Il Wall Street Journal ha rivelato che Elon Musk, l’imprenditore a capo di Tesla e SpaceX, avrebbe avuto una serie di conversazioni telefoniche con Vladimir Putin dalla fine del 2022. I colloqui sarebbero avvenuti in modo riservato e avrebbero riguardato temi personali, affari e questioni geopolitiche. Il Cremlino, attraverso il portavoce Dmitry Peskov, ha però smentito categoricamente.
Il dibattito televisivo recente sull’invasione russa in Ucraina ha fatto emergere ancora una volta la scarsa abitudine del giornalismo italiano a preparare e realizzare interviste con contraddittorio: interviste cioè in cui l’intervistatore non si accontenta delle frasi di circostanza dell’intervistato, non sorvola su dichiarazioni false e approssimative e non permette all’interlocutore di sviare il discorso per non rispondere a una domanda puntuale; ma lo incalza, mettendone in evidenza tutte le incoerenze e cercando di ottenere le risposte richieste. È una mancanza che ha portato spesso a risultati assai discutibili, soprattutto di fronte a tesi basate su falsità, come quelle esposte nelle ultime settimane da personaggi dichiaratamente “filorussi” e membri del governo russo (com’è successo con l’intervista data dal ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov a Zona Bianca di Rete 4).