Archivi tag: Donald Trump

La perquisizione nella casa di Trump apre una fase nuova e spaventosa

di Tim Alberta (The Atlantic / internazionale.it, 18 agosto 2022)

Se Donald Trump ha commesso reati mentre abbandonava la Casa Bianca dovrebbe ricevere lo stesso trattamento di qualsiasi altro presunto criminale. Il motivo è semplice. Come disse John Adams, il nostro è un governo delle leggi, non un governo degli uomini. Nessuno, nemmeno un presidente, è al di sopra della legge. Ma allora perché mi sono sentito turbato osservando i servizi sulla perquisizione dell’Fbi a Mar-a-Lago? Probabilmente perché questo Paese si sta avvicinando a un livello di violenza politica mai visto dopo la Guerra Civile. Per chiunque abbia trascorso un po’ di tempo negli spazi fisici e virtuali della destra americana, questo fatto è evidente. Andate a una fiera delle armi. Visitate una chiesa di destra. Partecipate a un raduno di Trump. A prescindere dalle circostanze, le profezie sul giorno del giudizio si ripetono costanti. E fanno paura.

Ph. Giorgio Viera / Afp

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Musica e politica: storia di canzoni negate

di Chiara Pizzimenti (vanityfair.it, 6 agosto 2022)

La questione non ha confine né latitudine. In campagna elettorale la musica è fondamentale: trascina. Gli esperti di politica e comunicazione lo sanno: un tormentone, una canzone impegnata, un classico, ognuna può far presa in maniera diversa e portare avanti i candidati. Solo che non sempre chi quelle canzoni le canta e le ha portate al successo è pronto e felice di vederle usare per scopi propagandisti. Ultimo caso La Rappresentante di Lista contro Matteo Salvini. L’oggetto del contendente è la canzone Ciao ciao, tormentone che viene dal Festival di Sanremo. Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina segnalano in un tweet: «Ci arriva voce che al comizio di S4lvini il dj abbia messo #ciaociao. La nostra maledizione sta per abbattersi su di te, becero abusatore di hit».

LaPresse

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L’Fbi ha perquisito la casa di Donald Trump

di Massimo Basile (agi.it, 9 agosto 2022)

Gli agenti dell’Fbi si sono presentati, a sorpresa, nel resort di Donald Trump a Palm Beach, in Florida. Qui, nel golf club di Mar-A-Lago, dove l’ex presidente vive da quando ha lasciato la Casa Bianca nel gennaio del 2021, si è consumato il raid più clamoroso della storia americana: è stato lo stesso tycoon a rivelarlo con un lungo comunicato, un atto d’accusa a Washington, alla “corruzione della burocrazia”, in cui Trump ha parlato di “persecuzione politica”, di “attacco alla sua candidatura” alle presidenziali del 2024 (non ancora annunciata) e ha indicato nei “democratici radicali di sinistra” i mandanti di quello che è stato definito un atto da “Paese del terzo mondo”. L’intervento dell’Fbi, autorizzato dal dipartimento della Giustizia, sarebbe legato al trasferimento di centinaia di scatole contenenti documenti prelevati dalla Casa Bianca e che dovevano, invece, essere consegnati agli Archivi di Stato.

Ph. Wilfredo Lee / Ap

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Donald Trump ha seppellito Ivana nel campo da golf

(lastampa.it, 1° agosto 2022)

Ivana Trump è stata sepolta nel golf club dell’ex marito a Bedminster, in New Jersey, in questi giorni al centro della cronaca per aver ospitato un torneo sponsorizzato dall’Arabia Saudita. Lo rivela il New York Post pubblicando anche una foto della lapide della socialite, morta il 24 luglio scorso a 73 anni. La tomba si trova in un’area fiorita, vicino alla prima buca del campo, che Donald Trump nel 2017 decise di adibire a cimitero di famiglia. Lo stesso ex presidente ha dichiarato di voler essere sepolto lì. Secondo alcuni media americani, quella della “tomba di famiglia” sarebbe solo una scusa utilizzata da Trump per ottenere sgravi fiscali. Secondo la legge del New Jersey, infatti, qualsiasi terreno dedicato usato come cimitero è esente da tutte le tasse, aliquote e valutazioni.

Ph. Jospehine Walker / Bloomberg

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Musk, Twitter e quei bot che tutti fanno finta di non vedere

di Omar Kamal (huffingtonpost.it, 19 luglio 2022)

La storia è nota. Elon Musk, 51enne visionario proprietario di Tesla oltre che dell’azienda aerospaziale statunitense SpaceX, si è innamorato di un giocattolo il cui nome è Twitter. Il giocattolo in questione, il social media di microblogging, è stato creato dall’informatico e imprenditore Jack Dorsey: il suo primo tweet “just setting up my twttr”, datato 21 marzo 2006, è stato venduto nel metaverso come nft per la cifra record di 3 milioni di dollari che lo stesso Dorsey ha devoluto in beneficenza. Twitter — nato nel 2006 — conquista da subito milioni di persone sparse in tutto il mondo e il suo motore, in principio di soli 140 caratteri, appare inarrestabile: così, in molti, se ne innamorano perdutamente. Musk se n’è innamorato, ma non è stato il solo: la sola differenza è che Musk (rispetto ad altri) ha fatto un’offerta reale di 44 miliardi di dollari per comprare Twitter, ovvero 54,20 dollari per azione.

