di Vittorio Giacopini («Il Venerdì», suppl. a «la Repubblica», 15 settembre 2017)
Verso la fine, quando ormai era ai ferri corti un po’ con tutti, preferiva andare diritto al bersaglio, provocare. Magari non era nella sua natura, ma doveva farlo. A neanche sessant’anni, con un paio di capolavori all’attivo, e ancora molto da dire, e da studiare, Christopher Lasch stava diventando la bestia nera di un sacco di gente. Continua la lettura di Il populismo ci salverà? La disperata profezia di Lasch