Archivi tag: Donald Trump

Come il sosia di Zelensky è scappato dall’Ucraina aiutato dai sosia di Putin e Kim Jong-un

(ilfattoquotidiano.it, 8 aprile 2022)

La storia la racconta il Washington Post ed è quella del sosia di Volodymyr Zelensky. Avete letto bene: per Umid Isabaev, il giorno dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, è stato subito chiaro che essere uguale al presidente del Paese non fosse in alcun modo un vantaggio. Ora, il racconto diventa quasi distopico perché a offrire aiuto al 41enne incredibilmente somigliante a Zelensky sono stati i sosia di Vladimir Putin e di Kim Jong-un. E proprio quest’ultimo, che per il Washington Post è “Howard X” (ha accettato di parlare solo mantenendo il proprio anonimato), ha deciso di dare una mano al falso Zelensky pur trovandosi migliaia di chilometri lontano dall’Ucraina. Lo conosceva personalmente? No. Ma aveva saputo della sua esistenza quando il canale Russia 24 aveva mandato in onda un servizio sui sosia dei politici noti.

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L’abusata simbologia di Harry Potter per commentare l’attualità politica

di Pietro Minto (ilpost.it, 29 marzo 2022)

Lo scorso 28 febbraio l’artista di strada polacco Kawu ha pubblicato sul suo profilo Instagram un murale da lui realizzato a Poznań, una città della Polonia occidentale. Raffigura il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nei panni di Harry Potter e il presidente russo Vladimir Putin come il suo antagonista Voldemort. L’immagine ha avuto successo sui social network, suscitando reazioni diverse: accanto a chi ha trovato calzante il parallelo tra i due capi di Stato e i personaggi di J.K. Rowling, autrice della saga di romanzi per ragazzi Harry Potter, c’è chi l’ha criticata per la superficialità con cui tratta un conflitto complesso e tragico, riducendolo a una banale lotta tra il bene e il male. Negli ultimi anni, infatti, la serie di Harry Potter è stata spesso utilizzata per commentare la cronaca politica, tanto da aver ispirato un meme che è tornato a circolare, soprattutto su Twitter, in questi giorni: “Read another book”, ovvero “Leggete un altro libro”.

kawuart via Instagram

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Sarah Palin si è candidata a deputata e tornerà in politica

(ilpost.it, 2 aprile 2022)

La politica statunitense Sarah Palin, ex governatrice dell’Alaska ed ex candidata alla vicepresidenza degli Stati Uniti, ha annunciato la sua candidatura per l’unico seggio espresso alla Camera dall’Alaska, e quindi la sua decisione di tornare a far parte attivamente della politica nazionale americana. Palin, che fa parte del Partito Repubblicano, era diventata improvvisamente un personaggio nazionale durante la campagna per le elezioni del 2008, quando era stata scelta a sorpresa da John McCain come sua candidata alla vicepresidenza. Per quanto inizialmente avesse dato slancio ed entusiasmo a una campagna che faticava a ingranare, nel giro di poche settimane l’estremismo delle sue posizioni politiche e una serie di grossi errori e gaffe avevano compromesso i suoi consensi e danneggiato lo stesso McCain.

Sarah Palin via Twitter

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Jen Psaki lascia la Casa Bianca e va in tv

di Massimo Basile (agi.it, 1° aprile 2022)

Quando la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, fece il suo ingresso nella briefing room, il suo arrivo venne visto dai media come il ritorno a un rapporto normale con l’informazione. Per quattro anni i portavoce di Donald Trump avevano utilizzato l’incontro quotidiano con i giornalisti come un appuntamento rovente per regolare i conti, lanciare minacce, dare risposte beffarde. Con l’ultima della serie, Kayleigh McEnany, c’era stato lo svilimento del ruolo di portavoce, ridotto a una funzionaria capace solo di leggere le risposte già preparate dallo staff, senza mai andare a braccio. McEnany, era l’opinione comune dei media americani, era lì solo come figurina, non conosceva alcun tema. Con Jennifer Rene Psaki, per tutti Jen, 43 anni, da Stamford, Connecticut, sposata, due figli, giornalista di origine greche e polacche, la Casa Bianca era tornata alla grande tradizione dei portavoce.

Ph. Alex Wong / Getty Images

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Gli Oscar sono sempre stati politici, e quest’anno non sarà diverso

di David Canfield (vanityfair.it, 26 marzo 2022)

L’anno scorso, in questo periodo, Donald Trump definiva gli Oscar troppo «politicamente corretti», accusando lo spettacolo di essere utile come piattaforma per il Partito Democratico e suggerendo che l’Academy si fosse allontanata dalla sua funzione iniziale di onorare i film senza riconoscere il mondo che li circonda. A parte la natura generale e sconclusionata della dichiarazione, la sua premessa implicita era sbagliata: gli Oscar hanno sempre messo in mostra momenti politici. Di conseguenza, i tentativi di lunga data dell’Academy di raggiungere una più ampia rilevanza culturale saranno sicuramente rispettati anche questa domenica sera, quando i padroni di casa Wanda Sykes, Amy Schumer e Regina Hall metteranno in scena uno spettacolo stellare in un momento di guerra.

