Archivi tag: Donald Trump

Il discusso libro sulle “brutte verità” di Facebook

(ilpost.it, 25 luglio 2021)

Un libro scritto da due apprezzate giornaliste del New York Times, Sheera Frenkel e Cecilia Kang, uscito negli Stati Uniti il 13 luglio, è da alcuni giorni oggetto di estese attenzioni tra analisti e commentatori interessati all’ampio dibattito sui sociali network. Intitolato An Ugly Truth: Inside Facebook’s Battle For Domination, tratta delle responsabilità di Facebook nella diffusione di comportamenti legati alla disinformazione, all’incitamento all’odio, alle teorie del complotto e alla violenza. Le responsabilità sono principalmente definite in termini di interessi economici nella monetizzazione di contenuti divisivi e infondati, e in termini di mancata attivazione di tempestivi e appropriati protocolli di protezione, nonostante la consapevolezza delle infiltrazioni russe e di altri fenomeni relativi alla sicurezza nazionale all’interno dell’azienda.

Somodevilla / Getty Images

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L’eclissi di Donald Trump è più lontana di quanto ci si immagini

di David A. Graham (The Atlantic / internazionale.it, 28 luglio 2021)

Da presidente l’aveva ribadito più volte mentre terminava il suo mandato: “Noi non andiamo da nessuna parte”. La sua era stata una conclusione della presidenza piuttosto turbolenta – impeachment, provvedimenti di grazia discutibili e una lunga disputa sull’esito delle elezioni –, ma sapeva di poter contare su seguaci devoti. E aveva tutta l’intenzione di conservare la sua forza politica. Il ragionamento non valeva solo per lui. Anche la sua famiglia era ansiosa di approfittare del suo successo elettorale. Di solito, un ex presidente mantiene un basso profilo per qualche tempo dopo la fine del mandato. Lui non l’avrebbe fatto. Avrebbe continuato a dominare il suo partito e a rappresentare una potenza politica.

Ph. Octavio Jones / Reuters – Contrasto

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La maledizione di Capitol Hill

di Giampaolo Pioli (quotidiano.net, 4 agosto 2021)

È ormai per tutti “la maledizione del 6 gennaio”. Molti la definiscono la “sindrome mortale dell’assalto al Congresso”. Ma a morire questa volta non sono i dimostranti trumpiani che hanno assalito il tempio della democrazia Usa, bensì i poliziotti chiamati a difenderlo. Ieri le autorità di Washington hanno annunciato che altri due di loro si sono uccisi. Il totale adesso è di quattro agenti che si sono tolti la vita dopo essere stati chiamati a difendere il Campidoglio dagli assalitori. Accusati di incompetenza, disorganizzazione e mollezza perché non sono riusciti a bloccarli ma sono stati anzi selvaggiamente picchiati, diversi di loro, dopo le tragiche ore di scontri sulle scalinate e senza l’arrivo dei soccorsi, sono entrati in depressione.

Ph. Graeme Sloan / Bloomberg

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È in vendita uno smartphone per sostenitori di Trump

di Tommaso Meo (wired.it, 20 luglio 2021)

Sembra incredibile, ma è tutto vero: è sul mercato un nuovo smartphone pensato appositamente per i sostenitori di Donald Trump e in generale per tutti coloro che sentono oppressa la propria libertà di espressione dalla sinistra e dal politicamente corretto. Il telefono si chiama, infatti, Freedom Phone e, al prezzo di 499 dollari, promette di liberare i propri utenti dalla censura e dal controllo delle Big Tech – considerate vicine alle idee liberal dei democratici – e di fargli riprendere il controllo sulle loro comunicazioni.

Twitter

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Censura e piattaforme: Trump dichiara guerra alle Big Tech

di Otto Lanzavecchia (formiche.net, 9 luglio 2021)

«Se lo possono fare a me, lo possono fare anche a voi – e credetemi, lo faranno». Dalle colonne del Wall Street Journal l’ex presidente americano Donald Trump si è lanciato in un durissimo j’accuse contro le Big Tech, le grandi corporazioni tecnologiche americane, e la loro decisione di sospenderlo dalle proprie piattaforme. L’editoriale è apparso giovedì, un giorno dopo la conferenza in cui ha annunciato di aver fatto partire tre class action distinte contro Facebook, Google e Twitter e i rispettivi ceo. Si sta prefigurando un caso di altissimo profilo.

