Archivi tag: censura

Regimi che odiano la musica

di Siegmund Ginzberg (ilfoglio.it, 12 novembre 2022)

I casali di campagna dove si svolgevano i concerti clandestini venivano circondati dalla polizia. Gli edifici venivano sequestrati. Talvolta dati alle fiamme. I giovani venivano fermati e schedati. I musicisti arrestati. Ci furono processi e condanne. I rave, pardon, i concerti rock, vennero proibiti. Il governo cercò di cancellarne la memoria. Traviavano la gioventù, si disse. Avevano “un effetto sociale negativo”.

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Iran, la matita della rivoluzione

di Marta Allevato (agi.it, 13 gennaio 2023)

La Guida Suprema iraniana, Ali Khamenei, precipita al suolo perdendo una scarpa in volo fino a raggiunge il defunto dittatore libico, Muammar Gheddafi, già affondato in una pozza di sangue. La scena è disegnata dal più celebre vignettista iraniano, Mana Neyestani, ed è stata scelta per la copertina della prima rivista pubblicata in Francia dalla diaspora per raccontare, in tempo reale, le proteste in corso da 4 mesi in Iran e che molti già descrivono come la “rivoluzione” che porterà alla fine della Repubblica islamica.

neyestanimana via Instagram

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«Il cinema iraniano denunciava il male ma lo capimmo tardi»: la testimonianza del direttore artistico del Locarno Film Festival

di Giona Nazzaro (agi.it, 10 gennaio 2023)

Come nel saggio adagio del catechismo, che ricordava ai bambini che l’astuzia più perfida del Diavolo è stata di far credere di non esistere, il regime teocratico iraniano – sul versante meramente artistico – è riuscito, quasi sempre, a far passare l’idea di non esistere. O di essere vittima delle grandi potenze mondiali (gli Usa in testa). Questa idea, purtroppo, è passata soprattutto attraverso la strumentalizzazione del grande cinema iraniano degli anni Novanta.

Locarno Film Festival

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L’ultimo addio della Russia agli Oscar

di Anton Dolin (Meduza / huffingtonpost.it, 21 ottobre 2022)

Il 26 settembre la Russia ha annunciato che non candiderà un suo film agli Oscar che si terranno nel febbraio del 2023. Peraltro, solo tre giorni prima, il comitato russo degli Oscar aveva comunicato che il film da nominare sarebbe stato scelto tra 122 pellicole. Eppure, secondo il presidente dell’Associazione cinematografi della Federazione Russa Nikita Michalkov, lui stesso premio Oscar, questa sarebbe stata una “mossa insensata”.

Ph. Mikhail Metzel / Tass

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Kanye West vuole comprare Parler

(lastampa.it, 17 ottobre 2022)

Il controverso rapper americano Kanye West è pronto ad acquistare Parler, il social network conservatore che ha avuto anche un ruolo nell’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 e che per questo era stato bandito da Google Play e App Store. Quella dell’artista, che è passato da Kanye a Ye, è una mossa che arriva dopo l’estromissione da Twitter per un post antisemita nei confronti dell’American Jewish Committee che già aveva segnalato i contenuti dei suoi post su Instagram.

Reuters

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Bollywood è sempre più di destra

(ilpost.it, 15 ottobre 2022)

Così come Hollywood, anche Bollywood, l’industria del cinema popolare in lingua hindi, è stata storicamente considerata portatrice di valori piuttosto liberali. Nonostante la società indiana sia da sempre molto divisa sia su base religiosa sia in caste, il cinema è stato a lungo una passione nazionale condivisa, nonché un settore in cui anche alle persone musulmane, e quindi di una minoranza religiosa, o appartenenti alle caste più basse, veniva data la possibilità di diventare famose.

Ph. Atul Loke / Getty Images

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Espiare un lutto ballando Čajkovskij

di Sofia Francioni (luce.lanazione.it, 16 marzo 2022)

In Russia il canale televisivo Rain Tv per accomiatarsi dai suoi telespettatori, annunciando la sospensione delle trasmissioni, sceglie come coda un doloroso Lago dei cigni di Pëtr Čajkovskij. Subito dopo le immagini della redazione che lascia lo studio e il saluto della sua direttrice Natalia Sindeeva, viene infatti trasmesso integralmente il balletto più acclamato di sempre. Ma perché scegliere come velo da stendere sul bavaglio di Vladimir Putin Il lago dei cigni, e non magari gli immortali balletti dello Schiaccianoci o di Onegin? «I russi lo sanno» risponde il quotidiano nazionale russo Novaja Gazeta, «quando vedono Il lago dei cigni in tv significa lutto».

Novaja Gazeta

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Il finale di “Fight Club” censurato in Cina: la reazione di Chuck Palahniuk

di Camilla Sernagiotto (tg24.sky.it, 27 gennaio 2022)

La notizia del finale di Fight Club che è stato censurato in Cina ha fatto il giro del mondo, indignando tutti quanti. Tutti tranne uno, la cui identità lo rendeva il meno probabile a essere d’accordo con i cinesi: una voce che esce dal coro indignato, discostandosi totalmente da quell’indignazione, e lascia basiti perché stiamo parlando di Chuck Palahniuk, l’autore del romanzo omonimo da cui David Fincher ha tratto il suo cult movie con protagonisti Edward Norton e Brad Pitt. Il famoso scrittore statunitense ha detto la sua sulla questione dell’happy ending made in China. Lasciando tutti di stucco: «L’ironia è che il modo in cui i cinesi l’hanno cambiato allinea il finale del film quasi esattamente con il finale del libro, al contrario del finale di Fincher».

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Il cinema della Nigeria del Nord è prigioniero della censura islamica

di Dario Ronzoni (linkiesta.it, 15 luglio 2021)

Quando si parla del cinema nigeriano, il primo riferimento che viene in mente è Nollywood. È quasi un’equazione: del resto la definizione, coniata dal New York Times nel 2002, viene utilizzata per indicare la totalità del cinema prodotto in Nigeria (al secondo posto nel mondo per numero di film, dopo appunto Bollywood). Anche se sarebbe più corretto fare alcune distinzioni. Soprattutto perché i film prodotti del Nord del Paese, oltre ad avere un carattere specifico ed essere girati in lingua Hausa, appartengono a una tradizione precedente, già sviluppata negli anni Novanta.

Ph. Femke van Zeijl / Al Jazeera

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La celebrità cinese che il regime ha cancellato da Internet

di Dario Ronzoni (linkiesta.it, 24 settembre 2021)

Se fosse per quello che si trova in Rete, Zhao Wei non sarebbe nemmeno esistita. Eppure, la 45enne attrice e regista cinese – una delle più celebri degli ultimi 20 anni – ha diretto film che hanno vinto premi, ha venduto milioni di dischi (è anche cantante) e su Weibo, il quasi-Twitter cinese, ha ammassato 86 milioni di follower. Con i suoi capitali, ha anche fatto importanti investimenti nei settori tecnologici e dello spettacolo. Senza nessuna spiegazione, il regime cinese ha deciso di cancellarla da Internet. Se la si cerca sui servizi di streaming, non compare. Le sue produzioni sono scomparse. Perfino i suoi riferimenti nelle pagine di Wikipedia (il corrispettivo cinese) non ci sono più.

Ph. Gian Mattia D’Alberto / LaPresse

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