Archivi tag: Donald Trump

L’illusione intellettuale dei social network

di Guia Soncini (linkiesta.it, 8 novembre 2024)

Certo, fossi Shakespeare direi che non vengo a elogiare Cecilia Sala, vengo a seppellirla; poiché non solo non sono Shakespeare, ma il pubblico semicolto di questo secolo è pure assai meno attrezzato a decodificare le antifrasi di quanto lo fosse il pubblico teatrale senza scuole dell’obbligo del XVII secolo, proverò a cominciare così: chi se ne frega di Cecilia Sala. Sì, lo so che quelli che si sono indignati per il tweet (o come si chiamano ora) di Cecilia Sala sulla ragazza iraniana sono un sottoinsieme quasi perfettamente sovrapponibile a quello dei lettori di questo giornale, lo so che anche oggi mi faccio ben volere, lo so che si formeranno due file ordinate.

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Un’esilarante follia chiamata “Saturday Night Live”

di Brenda Vaiani (linkiesta.it, 11 novembre 2024)

Gli anni Settanta americani hanno significato moltissimo, trasformando per sempre non solo la società e la cultura degli Stati Uniti ma, con un effetto a cascata, anche quelle dell’intero Occidente, Italia inclusa. Con questo non mi riferisco soltanto alla supremazia economica e politica, ma anche a ciò che il politologo Joseph Nye definì “soft power”, cioè la capacità di sprigionare sé stessa attraverso risorse intangibili: ideali e valori.

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La satira in America e altre quisquilie

Ph. Jeenah Moon / Getty Images

di Giada Biaggi (ilpost.it, 8 novembre 2024)

Un minuto e mezzo. Novanta secondi. La durata massima di un reel di Instagram, ma anche all’incirca quella dell’apparizione cameo di Kamala Harris lo scorso 2 novembre al Saturday Night Live, lo show comico di punta di Nbc, l’emittente “blue-Klein-democrats” (vuol dire “blu partito democratico”, volevo giocare con l’arte riferendomi a Yves Klein, un artista celeberrimo per il suo blu, ma mi sa che sul Post devo spiegarlo bene), al fianco della comedian Maya Rudolph.

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Lezioni trumpiane: la musica non può più cambiare il mondo

Ph. Yui Mok / Ap

di Gabriele Isman (huffingtonpost.it, 8 novembre 2024)

La cavalleria non è bastata, o forse non è mai arrivata. Nonostante gli endorsement di Bruce Springsteen, Billie Eilish, Taylor Swift, Beyoncé e Lady Gaga, Kamala Harris ha perso e hanno vinto gli altri, Donald Trump e Elon Musk che sembra vicepresidente più di J.D. Vance. Una volta la musica poteva cambiare il mondo – Imagine di John Lennon è ancora una speranza di pace e Blowing in the wind è stato l’inno di almeno un paio di generazioni, e che stavolta Bob Dylan non si sia fatto sentire forse era già un segnale – ma adesso non bisogna più scegliere.

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Commander-in-Tweet: il populismo digitale di Trump

Ph. Sinna Nasseri / The New Yorker

di David Allegranti* (linkiesta.it, 6 novembre 2024)

L’arrivo di Donald Trump su Twitter è datato marzo 2009, quando Barack Obama è appena diventato presidente degli Stati Uniti. Rapidamente, diventa lo strumento preferito del miliardario americano. «La campagna presidenziale del 2016 potrebbe essere ricordata come quella in cui il populismo ha incontrato i social media digitali», scrivono Francisco Seoane Pérez et al. (2019, p. 13).

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«A star is born»: Elon Musk, l’altro vincitore

Ph. Jabin Botsford / The Washington Post

di Adele Sarno (huffingtonpost.it, 6 novembre 2024)

«We have a new star. A star is born: Elon». Con queste parole, pronunciate dal palco del quartier generale di Palm Beach durante il discorso della vittoria, Donald Trump consacra Musk come la nuova stella del partito Repubblicano. E lancia un messaggio importante: potrebbe essere proprio lui il vero vincitore del secondo mandato del tycoon. La ragione è chiara: con l’ingresso in politica, il suo impero imprenditoriale potrebbe beneficiare enormemente dal ritorno dell’ex presidente alla Casa Bianca.

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Usa 2024: il look di Melania Trump è un inno al power dressing

Getty Images

di Alessandra D’Acunto (repubblica.it, 6 novembre 2024)

Autorevolezza, rigore, nessun dettaglio fuori posto. Il tailleur gonna indossato da Melania Trump la notte delle elezioni, al Convention Center di West Palm Beach, nella Florida roccaforte repubblicana, è granitico, anche nel colore. Come lo è stato l’atteggiamento della ex, e ora di nuovo, First Lady d’America, prima che ci fosse la certezza che Donald Trump aveva centrato l’obiettivo diventando il 47esimo presidente degli Stati Uniti.

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Trump, lo show prima del voto: «Io non sono un politico, sono una star»

Ph. Jonathan Ernst / Reuters

di Aldo Cazzullo (corriere.it, 3 novembre 2024)

Salem (Virginia) – Non è un comizio. È uno show. Infatti dura più di cinque ore; le ultime due con lui sul palco. A segnare una mutazione ormai irreversibile della destra americana e globale. Come in ogni show, si ride e si piange. Si ride – con una punta di angoscia al pensiero che l’attor comico è il favorito per la Casa Bianca – quando Donald Trump fa le imitazioni.

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50 Cent: “Ho rifiutato 3 milioni di dollari per cantare per Trump”

Tmz / Getty Composite

(repubblica.it, 30 ottobre 2024)

Anche 50 Cent si aggiunge alla lista di artisti americani che non vogliono avere niente a che fare con Donald Trump. Il rapper ha rifiutato un’offerta da 3 milioni di dollari per esibirsi al controverso raduno del candidato repubblicano alla Casa Bianca al Madison Square Garden di New York domenica scorsa, come lui stesso ha rivelato in un’intervista al programma radiofonico The Breakfast Club.

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Il film che immaginò una presidente degli Stati Uniti già cent’anni fa

Fox Film Corporation / imdb.com

(ilpost.it, 24 ottobre 2024)

Anche se per il momento non è mai accaduto, ci sono diversi film e serie tv che mostrano una presidente degli Stati Uniti: il capo di Stato statunitense è una donna in Veep, che ricorda molto il caso della candidata Democratica Kamala Harris e del presidente Joe Biden, ma anche nella seconda parte di Ritorno al futuro e nel film apocalittico Don’t Look Up, con Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence. Uno dei primi di sempre, forse il primo arrivato fino a noi, fu The Last Man on Earth.

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