un video in cui ammiccava birichina alla telecamera (l’ormai mitologico videoclip musicale di Blurred Lines, in cui canticchiava in déshabillé “I know you want it”), la promozione a nuovo sex symbol d’America, l’implosione del profilo Instagram con gli scatti bollenti di rito. Ma Emily Ratajkowski, nell’era del MeToo e della solenne eclissi della donna oggetto, ad un certo punto ha avuto l’ardire di spostare la provocazione sul piano intellettuale e – persino – sociologico.

Emily Ratajkowski via Instagram
Emily Ratajkowski via Instagram

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Donald Trump va fermato subito

di Christian Rocca (linkiesta.it, 21 novembre 2020)

Donald Trump andrebbe arrestato in flagranza di reato, per aver tentato di manipolare le elezioni democratiche degli Stati Uniti prima del voto del 3 novembre e per le successive manovre intimidatorie nei confronti dei pubblici ufficiali cui sta impedendo di certificare il risultato elettorale. Naturalmente stiamo parlando del voto del 2020, perché le manipolazioni del voto del 2016 sono state esterne, russe, senza la prova di coordinamento tra il Cremlino e la Trump Tower nonostante i copiosi tentativi della cosca trumpiana di mettersi in contatto con gli agenti di Mosca e la richiesta esplicita, in diretta televisiva, a Vladimir Putin di ravanare nei server di Hillary Clinton, cosa puntualmente accaduta.Trump-Hitler Continua la lettura di Donald Trump va fermato subito