Mariel Tyler – Getty Images

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La verità su Truth, un Twitter noiosetto (e viola)

di Sonia Turrini (huffingtonpost.it, 20 marzo 2022)

Dopo quasi un mese, stamattina sul mio telefono è comparsa una notifica lilla: “La tua attesa è finita! Clicca per cominciare a usare Truth Social”. Ci provavo dal 20 febbraio, da quando la piattaforma creata da Donald Trump in risposta alla sua esclusione dai principali social era sbarcata sull’App Store americano. Il lancio non era esattamente andato liscio; la app è stata inizialmente prima nelle classifiche di download, per poi vedere gli utenti schiantarsi tutti collettivamente contro un muro di gomma di errori continui, liste di attesa, bug vari ed eventuali. Insomma, per un mese sono stata il numero 101.553 di una sinuosa coda virtuale che non si muoveva di una posizione.

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“Jeen-Yuhs”, la straziante trilogia su Kanye West

di Stefano Pistolini (linkiesta.it, 21 febbraio 2022)

Che succulenta meraviglia Jeen-Yuhs, il documentario in tre puntate che Netflix ha appena pubblicato come la Trilogia di Kanye West, quattro ore e mezza che ne raccontano l’incredibile parabola umana e artistica. Un resoconto significativo, perché se c’è un personaggio che si è progressivamente elevato e poi è sprofondato nel delirio questo è Kanye. Eppure questo lavoro è il contrario di ciò che ci si potrebbe attendere, rifugge dalle bizzarrie e dagli eccessi che sono ormai materia prima dell’artista e suo terreno di confronto col mondo – tutto parossismo, “con me o contro di me” – e si presenta come una storia coi piedi per terra e con l’intenzione, ben realizzata, di tracciare la vera storia del 44enne Kanye, in tutta la sua ricchezza e complessità, prima di tutto emotiva.

Netflix

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Le elezioni hanno conseguenze: un comico come presidente

di Christian Rocca (linkiesta.it, 23 febbraio 2022)

L’Ucraina è un Paese complicato e gigantesco, più grande della Germania, con un forte spirito nazionalista, una spiccata tensione europea e un contrastato rapporto di diffidenza nei confronti di Mosca. Vladimir Putin ha detto che la nazione ucraina in realtà è una creazione posticcia di Lenin, per cui se davvero gli ucraini si professano anticomunisti viscerali come dicono di essere dovrebbero rinunciare anche alle pretese nazionali che gli furono artificialmente attribuite dall’Unione Sovietica. Intanto Putin si è pappato la regione del Donbass, dove c’è una forte minoranza russofona alimentata dai suoi ceffi e dai suoi rubli, dopo aver già digerito per bene la Crimea.

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Due team di linguisti affermano di aver scoperto chi sono i fondatori di QAnon

(wired.it, 21 febbraio 2022)

Il mistero del fantomatico Q, l’utente anonimo che con i suoi criptici messaggi su 4chan e 8chan ha creato il culto di QAnon, una delle più grandi teorie del complotto degli ultimi decenni, potrebbe essere stato risolto grazie al machine learning. I risultati di due gruppi indipendenti di linguisti forensi, racconta il New York Times, hanno identificato Paul Furber, un cinquantacinquenne sviluppatore di software sudafricano, come lo scrittore originale dietro ai post di Q, apparsi per la prima volta nel 2017. Secondo i ricercatori anche l’imprenditore informatico e candidato dell’Arizona al Congresso, Ron Watkins, ha scritto con lo pseudonimo di Q, prima collaborando con Furber e poi assumendo il controllo dell’account quando questo, a fine 2017, è passato a postare sulla bacheca 8chan di proprietà di suo padre Jim. Sia Furber sia Watkins hanno negato di essere stati Q.

Ph. Dario Lopez-Mills / Ap

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Truth Social, il social network di Donald Trump, è disponibile su App Store negli Stati Uniti

(ilpost.it, 21 febbraio 2022)

Da domenica notte la nuova piattaforma social dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, Truth Social, è scaricabile dall’App Store di Apple, per ora solo negli Stati Uniti. La distribuzione su App Store era stata comunicata agli utenti della versione beta, quella di prova e precedente al lancio ufficiale, da Devin Nunes, ex deputato Repubblicano vicino a Trump e amministratore della Trump Media and Technology Group (Tmtg), la società di Trump che ha sviluppato la nuova piattaforma. Nunes ha anche detto che l’app sarà completamente operativa soltanto a fine marzo, quanto meno negli Stati Uniti. Pare che Truth Social sia molto simile a Twitter, anche se molti dettagli sono ancora in via di definizione.

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