Archivi tag: country music

La vera lezione di “Cowboy Carter” di Beyoncé

di Patrizio Ruviglioni (vanityfair.it, 31 marzo 2024)

E no, nonostante i vari avvisi all’ingresso – o forse sono stati messi proprio per questo, per creare aspettative – non sarà mai una scelta come tante, quella di Beyoncé di realizzare un disco country come il nuovo Cowboy Carter. Ok, l’album in questione è la “seconda parte” di Renaissance (2022) – quasi il suo “negativo” fotografico: sulla prima copertina sedeva su un cavallo argentato, ora in una foto identica è su un esemplare bianco, con bandiera degli Stati Uniti e abbigliamento, a modo suo, da rodeo al seguito – ma la presa di posizione è più fragorosa di prima.

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Il mito della grande America nel country di Toby Keith

di Stefano Pistolini (linkiesta.it, 12 febbraio 2024)

A sentire le canzoni di Toby Keith, la superstar della country music scomparso qualche giorno fa a 62 anni, la parola “America” assume un senso particolare, quasi mitologico, comunque imponente e imbarazzante se confrontato con il racconto della realtà. Keith dal punto di vista musicale era un bravo professionista, uno che si era fatto strada lavorandoci fin da giovanissimo, uno che conosceva a menadito regole e canoni di quel genere particolare che è il country americano, dove essere un innovatore equivale a spostare di pochissimo alcuni dei suoi parametri essenziali – composizione, interpretazione, tematiche.

LaPresse

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La canzone in cima alle classifiche statunitensi grazie a politici e commentatori di destra

(ilpost.it, 21 agosto 2023)

L’8 agosto una radio locale del West Virginia, nella regione statunitense degli Appalachi, ha pubblicato sul proprio canale YouTube il video del cantautore Oliver Anthony che canta una canzone intitolata Rich Men North of Richmond (“Uomini ricchi a Nord di Richmond”, un riferimento alla città della Virginia poco a Sud di Washington D.C.). Fino a quel momento, Anthony era praticamente sconosciuto sia nella scena country sia in quella pop: lavorava principalmente come contadino nella zona di Farmville, in Virginia, e registrava le proprie canzoni con il cellulare.

YouTube

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L’orgoglio country di Millie Jackson

di Daniele Cassandro (internazionale.it, 14 marzo 2023)

Diversi anni fa nel cestone delle occasioni di un grande negozio di dischi trovai un cd di LaToya Jackson intitolato My country collection. Era scontato al 70 per cento: alla metà degli anni Novanta la carriera musicale di LaToya, forse la meno musicalmente versata della famiglia Jackson, non interessava a nessuno. Specialmente in Italia. Ovviamente lo comprai e fui molto divertito dalle note di copertina che cominciavano così: “Forse il nome di LaToya Jackson non è il primo che vi verrebbe in mente pensando alla musica country”.

Ph. Paul Natkin / Getty Images

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“Lavender Country”, il primo album country gay

di Daniele Cassandro (internazionale.it, 3 maggio 2022)

«Perché musica country queer? Perché a volte amiamo una cultura che non ricambia il nostro amore». Con queste parole della musicista e attivista lgbt+ Karen Pittelman si apre il bel libro Queer Country di Shana Goldin-Perschbacher (University of Illinois Press, 2022). Il libro esplora la poetica e la produzione di cantautori e cantautrici country queer e transgender, dalle origini ai brani di super star di oggi come Orville Peck e Lil Nas X.

Ph. Jim Bennett / Getty Images

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Bisogna salvare la musica country dall’appropriazione culturale dell’estrema destra

di Stefano Pistolini (linkiesta.it, 24 dicembre 2021)

Tra le cose che è ora di dire attorno all’America di oggi, se ci si concentra sull’ambito musicale, c’è quella che varrebbe la pena di misurare la temperatura della relazione tra country music e razzismo. Due episodi significativi possono essere la scintilla della riflessione. Il primo parla di Morgan Wallen, artista sconosciuto da noi, dove le sonorità country risultano incomprensibili al di fuori di una ristretta cerchia di cultori, ma autentica superstar oltreoceano. Wallen è di quelli che riaggiorna il filone “outlaw” del country, quello suonato e cantato da personaggi irregolari, anarchici e con un palese penchant per le trasgressioni. Ma lui piace, e moltissimo, nel tempo in cui il country più che mai in passato è divenuta musica identitaria di chi non ne vuole sapere di rinunciare all’America che torni grande riproducendo un modello immaginario del passato.

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Elogio di Taylor Swift

di Benedetta Grasso (linkiesta.it, 17 novembre 2021)

Una delle cose che ho sempre invidiato ad alcune generazioni precedenti è l’idea di crescere in sintonia con un gruppo o un cantante, più o meno della stessa età. In apparenza l’abbiamo fatto tutti, in ogni decennio, ma crescere in un altro senso: segnare delle fasi formative, delle evoluzioni intellettuali, sperimentali, culturali, in parallelo con gli album in uscita. Prendendolo in mano, vedendo la storia e la politica e lo spirito di una generazione rivoluzionarsi nelle settimane successive, ascoltandolo mille volte. Oggi con Red ri-scritto, re-released anche con un corto al Lincoln Center, è scoppiata una festa in ogni città – come con la beatlemania – di nostalgia allegra: persone vestite di rosso per strada, che ballano su canzoni scritte a 21 anni e riprese a 31.

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Taylor Swift si è schierata politicamente, creando il caos

di Mattia Salvia (vice.com, 9 ottobre 2018)

Negli ultimi anni, Taylor Swift è stata l’icona pop più spesso affiancata all’alt-right. Gli estremisti di destra americani vedevano la cantante — bianca, bionda, con gli occhi azzurri — come una specie di archetipo di bellezza, e il fatto che avesse cominciato la sua carriera in un genere tradizionalmente legato alla destra americana come la musica country aveva fatto il resto.

Ph. John Shearer / Getty Images
Ph. John Shearer / Getty Images

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