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La censura cinese ha raggiunto Hollywood

(ilpost.it, 14 settembre 2021)

Alla fine di maggio l’attore americano John Cena, uno dei protagonisti del decimo film della saga di Fast & Furious, pubblicò sul social network cinese Weibo un video di scuse in cui diceva – in Mandarino – di aver «commesso un errore» e di amare e rispettare molto la Cina e i cinesi. Nel video Cena non diceva esplicitamente per cosa si stesse scusando: pochi giorni prima, durante una conferenza stampa, si era riferito a Taiwan parlandone come di un Paese indipendente e irritando il governo cinese, che invece considera Taiwan un proprio territorio. Cena si era scusato per aver detto qualcosa che andava contro i valori del governo cinese, ma in particolare per evitare che Fast & Furious 9 – The Fast Saga, che tra le altre cose era stato prodotto anche dalla China Film Group Corporation, venisse censurato.

Ph. Andy Wong / Ap

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A Hong Kong la Cina soffoca il cinema

di Ilaria Maria Sala (internazionale.it, 26 agosto 2021)

Non solo Hong Kong ha reintrodotto la censura cinematografica, con una nuova legge che renderà illegali i film che contravvengono a quella sulla sicurezza nazionale, ma è stato anche stabilito che i film approvati prima, girati anni fa, dovranno essere sottoposti al vaglio dei censori prima di poter approdare nelle sale commerciali, nelle università, nelle scuole o in altri luoghi aperti al pubblico. Il lavoro dei censori per il momento è invidiabile: potranno sedersi in un cinema privato a guardarsi molti film. Però finisce lì, non è né invidiabile né rispettabile che stia a loro decidere che alcuni di questi film possano contenere elementi di “secessione, sovversione, terrorismo o collusione con forze straniere”.

Golden Scene

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Modi mette le mani sul cinema indiano

di Rafia Zakaria (internazionale.it, 3 luglio 2021)

Il mondo conosce l’India attraverso i suoi film. Per più di un secolo gran parte dell’Asia Meridionale ha canticchiato i motivi di Bollywood, aspettando con ansia il prossimo successo. L’influenza dell’industria cinematografica indiana va oltre il subcontinente. Statunitensi, egiziani, nigeriani e milioni di persone in tutto il mondo hanno sculettato al ritmo delle scene di ballo dei suoi film. E ovviamente hanno anche potuto conoscere il Paese, nella misura in cui è possibile farlo attraverso uno schermo. Molto presto tutto questo potrebbe cambiare. Nelle prossime settimane e mesi il Bharatiya Janata Party (Bjp), il partito del primo ministro Narendra Modi, soffocherà sempre più il settore multimiliardario del cinema, che ogni anno produce più film di Hollywood.

Narendra Modi via Instagram

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Disney licenzia James Gunn e crea un precedente pericoloso

di Raffaele Giasi (wired.it, 24 luglio 2018)

La notizia arrivata venerdì è una di quelle che si fatica a capire, ed ancor più a commentare. Con una mossa quanto mai discutibile, Disney ha infatti licenziato in tronco James Gunn, uno dei suoi registi più apprezzati, autore del brand cinematografico Guardiani della Galassia, il cui successo ha spostato, senza dubbio, la produzione dei film Marvel verso gli orizzonti dello spazio profondo.GuardiansOfTheGalaxy Continua la lettura di Disney licenzia James Gunn e crea un precedente pericoloso