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È morta Ivana Trump

(ilpost.it, 14 luglio 2022)

È morta a 73 anni Ivana Trump, ex moglie di Donald Trump. A dare la notizia sono stati la sua famiglia e l’ex marito, che non hanno specificato le cause della morte. Donald Trump in un comunicato ha scritto che «Ivana Trump è venuta a mancare nella sua casa di New York City». Il suo nome da nubile era Ivana Marie Zelníčková ed era nata in Repubblica Ceca (allora Cecoslovacchia). Negli anni Settanta emigrò dalla Cecoslovacchia comunista grazie al passaporto austriaco ottenuto dopo aver sposato un suo amico austriaco, Alfred Winklmayr. Prima si trasferì in Canada e poi negli Stati Uniti, dove si sposò con Donald Trump nel 1977: i due costituirono la coppia più glamour e celebre della New York degli anni Ottanta. Ivana assistette l’allora marito in molti suoi famosi progetti, come la Trump Tower di New York e il casinò di Atlantic City, il Trump Taj Mahal.

Ph. Pascal Le Segretain / Getty Images

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La vera tragedia americana non è Trump, ma il suo elettorato

di Paolo von Schirach (linkiesta.it, 7 luglio 2022)

Cassidy Hutchinson, già parte dello staff della Casa Bianca di Trump, ha testimoniato recentemente di fronte alla Commissione della Camera che indaga sul tentativo insurrezionale del 6 gennaio 2021. Sotto giuramento, Hutchinson ha affermato che prima della sommossa il presidente Donald Trump era stato informato che alcuni dimostranti erano armati. Tuttavia, dopo aver osservato che non erano armati contro di lui, Trump non fece assolutamente niente per fermarli. Questa testimonianza, sommata ad altre centinaia, una volta che gli atti della Commissione saranno trasmessi al ministero della Giustizia, forse basta per una incriminazione formale di Trump per il reato di sedizione, e magari altro. Staremo a vedere. È troppo presto per fare pronostici attendibili. Ma anche se così fosse, anche se si potesse ipotizzare che Trump vada sotto processo e che sia alla fine condannato, la vera tragedia di questa vecchia repubblica non è nel fatto che Trump ha creato la crisi della democrazia americana.

Unsplash

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I fan dei Bts sono una cosa a sé

(ilpost.it, 23 giugno 2022)

Una settimana fa, durante un evento trasmesso su YouTube per celebrare nove anni di carriera, il gruppo musicale sudcoreano Bts – attualmente uno dei più famosi al mondo – aveva annunciato che si sarebbe preso una pausa per lasciare ai membri il tempo di dedicarsi a progetti solisti. La notizia era totalmente inaspettata, appena pochi giorni dopo l’uscita del loro ultimo attesissimo album, Proof. Qualche giorno dopo, la Korea Singers’ Association aveva rilasciato una dichiarazione in cui chiedeva al gruppo di riconsiderare la sua decisione «per il bene dell’industria musicale coreana». Alcuni fan dei Bts, che sono milioni in tutto il mondo e vengono chiamati Army (acronimo di “Adorable Representative MC for Youth”, ma anche “Esercito”), hanno commentato on line questa richiesta con indignazione, facendo notare che la scelta dei sette giovani membri del gruppo dovesse essere rispettata.

Bts via Facebook

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La fine delle challenge sui social

(ilpost.it, 27 maggio 2022)

Le riflessioni sull’evoluzione dei social media nell’ultimo decennio si concentrano sulle trasformazioni relative sia agli aspetti più tecnici e strutturali delle piattaforme, cioè al modo in cui funzionano, sia alla composizione demografica dell’utenza. Sono in genere trasformazioni progressive o comunque i cui effetti non si manifestano immediatamente: è insomma molto difficile notare, prima che sia passato un certo lasso di tempo, cosa e quanto sia cambiato in ambienti virtuali frequentati ogni giorno da milioni di persone. Uno degli aspetti che rendono oggi i social media molto diversi da ciò che erano negli anni passati, uno tra i tanti, è la progressiva scomparsa delle cosiddette “challenge”: azioni di gruppo o anche individuali oggetto di video che diventavano in breve tempo virali e finivano per essere replicate migliaia di volte coinvolgendo un numero elevatissimo di persone diverse tra loro, anche per stratificazione sociale e per provenienza.

Ph. Clive Mason / Getty Images

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L’infowar di Putin

di Maurizio Stefanini (linkiesta.it, 10 giugno 2022)

La guerra guerreggiata all’Ucraina è stata preceduta ed è accompagnata da una guerra cognitiva. Una “infowar” che la Russia ha combattuto contro l’Occidente, e di cui è stata obiettivo anche l’Italia. Divampano ora le polemiche sui simpatizzanti o propagandisti di Putin, e sul fatto se sia o no legittimo fare “liste di proscrizione”, ma – ad esempio – fu la Polizia Postale ad accertare che la notte tra il 27 e il 28 maggio 2018 si erano attivati all’improvviso quattrocento profili Twitter, fino ad allora dormienti, per scatenare, con centinaia di messaggi di insulti, richieste di impeachment del presidente Mattarella. E il tutto era stato ricondotto alla cosiddetta “Fabbrica di Troll”: quella Internet Research Agency, con sede al numero 55 di Via Savushkina a San Pietroburgo, che impiega decine di persone per immettere contenuti sui social 24 ore su 24, e il cui patron è Evgeny Prigozhin, l’oligarca famoso come “cuoco di Putin”.

Israel Palacio / Unsplash

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