Jialun Deng / The New York Times

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Per Trump, Hitler «ha fatto molte cose buone»

di Massimo Gaggi (corriere.it, 7 luglio 2021)

«Hitler? Ha fatto molte cose buone per la Germania, a cominciare dalla straordinaria ripresa economica degli anni Trenta». Che Donald Trump non si sia mai fatto problemi ad esprimere apprezzamento anche per movimenti di estrema destra apertamente antidemocratici, se non addirittura sovversivi, dai suprematisti bianchi alle marce dei neonazisti in Virginia, era cosa nota. Ma che, sia pure in privato, si sia impegnato in discussioni nelle quali ha difeso il ruolo storico di Hitler rifiutando condanne perentorie del nazismo è una novità che emerge da uno dei tanti libri in arrivo sui quattro anni alla Casa Bianca dell’ex presidente repubblicano: Frankly, we did win this election (La verità è che abbiamo vinto noi le elezioni) del giornalista del Wall Street Journal Michael Bender.

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Il nuovo social del team di Trump è stato facilmente hackerato

di Ilaria Roncone (giornalettismo.com, 6 luglio 2021)

Gettr, il nuovo social di Donald Trump creato a immagine e somiglianza di Twitter, è stato hackerato il giorno stesso del suo lancio. Ed è stato fatto con estrema semplicità, come ha reso noto l’autore. Si tratta dell’utente Twitter @JubaBaghdad, il quale ha fatto un gesto tanto semplice quanto incisivo. I bersagli scelti per l’attacco – che ha avuto luogo domenica 4 luglio, giorno in cui il lancio dell’applicazione è stato formalizzato – sono stati i più importanti nomi tra i repubblicani. Steve Bannon, Mike Pompeo e lo stesso creatore Jason Miller – per citarne alcuni – si sono visti modificare il profilo con l’aggiunta di poche semplici parole: «@JubaBaghdad era qui 🙂 , ^^ Palestina libera ^^».

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Inginocchiarsi per chi, per cosa

di Leonardo Tondelli (ilpost.it, 22 giugno 2021)

Le foto sono strumenti potenti, ma non dicono necessariamente la verità. Le foto che immortalarono il podio olimpico dei 200 metri all’Olimpiade del 1968 mostrano due atleti neri col braccio alzato e il pugno chiuso – anche se non sappiamo ancora quanto il gesto costerà a entrambi, intuiamo di trovarci davanti a un gesto forte di protesta. A rendere l’immagine così potente è soprattutto il contrasto col terzo atleta, bianco e apparentemente indifferente: è lui a creare l’asimmetria necessaria. Il bianco guarda avanti, i neri protestano. Per innalzare quelle mani guantate serve così tanta forza di volontà che a Tommie Smith e John Carlos non ne resta per alzare la testa: sanno di essere vittime sacrificali ma fanno quel che è giusto fare, e poi sia quel che sia.

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Il team di Trump lancia una nuova piattaforma social

(nova.news, 3 luglio 2021)

Il team dell’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha lanciato una nuova piattaforma di social media, un’alternativa ai siti dei colossi tecnologici Usa, anche noti come “Big Tech”. Lo scrive il sito Politico, precisando che il debutto lascerebbe intendere che si tratti dell’alternativa a lungo promessa dall’ex presidente ai suoi sostenitori dopo essere stato bandito dalle principali piattaforme social come Twitter, Facebook e Instagram. Il sito, chiamato Gettr, spiega la sua missione come votata a “combattere la cultura dell’annullamento (cancel culture), promuovere il buon senso, difendere la libertà di parola, sfidare i monopoli dei social media e creare un vero mercato di idee”.

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Donald Trump si è pentito di non aver vietato Facebook e Twitter mentre era presidente

di Ilaria Roncone (giornalettismo.com, 9 giugno 2021)

Con un social network naufragato ancor prima di essere annunciato, Donald Trump sulla questione di Twitter in Nigeria ha rilasciato una serie di dichiarazioni su quanto accaduto la scorsa settimana. Twitter ha deciso di rimuovere un post di Muhammadu Buhari contro i secessionisti e il governo ha provveduto a bannare Twitter dal Paese. Decisione celebrata dall’ex presidente degli Stati Uniti, che è arrivato a congratularsi con la Nigeria per l’azione compiuta contro la piattaforma che «ha messo al bando il suo presidente». Si sente ovviamente toccato nell’intimo, il tycoon, tanto da dire che forse lui stesso avrebbe dovuto bannare Facebook e Twitter mentre era presidente.

Ipp / Zuma Press
Ipp / Zuma Press

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