Archivi tag: democrazia

Usa 2024: George Clooney chiede il ritiro di Joe Biden

Ansa / Epa

di Serena Di Ronza (ansa.it, 10 luglio 2024)

Joe Biden è «un eroe che ha salvato la democrazia nel 2020», ma «non può vincere la battaglia contro il tempo» e per questo deve ritirarsi dalla corsa alla Casa Bianca. Le parole di George Clooney sono una doccia fredda sugli sforzi del presidente in carica per rilanciare la sua campagna elettorale dopo la disastrosa performance durante il primo confronto con Donald Trump. Parole che pesano come macigni.

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“Fahrenheit 9/11”, i vent’anni di una profezia cinematografica

di Giulio Zoppello (esquire.com, 24 giugno 2024)

Fahrenheit 9/11 quando uscì, vent’anni fa, generò un tale vespaio che oggi si fa fatica a credere che questo documentario, premiato con la Palma d’Oro al Festival di Cannes presieduto da Quentin Tarantino, sia esistito veramente. Viene anche da chiedersi se abbia avuto conseguenze esclusivamente positive e non anche negative.

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Giorgia come Evita, solo il nome

di Gabriella Ferrari Bravo (napoli.corriere.it, 9 maggio 2024)

Si discute da qualche giorno della nuova moda dei nickname nelle liste elettorali, che poi tanto nuova non è, come ha scritto Diego De Silva su queste pagine. Ma c’è un caso particolare che merita qualche riflessione in più: è il caso Evita-Giorgia e dell’elisione del cognome. Due donne divise da un secolo e un continente, ma accomunate da molti tratti politici e personali.

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Susan Sarandon: “Con Trump un fascista al governo”

di Manuela Santacatterina (hollywoodreporter.it, 11 maggio 2024)

«Rispondendo a questa domanda mi assicurerò di rimanere nella lista nera per il resto dell’anno». Susan Sarandon, giurata del Riviera International Film Festival e protagonista di una masterclass sold out nell’ex Convento dell’Annunziata di Sestri Levante, sorride accompagnata dall’applauso del pubblico dopo che THR Roma le domanda cosa abbia provato quando, nel novembre del 2023, è stata scaricata dalla United Talent Agency, l’agenzia con cui lavorava dal 2014, a seguito dei commenti fatti durante un raduno pro-Palestina a Union Square, New York, nello stesso mese.

Ph. Lucrezia Corciolani

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Don Winslow: “Smetto coi libri per lottare contro Trump”

di Adalgisa Marrocco (huffingtonpost.it, 9 maggio 2024)

Don Winslow è tornato, Don Winslow sta andando via. Città in rovine, pubblicato da Harper Collins, è l’ultimo capitolo di una trilogia che ha stregato milioni di lettori, ma è anche l’inizio di un addio. Lo scrittore americano, con trent’anni di carriera e venticinque bestseller alle spalle, ha scelto di abbandonare la letteratura, in parte per investire più tempo nell’attivismo politico alla vigilia delle presidenziali Usa. La sua intervista a Huffpost.

Ph. Fredrik Sandberg / TT

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TikTok non è l’unico social network che dovrebbe preoccuparci

di Pierre Haski (France Inter / internazionale.it, 28 marzo 2024)

Quando negli Stati Uniti sono emerse le prime minacce di un divieto nei confronti del social network TikTok, un parlamentare ha esclamato: «Ci faremo detestare da un’intera generazione». Fondato nel 2016, oggi TikTok è il social network più popolare, con più di un miliardo di utenti in tutto il mondo (in maggioranza giovani), che diventano due miliardi se contiamo anche la versione cinese Douyin. Solo in Francia, TikTok ha più di 20 milioni di iscritti; negli Stati Uniti 170 milioni.

Ph. Bing Guan / Bloomberg – Getty Images

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Contrordine, gli algoritmi di Facebook e Instagram non influenzano le convinzioni politiche

di Bruno Ruffilli (repubblica.it, 29 luglio 2023)

Gli algoritmi dei social non determinano le scelte politiche. O almeno, non nel modo in cui finora si è creduto. Questi i risultati di quattro distinte ricerche di scienziati e docenti di alcune prestigiose università americane, tra cui la Carnegie Mellon, Stanford, Princeton, Università della Pennsylvania, e altre, in collaborazione con Meta. Gli autori hanno esaminato per tre mesi gli effetti degli algoritmi dei feed di Facebook e Instagram durante le elezioni statunitensi del 2020.

Unsplash

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Trump è stato incriminato per l’assalto a Capitol Hill

(ilpost.it, 2 agosto 2023)

L’ex presidente statunitense Donald Trump è stato incriminato per il tentativo di sovvertire il risultato elettorale delle elezioni presidenziali del 2020, con l’obiettivo di rimanere in carica nonostante la vittoria del candidato Democratico Joe Biden. Trump, che è candidato alla presidenza nel 2024, dovrà rispondere di quattro diversi capi d’accusa, fra cui cospirazione per commettere frode nei confronti degli Stati Uniti e cospirazione contro i diritti dei cittadini. L’indagine riguarda i fatti che portarono all’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021 da parte dei suoi sostenitori.

Ph. Amr Alfiky / Reuters / Contrasto

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Il caos alimentato dai social è niente rispetto a quello che arriverà con l’Intelligenza Artificiale

di Antonio Preiti (linkiesta.it, 15 luglio 2023)

Adesso siamo tutti convinti che i social media determinino le opinioni politiche, e di conseguenza influenzino il voto. Non era così all’inizio, quando un tipico atteggiamento, un po’ supponente, si condensava nel mantra: «… e poi c’è la vita vera». Abbiamo (hanno) scoperto che nell’ambito della vita vera ci sono i social media. Accadeva allora (sembra un tempo remoto, ma siamo a dieci anni fa, o poco più) che la tecnologia permettesse una precisione nella comunicazione politica prima impensata e impensabile.

Shutterstock

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La resa di YouTube: anche la disinformazione fa parte del dibattito politico

(agi.it, 3 giugno 2023)

YouTube ha annunciato che smetterà di rimuovere i contenuti che sostengono falsamente che le elezioni presidenziali statunitensi del 2020 siano state afflitte da «frodi, errori o intoppi». L’annuncio della piattaforma per video di proprietà di Alphabet, società madre di Google, rappresenta un netto distacco dalla politica avviata nel dicembre del 2020, che cercava di arginare le false affermazioni, soprattutto quelle dell’allora presidente Donald Trump, secondo cui la sua sconfitta alle elezioni contro Joe Biden sarebbe stata dovuta a un «furto di voti».

Ph. Chris Delmas / Afp

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